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Amici 19, da dove ripartire? Tutte le idee che hanno funzionato

Le basi dalle quali Amici dovrebbe ripartire per la prossima edizione.

pubblicato 25 Maggio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 19:24

Anche la diciottesima edizione di Amici sta per giungere al termine, con la serata finale che andrà in onda questa sera, e l’appuntamento che, ovviamente, sarà al prossimo anno.

La diciottesima edizione del talent show ideato e condotto da Maria De Filippi, come sottolineato dal bilancio firmato da Massimo Galanto, si è rivelata insufficiente sotto molti punti di vista e considerato il fatto che la riconferma per la nuova edizione è, da anni, una pura formalità, la domanda che sorge spontanea è la seguente: da dove si può ripartire?

Quali sono state le peculiarità positive di quest’edizione da riproporre o sviluppare ulteriormente per la prossima edizione?

In questo serale, c’è stata, sostanzialmente, una puntata spartiacque, una puntata che ha segnato un cambio di rotta deciso più di quanto abbiano fatto le trovate pseudo-rivoluzionarie di Loredana Bertè sulle quali la stessa produzione ci ha marciato sopra, organizzando, ad esempio, il finto rientro di Mameli al fine di fare uno scherzo a Giordana, sul quale anche noi di TvBlog ci siamo cascati in pieno (con tutto questo pongo, provate a darci torto…).

La puntata sulla quale ci soffermiamo è stata la terzultima, la puntata in cui Maria De Filippi, congedati gli inutili direttori artistici, ha snellito il regolamento, eliminando, di fatto, le squadre e facendo gareggiare gli allievi, coinvolti in un “tutti contro tutti” dove l’esito della sfida era affidata ad un solo “organo” (televoto, giuria, commissione…).

Amici dovrebbe ripartire proprio da qui.

Un regolamento reiterato e rigido può avere i propri lati negativi, certo, ma quando si decide di mettere mano alle regole di un gioco, inserire unicamente varianti non è una bella mossa.

Quando si lavora per sottrazione, invece, il regolamento risulta più scorrevole e chiaro e il programma intero ne giova.

L’idea, quindi, è la seguente: un regolamento snello, comprensibile, veloce e accattivante (facile dirlo da qui ma ci sono autori ben pagati per fare tutto ciò) per la fase iniziale e un regolamento altrettanto snello, comprensibile, veloce e accattivante per la fase serale, con varianti, poche e ben argomentate e giustificate.

Dal punto di vista dello show, Amici, nella fattispecie Maria De Filippi, vive male il compromesso con il varietà causato dalla collocazione del sabato sera.

A volte varietà, a volte talent (con tutte le derive già sottolineate nel precitato bilancio), poi di nuovo varietà, poi di nuovo talent…

Amici, quindi, è un talent show ad intermittenza con sprazzi di varietà per assecondare un pubblico più trasversale possibile.

Dal punto di vista della forma, Amici è uno show di ottima qualità ma se la collocazione dovesse rimanere il sabato (e al 99% sarà così), Amici deve decidere cosa fare “da grande”.

O si punta sul talent show, fomentando anche le rivalità, le discussioni, le varie animosità reciproche tra i protagonisti, o si punta su un varietà stile Sanremo dove gli allievi si esibiscono (e basta!) e tutto il resto (ospiti, comici, giochi…) va a fare da cornice briosa e colorata.

Considerando che le discussioni, però, quelle genuine e non indotte, restano comunque il succo di Amici e la polpa di ogni talent show che si rispetti (e Amici è un talent show da 19 anni), la collocazione del sabato non deve essere un fattore limitante e, quindi, è consigliabile che Amici resti un talent show, come anche quest’anno ha fatto.

La scelta di Ricky Martin e Vittorio Grigolo, infine, ha denotato un fatto già noto che, ovviamente, non è una sorpresa: Amici è in grado di attirare grandi nomi.

Con Ricky Martin, Amici ha provato a mettere in atto un’operazione-Mika, non andata a buon fine a causa soprattutto dell’ostacolo linguistico (che non è un alibi ma è una colpa).

L’idea dei grandi nomi come direttori artistici, però, è ottima e considerando il fatto che la terzultima puntata di quest’anno ha svelato un’altra novità non da poco, ossia che le iconiche squadre dei Bianchi e dei Blu non sono così imprescindibili, si potrebbe pensare ad un piccolo pool di direttori artistici, a disposizione di tutti i ragazzi, composto da grandi nomi italiani ma soprattutto internazionali (a patto che imparino l’italiano…).

L’internazionalità dei nomi regala prestigio ad Amici e quindi, avanti così.

Riepilogando fino ad ora: regolamento chiaro, talent show nudo e crudo, grandi nomi.

Amici dovrebbe ripartire da qui, da questi fattori già testati in quest’edizione e anche negli anni precedenti.

E deve ripartire da Maria De Filippi, che resta sempre un’abile direttrice del traffico, deve ripartire dall’orchestra (buona idea, quella di reintrodurla), deve ripartire dal sabato sera affinché il giorno di messa in onda cessi di essere, come scritto in precedenza, un fattore condizionante per la forma e i contenuti, può ripartire da Giuliano Peparini, che garantisce un’identità ben marcata allo show intero, e può ripartire anche con una bella rinfrescata alla commissione e alla giuria esterna.

Il nostro contributo per Amici 19, l’abbiamo dato.

Amici di Maria De Filippi