Andrea Pezzi: “Bonolis? Mi riconosco nella sua voglia di crescere. Victoria Cabello ha fatto il massimo che la tv ti permette di fare”
Andrea Pezzi programma il suo ritorno in tv su Sky, ricorda la sua storia d’amore con Claudia Pandolfi e giudica Paolo Bonolis, Victoria Cabello e Fabio Volo
Sono passati sei anni dalla sua ultima apparizione in tv (Il Tornasole su Raidue). Durante quest’esilio forzato, però, Andrea Pezzi si è dedicato alla sua OVO (una Media Company che produce brevi video documentari di natura enciclopedica) e alla produzione di contenuti inediti per il piccolo schermo (su Sky?!) come rivelato a Il Corriere della Sera:
Sto lavorando ad un nuovo progetto produttivo da applicare alla tv. Tornerò in video per condurre questo programma che seguirà un percorso nuovo. Coinvolgerà grandi aziende e i loro manager. Avrà a che fare con la formazione. Non posso anticipare molto, ma per farlo serviva una televisione innovativa. Quindi escludendo Rai, Mediaset e La7 per altri motivi…
Il conduttore ha scelto di allontanarsi volontariamente dalla televisione all’apice del successo per riordinare le idee sul proprio futuro professionale:
Assolutamente. Nulla mi ha fatto tornare indietro. Allora mi offrono un sacco di soldi per due anni a La7: dissi di no. Tutti cercarono di farmi cambiare idea. Credevano fossi impazzito […]. Ho sempre fatto tv non per passione ma per capire qualcosa in più di me stesso. E forse questa è stata parte del mio successo. Nell’epoca ante reality si vedeva un ragazzino mosso dalla sua curiosità. Non pensavo al pubblico. Non giocavo a piacere. Sceglievo gli ospiti in base a chi avrei voluto conoscere.
Anche la chiaccheratissima relazione con Claudia Pandolfi (lei lasciò il marito al ritorno dal viaggio di nozze per stare con Pezzi) è stata vissuta sotto l’attenzione dei media come in una sorta d’acerbo reality:
Sì, fu tutta una strana combinazione di eventi in cui io vivevo senza ragionare dell’effetto pubblico di ciò che facevo. Un Grande Fratello prima del Grande Fratello: io ero me stesso, gli altri osservavano. Forse era un nuovo linguaggio. Mi spiego così il perché ci sia ancora tanta attenzione nei miei confronti. Se c’è un portato innovativo i nomi restano anche se non si vedono da tempo: penso a Daniele Luttazzi.
Giudizi taglienti (e attestati di stima) per qualche collega:
Non bisogna essere dei geni per diventare il numero uno in tv. Il livello dei conduttori è sceso. Non c’è nessuno per cui accenderei la tv. Bonolis è bravo. Mi è simpatico perché ad un certo punto si è visto che si è rotto le scatole. Ha provato ad evolversi con Il senso della vita: mi riconosco nella sua esigenza di crescere. Victoria Cabello? Della mia stessa generazione ci sono due esempi: lei, che ha fatto il massimo che la tv ti consente di fare. E Fabio Volo, che si è costruito un percorso: non puoi dire sia bravissimo in qualcosa ma sa fare bene tante cose diverse. Se l’è goduta. La mia è la terza strada: cambiare. Quando pensavo: il massimo che potrò fare in tv è condurre Sanremo, a me prendeva l’ansia, quando me lo chiesero salti anche l’incontro.
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