Amici ritorna alle origini con “Altri Amici” su Witty Tv
Partito l’esperimento di “Altri Amici” su Witty Tv con Pierluigi Diaco
L’atmosfera ovattata, rarefatta, quasi da sagrestia, che si respira fra gli “Altri Amici” di Witty Tv, fa riflettere su quanto sia sopita e nascosta la domanda di “ascoltitudine” che c’è fra i giovani di oggi. Senza retorica, anche se il rischio è sempre dietro l’angolo e con una piccola dose di cinismo generazionale, Pierluigi Diaco, interroga su Witty Tv i ragazzi che fanno parte della celebre scuola televisiva di talenti artistici chiamata Amici. Talent show questo in onda ora su Canale5 nella versione “show”, ora su Real Time nella versione “day time”.
Un piccolo, grande ritorno al passato per un programma che nacque proprio con questo piccolo, grande scopo: dare voce alla generazione dei giovani, nel lontano 1992, nel sabato pomeriggio di Canale5, con la conduzione della bravissima attrice Lella Costa. Di certo però, questo tipo di approccio televisivo, seppur diverso, non era nato in quell’anno, ma molto tempo prima. Nel 1969, in diretta, sulla seconda rete della Rai, andava in onda dagli studi della fiera di Milano Speciale per Voi. Il programma condotto da Renzo Arbore, proponeva un filo diretto fra un gruppo di giovani ed un cantante dell’epoca sulla cresta dell’onda.
Celebri furono gli interventi di Claudio Villa e Lucio Battisi, che risposero per le rime ai giovani dell’epoca, presenti in studio, oppure le lacrime di Caterina Caselli, pizzicata dai giovani in studio (video in apertura). Nella televisione dunque nulla si crea e nulla si distrugge. Il ritorno al primo Amici di questo esperimento, per ora via web, di Pierluigi Diaco su Witty Tv, tenta quindi di interfacciare i ragazzi di oggi, rappresentati dai componenti il cast di questa edizione del talent show di Fascino, con il mondo che li/ci circonda. Lo fa ponendo delle questioni a largo respiro. Talvolta fin troppo alla larga, correndo il rischio di “nozionizzare” in maniera approssimativa, tutto quanto il “creato”.
Chiaramente i tempi di trasmissione, compressi in 10 minuti, tendono a semplificare e la mancanza di un punto catalizzatore fra il conduttore ed i ragazzi, che nel programma di Arbore era il cantante di turno, fa sembrare il tutto una ricerca, anche appassionata e sincera, della frase ad effetto. Di uno slogan che possa essere scritto su di una lavagna, per altro presente nella sala relax, teatro di questo appuntamento. L’impronta dei filmati, anche molto belli, presenti all’interno della trasmissione, forzatamente compressi, rischia di spezzare una già difficile e tenue trama narrativa che, essendo questo un programma di costruzione in itinere, proprio nell’evoluzione dei contenuti verbali dei ragazzi deve avere il suo punto di forza.
La voglia di tentare di scavare all’interno delle idee dei ragazzi di oggi, attraverso il microcosmo del cast di Amici 2014, è da non sottovalutare. Questo può essere un primo passo per riprendere in mano un territorio in qualche modo abbandonato dalla televisione generalista di oggi (magari su Real Time) e forse non è del tutto casuale che la cosa avvenga su di una piattaforma non propriamente televisiva, dal sapore clandestino. Quasi che il figlio, mostri al padre una strada che il padre ha perso nel tempo, a favore di altre vie, più semplici e redditizie, ma forse meno appassionanti.