Amici 2010 – La semifinale. Duetti: Craig David con Emma, Venditti con Pierdavide e Pino Daniele con Loredana. I Big si ricredono sui talent?
Amici 2010 – prima della semifinale Che Amici non si regga più da solo, è inconfutabile. E che, sino a due anni fa, Amici fosse il programma più visto di Canale 5 nel secondo periodo di garanzia, battendo persino Grande Fratello, ce lo siamo dimenticati facilmente. Eppure, quest’anno la controprogrammazione di RaiUno è fortissima: laddove
Che Amici non si regga più da solo, è inconfutabile. E che, sino a due anni fa, Amici fosse il programma più visto di Canale 5 nel secondo periodo di garanzia, battendo persino Grande Fratello, ce lo siamo dimenticati facilmente.
Eppure, quest’anno la controprogrammazione di RaiUno è fortissima: laddove i competitor della De Filippi, in passato, erano le repliche di Sister Act o Medicina Generale, quest’anno la tv di stato sfodera fiction da record con Beppe Fiorello e Sofia Loren. E la concorrenza calcistica alla domenica era troppo agguerrita, per non rendere inevitabile uno spostamento al lunedì rivelatosi per ora lungimirante (Amici si è difeso con ascolti in crescita, raggiungendo i tanto sospirati 5.000.000).
Il merito è di una nuova formula, depurata dagli scontri con i professori e giocata su una competizione artistica mozzafiato che valorizzi i singoli talenti, supportati da big dello spettacolo italiano e internazionale. Formula che lunedì prossimo, nella semifinale, cambia ancora. Sciolte le squadre, parte l’uno contro tutti, che vede i concorrenti indossare la maglietta rossa delle sfide. I voti accumulati nelle singole sfide, unite al gradimento settimanale, comporranno la classifica determinante per l’accesso alla finale.
Rimane il fatto che prima Marco Carta e Alessandra Amoroso emozionassero anche da soli, mentre ora i loro eredi hanno bisogno del “viagra” di un duetto vip. Quegli stessi artisti che a X Factor vanno solo per far marchette ai propri album, ad Amici si spendono per i cantanti in gara, accompagnandoli nella prova Jolly. Un effetto, forse, ispirato dal grande successo di Io Canto, che ha visto succedersi grandi artisti – dopo tanti anni di snobismo – su Canale 5.
Altro giro, altra corsa. A meritarsi il cantante più di grido, ancora una volta, è Emma Marrone. La cantante pugliese, già favorita dal duetto con la desaparecida Anna Oxa, ora si esibirà nientemeno che con una star internazionale del calibro di Craig David, in attesa di tornare sul mercato con l’album di cover Signed, Sealed Delivered.
Loredana Errore e Pierdavide Carone dovranno, invece, “accontentarsi” di due cantanti italiani sicuramente monumentali, ma meno vicini al pubblico giovanile. La ragazza occhi cielo, che avrebbe meritato un supporter come Biagio Antonacci, si esibirà con Pino Daniele dopo il duetto con Lucio Dalla, mentre l’autore di Valerio Scanu passerà da Fiorella Mannoia ad Antonello Venditi.
In tutto questo scenario, il più penalizzato sembra il ballerino Stefano De Martino che non ha più rivali della sua categoria e sembra il più accreditato all’eliminazione, in vista di una finale tra i cantanti più pompati dai discografici tutto l’anno. Nonché l’eterno primo in classifica Matteo Macchioni, che ha perso l’immunità e avrebbe bisogno di Bocelli per bucare davvero lo schermo, non di Teona Dvali.
Leggete un po’ cosa diceva Daniele dei talent show fino a qualche tempo fa, riferendosi ai neo-vincitori Giusy Ferreri e Marco Carta:
“Sono in testa alle classifiche? Ma quelle classifiche contano qualcosa? Si tratta soltanto di intrattenimento momentaneo e cantanti di passaggio, frutto di format copiati dagli inglesi e dagli americani, trasmissioni che sono molto lontane da come si dovrebbe parlare di musica in tv.”
Venditti, invece, la pensava così:
“Trovo che il talent show sia un modo come un altro per farsi notare. Non c’è in Italia una vera e propria scuola che sforni professionisti. Questo, quindi, è sicuramente uno dei mezzi migliori per farsi conoscere. Sinceramente ho guardato la prima puntata di X Factor per curiosità ma Amici non l’ho mai visto. Comunque il fatto resta uno: secondo me, più che di cantanti, abbiamo bisogno di canzoni. E’ come nel cinema, ci sono attori bravissimi, ma senza sceneggiatori non funzionano. Non ho dubbi, Paolo Carta sarà bravissimo a cantare. Sì, insomma, Marco Carta. Il problema è se è anche in grado di scrivere. Perchè, se ci fa caso, la gente non si affeziona ad un cantante, ma alle parole che canta, allo stile e ai pensieri che rappresenta. Guardi Vasco, Ligabue, De Gregori. Non sono dei cantanti perfetti stilisticamente ma rappresentano un’idea, un genere. E trasmettono emozioni profonde al loro pubblico…”.
D’altronde, solo i cretini non cambiano idea. E i vari voltagabbana Linus, Renato Zero, Eros Ramazzotti… non sono mica cretini! Dire no ai talent significa, di questi tempi, rinunciare ai più ambiti passaggi televisivi. Oltre a rompere con le case discografiche che “impongono” loro di esserci.