Amici: più le lacrime o le liti?
Ancora pochi giri di giostra e questa sesta, poco entusiasmante edizione di Amici sarà conclusa. Mettendo da parte i pronostici per la finale (i bookmaker inglesi, ne sono certa, punterebbero su Karima o Agata…), il dubbio che mi lacera è se, ai fini della classifica, valgano di più le lacrime a uso e consumo del
Ancora pochi giri di giostra e questa sesta, poco entusiasmante edizione di Amici sarà conclusa. Mettendo da parte i pronostici per la finale (i bookmaker inglesi, ne sono certa, punterebbero su Karima o Agata…), il dubbio che mi lacera è se, ai fini della classifica, valgano di più le lacrime a uso e consumo del pubblico o le liti con un insegnante. Le prime, grande costante dei programmi della De Filippi, sono un ingrediente classico di Amici: sollecitate con filmati di parenti, chiamate a gran voce da un pubblico assatanato, premiate con fior fior di inquadrature, le lacrime a fiumi garantiscono impennate di popolarità, specie in vista delle finali. Lo sa bene la pur dotata Karima, che in modo inversamente proporzionale a Giulia (passata con onore da “scricciolo” a “bulletto”) con lo stringersi dei tempi ha iniziato ad aprire i rubinetti a ogni occasione, schizzando subito prima in classifica.
Il secondo elemento, le liti professore-allievo, sono invece la grande new entry di quest’edizione. Apripista d’eccezione Agata, il cui collo del piede, grazie ad Alessandra Celentano, è ormai più celebre della torre di Pisa. Sull’onda della “sacerdotessa“, come Agata è stata definita dalla “compianta” Federica, si è mosso ultimamente Max (per gli amici Mèx), sfoderando di punto in bianco un tale vittimismo nei confronti della cattivissima, a suo dire, Grazia di Michele, da scalare a sua volta la classifica. Una tecnica infallibile, evidentemente, e ben più efficace dell’altra, obsoleta “tecnica”, ovvero la padronanza della propria materia di studio, su cui gli insegnanti si ostinano ingenuamente a insistere.