Andrea Purgatori a Blogo: “Io, l’Alberto Angela di La7”
Leggi l’intervista di Blogo al conduttore di Atlantide, in onda con le nuove puntate su La7 a partire da mercoledì 17 ottobre
Domani, mercoledì 17 ottobre. in prime time su La7 alle 21.15, torna Andrea Purgatori con Atlantide – Storie di uomini e di Mondi, il programma di approfondimento storico e culturale che, attraverso documentari inediti (in questa stagione doppiati dallo stesso Purgatori) e nuove testimonianze, riporta in prima serata gli eventi che hanno cambiato la nostra Storia.
È il tentativo di non essere distaccati dalla realtà, ma di fare in modo che il racconto della storia di un personaggio o di un mistero sia non astratto e fermo nel tempo ma legato a qualcosa che sta accadendo e che ci riguarda.
Il primo appuntamento, dal titolo La favola di Evita e l’illusione populista, racconta uno dei primi movimenti populisti a conquistare il potere: il Peronismo di Juan Domingo Peron, il generale argentino che catalizzò un enorme consenso popolare con la sua ricetta politica fatta di elementi anche contraddittori: la nazionalizzazione delle banche, le riforme socialdemocratiche, il corporativismo fascista, un forte patriottismo e il legame con la Chiesa cattolica.
Oggi ci riempiamo la bocca con la parola ‘populismo’, parlando di Di Maio, Salvini, Trump, Ungheria, Brexit, ma c’è un paese come l’Argentina che il populismo lo ha conosciuto; lì è nato nella sua forma più moderna, sotto Peron ed Evita. Ho pensato fosse una buona idea andare a vedere cosa è stato il populismo argentino e quali sono state le conseguenze. Raccontare la parabola aiuta a capire. La storia di Evita non è semplicemente la storia di un’icona del Novecento, ma di chi rappresentava l’idea più pura del populismo. Peron, pur di rimanere al potere scese a patti con i poteri forti, Evita ha continuato a rivolgersi al popolo e alle classi più umili entrando in conflitto con Peron.
Un racconto quello di Purgatori, che non prevede giudizi:
Faccio riferimenti precisi al presente, ma non faccio il giudice della storia anche se fornisco una serie di testimonianze che permettono la formazione di un giudizio. Non vado contro il populismo, ma cerco di capire dove può portare.
Anche nelle nuove puntate il conduttore sarà fuori dallo studio:
Tutte le puntate sono state fatte fuori dallo studio, nel luoghi che evocano le storie, e tutte le puntate sono state girate di sera e di notte, per dare al pubblico una certa omogeneità in quello che vede: fuori dalla tv è buio, dentro la tv, dove ci sono io, è buio.
Nelle interviste il giornalista spesso accosta Atlantide ad Ulisse di Alberto Angela, da questa stagione promosso al sabato sera di Rai1:
Alberto è un amico che stimo, non lo considero un concorrente, anche se vedo che anche lui, con la puntata di sabato scorso sul rastrellamento del ghetto, ha cominciato ad occuparsi anche di storia, così come io mi sono permesso di raccontare Caravaggio e i Musei Vaticani. Ci accomuna la scelta di andare nei luoghi dove le cose sono accadute, ci accomuna la voglia di far vivere una storia con una scrittura cinematografica, ci accomuna il fatto che non siamo a caccia della lite televisiva, che non dobbiamo rincorrere l’intervista al personaggio politico del momento. Oltre ad Ulisse e ad Atlantide non mi pare ci sia qualcosa di simile nella tv italiana, gli ascolti suoi sono straordinari, quelli miei sono molto buoni. Questo significa che il pubblico c’è.
Un anno fa aveva raccontato a Blogo di essere impegnato nella lavorazione di “una serie sulla riforma luterana per Fandango e Sky“.
La lavorazione va avanti, siamo nella fase della raccolta dei soldi. È una serie ambientata nel 1500, richiede uno sforzo finanziario notevole. Ne sto scrivendo anche una per Fandango e Rai2, basata sui romanzi di Massimo Carlotto L’alligatore.
Insomma, Purgatori conduttore, ma anche sceneggiatore:
Sono la stessa cosa. Ad Atlantide non improvviso nulla, è tutto scritto nel copione. Devo essere convinto di quello che dico e devo stare attento alle parole. Devo essere preciso.