Amici dovrebbe tornare più talent show e meno varietà? Tutti i pro e contro delle novità viste nelle ultime edizioni
Il programma di Maria De Filippi dovrebbe ritornare al passato?
Il serale dell’edizione 2013-14 di Amici ha registrato un calo innegabile di interesse da parte del pubblico e il fatto che un programma come Ti lascio una canzone, che si pensava fosse ormai privo di cartucce pericolose da sparare, abbia tallonato il talent show fino al sorpasso avvenuto in occasione dell’ultima sfida in ordine di tempo, ne è una prova fondata.
E’ un segnale che Amici non può trascurare. La difficoltà di rinnovare un format, che il prossimo anno raggiungerà il quattordicesimo anno di vita, è cosa risaputa ma il talent show di Maria De Filippi ha già dimostrato più volte di saper stravolgere la forma del programma senza intaccare più di tanto la sostanza, anzi valorizzandola maggiormente per quanto possibile.
E’ lecito interrogarsi se la voglia di Maria De Filippi di elevare il talent show a varietà, scelta che ha sempre avuto l’obiettivo di conquistare anche altre fasce di pubblico, non si stia rivelando controproducente.
Il seguente discorso riguarda, ovviamente, solo la fase serale del programma. E’ sottinteso che il day-time e lo speciale del sabato siano sempre stati talent-show allo stato puro.
I cambiamenti forzati e a volte fuori contesto visti nelle ultime due-tre edizioni del serale, però, potrebbero aver snaturato involontariamente l’intero format.
Passiamo in rassegna i lati negativi e gli aspetti potenzialmente positivi di queste modifiche:
1. Maria De Filippi è stata messa letteralmente k.o. da chi l’ha accusata di fregarsene totalmente degli allievi una volta usciti dal programma; da questa critica, è nata un’esigenza, quasi etica e morale, di promuovere gli artisti prodotti dal talent anche negli anni successivi alla loro partecipazione: il ritorno di Marco Carta nella scuola per la preparazione dell’album Necessità lunatica, l’edizione di Amici Big che ha oscurato di fatto gli allievi di quella stagione, la scelta di far esibire Emma e Moreno, seppur assoldati come direttori artistici, al solo scopo di far promuovere i loro album… La De Filippi dovrebbe liberarsi da quest’incombenza che si è autoinflitta: chi, dopo Amici, non riesce a camminare con le proprie gambe, affari suoi e così sia.
2. I siparietti di Ezio Greggio e Enzo Iacchetti, visti nelle ultime due puntate di Amici, oltre ad aver rivaluto la comicità di Colorado, hanno sentenziato che la comicità ad Amici non è inutile ma deve essere incline al contesto. Rivedere ad Amici, sketch vecchi come il cucco già visti in alcune edizioni di C’è posta per te, è stato triste oltre che anacronistico. Il target di riferimento di Amici sono i teenager e per gli inconsapevoli, è sufficiente un giretto sui social per capirlo. Gli unici comici che potrebbero funzionare sono quelli in grado di comunicare con i giovani. Un esempio: i PanPers, Angelo Pintus o i MalinComici sì, Greggio e Iacchetti, Brignano e Debora Villa no.
3. Nelle ultime tre edizioni, Amici si è accaparrata ospiti internazionali degni delle care e vecchie edizioni del Telegatto. Maria De Filippi ha parlato di veri e propri investimenti. Si può parlare di investimento azzeccato, però, un Harrison Ford sull’orlo dell’abbiocco o un Robert De Niro in sciopero di opinioni? Per un pubblico giovane, è interessante vedere un Michael Douglas o un Matthew McConaughey, di cui la presenza è passata quasi inosservata sui media nonostante avesse vinto l’Oscar per il miglior attore, mezz’ora prima? E’ chiaro che l’ingaggio di queste star è finalizzato per la conquista di un altro tipo di pubblico ma non è assolutamente funzionale al talent show. Se Amici è diventato un programma di successo in passato non è certo solo grazie ai teenager quindi questa rincorsa al tardone è del tutto inutile.
4. Parliamo della diretta. Sulla questione della registrazione, del televoto, dei costi, forse si sono già scialacquate fin troppe parole. La differita, a posteriori, non si è rivelata il male assoluto. Il pubblico, però, consapevole che non può intervenire sulle scelte, si aspetta perlomeno di vedere una giuria specializzata. Non si stanno mettendo in dubbio le interpretazioni soggettive della giuria attuale (anche se ce ne sarebbero da dire…): il problema è che le sole opinioni “di pancia” sono insufficienti. E’ fin troppo chiaro che è necessario aggiungere una seconda giuria, più tecnica e che argomenti più dettagliatamente le decisioni prese.
5. Il quinto punto può essere interpretato come un riassunto dei precedenti quattro. Amici dovrebbe tornare più talent show e limare l’eccessiva eterogeneità vista nelle ultime edizioni. Il famigerato ritorno al passato, ad esempio promesso dal Grande Fratello e praticamente non realizzato, potrebbe essere messo in atto con successo da Amici.
E’ doveroso sottolineare che questa analisi non è il frutto di una sola serata persa all’Auditel. I difetti erano visibili anche quando Amici primeggiava. Il guaio è che perseverare con gli errori porta irrimediabilmente ad una disaffezione parziale del pubblico.
Ciò che è effettivamente successo.