Amici: gli sbagli del serale
Un altro serale di Amici è QUASI terminato (santa pupazza, per il commentatore di poco fa… no, non è registrato, sono io che mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo…) e già si può avanzare un abbozzo di bilancio. Riservando a post-eriori i giudizi sugli allievi, qui evidenzierei un paio di difetti dell’appuntamento settimanale, che si suppone
Un altro serale di Amici è QUASI terminato (santa pupazza, per il commentatore di poco fa… no, non è registrato, sono io che mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo…) e già si può avanzare un abbozzo di bilancio. Riservando a post-eriori i giudizi sugli allievi, qui evidenzierei un paio di difetti dell’appuntamento settimanale, che si suppone essere quello di punta (escludendo i collegamenti di Sky vivo). Il primo è l’utilizzo del ralenti, una tecnica che nel cinema è obsoleta quando non relegata alla parodia (ed è vecchia anche lì) e che ancora più ridicola è in tv, dove va in totale contrasto con l’idea di diretta. Oltretutto, utilizzarla per la danza è un’arma a doppio taglio: così come evidenzia le perfette interpretazioni dei professionisti, anche le imperfezioni dei concorrenti vengono evidenziate. Il secondo è il meccanismo di sfide di gruppo a cavallo tra West side story in versione “tifosi” e rubabandiera. Il terzo, quello per cui ci si chiede quale tipo di strano accordo ci sia esattamente nel dietro le quinte, è la presenza di Daniel Ezralow, le cui coreografie “simpatiche” sono francamente fuori luogo e sembrano mettere in imbarazzo i poveri cantanti che accompagnano, e il cui atteggiamento “simpatico” è irritante almeno quanto le sue frasi ad affetto sul fatto che “ok i passi, ma io voglio vedere il cuore” (e se non sbaglio, una delle prime volte in cui è entrato in studio, ho visto un’ombra di insofferenza sulle facce dei professori, alquanto refrattari a farsi coinvolgere dalla claque). Infine, Platinette: darà colore, darà sapore, ma c’era proprio bisogno del suo illuminante Verbo?
PS
Siamo ora all’ultima prova. Potevo aspettare pazientemente la fine, così almeno non dovevo correggere abbozzare e adattare… ma che dire, mi disegnano così, rinco****ita.