Angeli – Una storia d’amore, il film-tv non si sforza e resta nel genere dei settimanali sensazionalistici
Angeli-Una storia d’amore non racconta nulla di innovativo, usando dialoghi banali ed un cast non azzeccato per un film-tv che avrebbe potuto raccontare meglio un tema molto popolare
Si poteva trattare un tema come quello degli angeli buttandola tutta su un romanticismo da film del daytime, senza troppe paranoie e con un lieto fine garantito? La risposta è sì: Angeli-Una storia d’amore dimostra che con poca fatica e due protagonisti popolari ma non azzeccati per il ruolo anche una trama che avrebbe potuto offrire molti spunti si perde nel banale.
Il film-tv di Canale 5 non riesce ad inventare nulla di nuovo: la storia del dongiovanni Claudio (Raoul Bova) che diventa angelo e cambia atteggiamento dopo aver incontrato Luisa (Vanessa Incontrada) rimarca alcuni schemi già noti al pubblico, ma d’altra parte non ci si aspettava una fiction innovativa. Il problema sta nel modo di raccontare una storia e seguire un filone, come quello degli angeli, che già al cinema ha dimostrato di avere potenzialità per racconti forti.
Angeli-Una storia d’amore si limita ad una base che suscita l’interesse del pubblico, perdendosi poi in dialoghi non propriamente complessi ed affidandosi ai bei volti dei due protagonisti che, però, per quanto si sforzino ad interpretare un uomo alle prese con un compito che non avrebbe mai pensato di poter portare a termine ed una donna in cerca di qualcuno che creda nelle buone azioni, non riescono da soli a rendere la storia scorrevole.
Così, Angeli sembra uno di quegli inserti che si trovano dentro alcuni settimanali popolari, in cui l’attendibilità lascia spazio al sensazionalismo: il tema degli angeli diventa un pretesto per l’ennesima storia d’amore con un tocco di spiritualità che, però, sembra più sfociare nel sovrannaturale da, appunto, rivista sensazionalistica.
Non ci aspettava effetti speciali, colpi di scena o dialoghi taglienti: Angeli svolge il suo ruolo di film-tv esportabile all’estero, con luoghi comuni pronti all’utilizzo. Non basta la garanzia di Bova, da sempre visto come uno degli attori simbolo della fiction nostrana, o la rivelazione seriale (grazie al successo di Un’altra vita) della Incontrada per innalzare una sceneggiatura che manca di un’idea nuova, o di un obiettivo che vada oltre un sistema secondo cui la fiction italiana non può far pensare o intrattenere seguendo percorsi innovativi.
Se in America, insomma, con Dominion gli angeli diventano guerrieri, in Italia Angeli-Una storia d’amore porta in tv angeli alla vecchia maniera. Non una colpa, lo ripetiamo, ma forse un pizzico di audacia in più e soprattutto meno buonismo avrebbe allontanato il pubblico da un racconto troppo edulcorato, sebbene connesso alla tradizione popolare.