Andrea Cocco: “Pagherò la penale, il Grande Fratello non ha mai fine per contratto”
Il vincitore dell’undicesima edizione pagherà una penale per non apparire: leggi i particolari
Andrea Cocco conferma di essere il ragazzo onesto e autentico che l’Italia ha votato. Contro le ipocrisie e i conti in tasca fatti dai suoi colleghi di reality, il vincitore del Grande Fratello 11 ha deciso di opporsi alla schiavitù delle ospitate per contratto. Lo rivela in un’intervista choc, rilasciata ad Alessandra Menzani per il quotidiano Libero:
“Qualcuno dice: hai fatto il Gf ora non ti puoi sottrarre. Il mio contratto scade il 31 dicembre. Ma non mi interessa, piuttosto pago la penale ma in tv a parlare dei fatti miei non ci vado. E’ quasi obbligatorio che vada alla prima puntata del Gf12, il 24 ottobre. Se mi chiedono dei miei amori sto zitto”.
Andrea dice di non sopportare più il presenzialismo effimero, riferendosi implicitamente ai contenitori Videonews a cui ha dovuto cedere durante la love story, appena finita (se fosse sotto contratto anche quella, non è dato saperlo), con Margherita Zanatta:
“Ce l’ho con una certa tv. Quella dell’esasperazione della cronaca nera e quella dei reality show. Non mi trovo nel circo mediatico. Non so come ho fatto a fare il Grande Fratello fino alla fine. Volevo tornare in Italia dopo anni all’estero, anche se ho ho perso una cosa molto importante, la mia ex fidanzata Szilvia. Ora capisco che la vita privata possa essere compressa ma è come se Grande Fratello non avesse mai fine. Non ho mai staccato. Sono insofferente all’intrusione nella mia sfera privata. Mi ha dato fastidio sentirmi dire ‘adesso fai questo, adesso fai quello’ per contratto. Ho sempre deciso di testa mia. So che per questo sono criticato”.
Andrea dice di sentirsi osservato per strada, di essere imbarazzato per gli autografi e perché tutti “si sentono il diritto di chiedergli della sua situazione sentimentale”:
“Mi sento come un gladiatore nel Colosseo al tempo dei romani: utile per distogliere le persone dalle tematiche sulle quali realmente dovrebbero concentrarsi: politica, economia. Le scelte dei miei colleghi? Sono fini a se stesse. Con effetto di breve durata. Ma ognuno fa come crede”.
Infine, Cocco lamenta di non aver ancora ricevuto il montepremi dopo sei mesi. Ora dice di voler provare a fare l’attore, quantomeno per farsi apprezzare “non per aver bivaccato su un divano sei mesi”. E’ consapevole di avere una percentuale bassissima di riuscire. Perciò, se dovesse fallire, vorrebbe aprire un cocktail bar.
Questo ragazzo merita tutta la nostra solidarietà per essersi battuto contro il sistema, in modo lucido e coraggiosamente autolesionista.