Amish Mafia, su Discovery Channel il ‘braccio violento’ (e oscuro) della religione
Dopo aver conosciuto i ‘fuoriusciti’ di Breaking Amish adesso si possono seguire le avventure della ‘polizia’ di una comunità americana. Ma i dubbi sull’autenticità non mancano.
Tutto pronto per il debutto di Amish Mafia, nuova serie al via questa sera martedì 25 marzo alle 22.55 su Discovery Channel (Sky, 401). Il filone ‘amish’ sembra aver conquistato l’attenzione degli ideatori di programmi che sulla scia del successo di Breaking Amish hanno evidentemente deciso di esplorare altri aspetti della comunità religiosa che, sulla carta, ha finora respinto con decisione tutte le ‘sirene’ della modernità.
E così se finora si è guardato soprattutto ai ‘transfughi’, ovvero a quanti hanno deciso di abbandonare cuffiette e carrozze per seguire uno stile di vita all’occidentale, con Amish Mafia si guarda ‘dentro’ le comunità attraverso la storia e le vicende di Lebanon Levi e dei suoi uomini, chiamati a garantire la sicurezza e l’integrità della comunità di Lancaster, in Pennsylvania. In assenza di ‘istituzioni civili’ deputate alla giustizia e al controllo della comunità, Lebanon sembra ricoprire il ruolo di poliziotto, giudice e giuria, sia per dirimere le questioni interne alla comunità, sia per ‘punire i reati’ religiosi, sia per proteggere la ‘colonia’ dalle ‘intromissioni esterne’. E non sempre questa attività sarebbe ispirata dai più sani principi religiosi.
Questo almeno il plot della serie, di cui sono state realizzate tre stagioni, di 8 puntate ciascuna più alcuni speciali, di cui l’ultima attualmente in onda negli USA. E non mancano perplessità in patria sulla veridicità dei protagonisti e delle storie narrate: così come resta ‘dubbia’ l’autenticità delle storie dei ragazzi di Breaking Amish, così ha sollevato numerose polemiche sia la rappresentazione della comunità sia la reale natura della serie, che più che ‘docu’ sarebbe fictional.
Inutile dire che anche la scelta di usare il termine ‘Mafia’ è alquanto connotata: l’aspetto ‘arbitrario’, prevaricante, familistico e anche in un certo senso ‘violento’ e corrotto che porta con sé la parola nell’immaginario collettivo si trasferisce inevitabilmente in questa ‘rappresentazione’ tv, che sembra, quindi, voler portare sul piccolo schermo ‘la faccia oscura’ di una comunità che per molti è più vicina a una setta che a una chiesa di ispirazione mennonita. Rappresentazione che ovviamente la comunità Amish rifiuta, ma che Discovery Channel ritiene del tutto reale.
Il consiglio, come sempre, è quello di prendere le docu-fiction e i docu-reality con il giusto distacco e sempre con un tocco di sano spirito critico. E che il Signore sia con noi…