Andrea Eleonori, capo attrezzista per passione
Andrea Eleonori per mantenersi durante l’università lavorava come manovale per il cinema, poi ha capito che costruire i set era la sua passione e da anni è diventato il capo attrezzista di tanti programmi, come Cucine da incubo e Stasera tutto è possibile.
C’è chi ama il successo, chi ama apparire, chi spera che la tv gli risolva la vita e chi invece costruisce la scena in cui tutto ciò avviene. Tutto quello che vedete in un programma viene appositamente comprato o costruito per il set: infatti in ogni produzione con studio, esiste un apposito reparto chiamato attrezzeria. Una fabbrica magica dove i lavori che si fanno in una settimana di solito si fanno in un giorno ed ogni oggetto necessario prende forma o viene riparato. Ci racconta qualcosa Andrea Eleonori classe ’75, un capo attrezzista, ma soprattutto un capofamiglia.
Con cosa giocava da piccolo un capo attrezzista?
Giocavo con i Lego. Se mi vuoi far dire che geneticamente non potevo fare altro, hai sbagliato persona: non credo che da piccoli si debba giocare con il martello o l’avvitatore per fare poi da grande il mio lavoro, sono solo suggestioni…
Cosa volevano farti farei tuoi genitori?
Il commercialista, infatti mi sono laureato alla Sapienza in Economia e Commercio. Il caso volle che per pagarmi gli studi cominciai a fare questo lavoro, quasi per gioco. Mi è piaciuto, a tal punto che veramente non cambierei con nulla.
Come hai iniziato?
Ho iniziato facendo manovalanza cinematografica, la giornata al cinema prima era pagata bene, con le lire, rispetto a tanti lavori era più remunerativo. Io studiavo, dovevo mantenermi ed andava benissimo. Poi è stato un vortice che non mi ha lasciato più e adesso non lo lascerei io, adoro il mio mestiere.
Cosa fa il capo attrezzista?
Coordina una squadra che si occupa di tutto quello che di materiale vedi nella scena di un programma. Il capo attrezzista fa tutto: si rompe il pennello della truccatrice, lei stai sicuro che viene da me. Poi, ad esempio, mettiamo l’arredo in scena, la stessa scena che abbiamo costruito. Senza dimenticare che conosci sempren persone nuove e fai cose differenti; questo è un ingrediente che unito alla manualità mi rende insostituibile il mio lavoro.
Che programma stai facendo ora?
Stasera tutto è possibile. Gli ospiti si divertono ed anche noi, però capire come far scivolare le persone senza farle cadere sempre tutte sul fondo ci ha complicato non poco la vita. Dalla stanza inclinata escono tutti sudatissimi, ci vuole un notevole sforzo fisico.
Quanti di voi siete per far tutto?
Siamo in 5 attrezzisti a lavorare su questo programma, io ho il know how per far funzionare questo set inclinato. Tra una pausa e l’altra viene smontata la scena per farne entrare un’altra, credimi non è facile, con il tempo ci siamo perfezionati. E’ un risultato del nostro gruppo su indicazione degli autori, non c’è magia, solo lavoro d’insieme.
Quanti attrezzisti lavorano su un programma mediamente?
Dipende dalle necessità, da 2 a dieci persone direi, il range è questo in linea di massima, i programmi possono avere esigenze molto variabili.
Ci descrivi il clima dell’attrezzeria
Sentiamo la musica con una vecchia radio che avevo da bambino, di solito siamo allegri e ci sfottiamo mentre costruiamo, ripariamo, ristrutturiamo e verifichiamo sempre nuove cose.
Tutto rose e fiori
Si litiga poco, anzi litigare direi per niente. Quando le cose vanno male e non si è fatto quel che era giusto, allora si discute. Esiste un’oggettività nel nostro lavoro molto evidente. La clip dell’autore può piacere o meno a chi la giudica, esiste un margine di soggettività. Da noi è matematica, c’è un’oggettività pratica, le cose si fanno bene o male.
Perché ti sei innamorato di questo lavoro?
Mi piacciono gli strumenti che uso dai seghetti alternativi alle troncatrici e tutti gli altri che abbiamo in ordine sul muro. Poi guardo le cose che ho realizzato e sono contento. Ma non dimentichiamoci che è anche faticoso. Tutto è faticoso quando arrivi a 15 ore di lavoro. Lo studio, i fabbisogni vari e impensabili che non finiscono mai, persone da gestire di vario tipo. A me tutto questo però dà adrenalina e mi piace. Poi abbiamo anche il nostro angolo per isolarci dalle dinamiche del programma: la nostra attrezzeria non dico è una seconda casa, ma sicuramente è un posto dove risolvo i problemi e mi astraggo. Un clima gioioso il nostro reparto, diverso dagli altri reparti perché diverse sono le mansioni dei vari ambiti che solitamente non si incontrano, se non in un programma televisivo. Sono basico?
Mah, dicono che il lavoro manuale sia l’unica cosa che allevia lo stress dell’intellettule, per questo fore stiamo quasi tutti un po’ esauriti, non saprei dirti. Ma com’è lavorare per Step?
Stasera tutto è possibile, è chiaramente unico per noi. Lavori su una stanza inclinata, con una bolla di 22,5 gradi inclinazione in cui il corpo comincia a cadere, a scivolare per la gravità. Sfiderei chiunque a mettere la carta da parati, a verniciare o a mettere i mobili in quella stanza. Poi ne cambiamo due di stanze a puntata, come ti ho detto. I cambi camera sono stressanti, sembra di essere ai box Ferrari. Sono alla quinta edizione, ora abbiamo messo a punto dei sincronismi. Mi soddisfa ridere insieme agli altri per qualcosa di divertente a cui ho contribuito.
Con quali programi hai cominciato?
Piccole canaglie è stato uno dei miei primi programmi, costruivamo piccoli nascondigli per attori che facevano scherzi per strada. Inizi come manovale e impari tante cose diverse.
Ricordi altri programmi significativi nella tua carriera?
Per anni ho fatto Cucine da incubo, faticoso ma interessante. In quell’esperienza in particolare ricordo l’emozione nel vedere che effettivamente aiuti delle persone che sono in difficoltà. Regali dei sogni. Ho visto situazioni difficili trasformarsi, dando una speranza a famiglie in crisi.
Ristrutturavate un ristorante in due giorni
Sì, in 48 ore rinnovi completamente tutta la struttura di un ristorante, trovando un know how in te sempre nuovo che neanche sapevi di avere. Devi ottimizzare qualsiasi processo lavorativo di demolizione e ricostruzione.
Nella vita di tutti i giorni sarebbe antieconomico per una ditta di ristrutturazione
Sì maledettamente antieconomico per un libero professionista. Noi al contrario dobbiamo ottimizzare per stare nei costi della produzione e facciamo i miracoli al volo.
A casa ti fanno fare gli straordinari, sei sposato?
Si ma non è lei che mi fa aggiustare, sono io che voglio farlo. Se chiami qualcuno non fa mai quello che veramente vuoi. Io bene o male so fare ogni cosa.
Guardate la tv?
Non molta, anzi. Qualche serie magari.
Avete figli?
Due bambini uno 16 ed una 7 anni, mia moglie è una libera professionista e non lavora in tv, riesce ad avere del tempo per loro adeguato alle esigenze di ciascuno.
Il tuo tempo libero?
Il tempo libero lo dedico ai figli, dopo che ho sistemato casa dove riparo il 99 per cento di quello che si rompe. Per me ci sono Lorenzo il più grande e Gaia. Diaciamo che prima sono un papà, poi lavoro in tv e a tempo perso faccio l’attrezzista.
Cosa dicono a scuola i tuoi figli agli amici, cosa fa il papà?
Per loro io vivo in un mondo fantastico, papà lavora in tv: conosce questo e quell’altro ed è amico di tutti… Chiaramente mi chiedono di portare un autografo. Agli amici dicono che il papà conosce Cannavacciuolo e Amadeus o chiunque conduca i programmi: io porto autografi e li accontento.
Vorresti che tuo figlio facesse il tuo lavoro?
Lorenzo deve fare quello che desidera fare veramente, poi se gli piace il mio lavoro è ok. Mi sa però che non ha capito proprio bene quello che faccio.