Amici 10 e la lezione del duo Maionchi-Platinette
Maionchi e Platinette ad Amici 10 Era in canna ieri, il commento ad Amici 10, ma poi alcuni eventi hanno dirottato l’attenzione del sottoscritto, e così ne parliamo questa mattina.Dunque, sostanzialmente ad Amici accade quel che ci si poteva aspettare: il meccanismo dell’eliminazione cambia – clamorosamente? No, ovviamente, direi – e acquista, tutto sommato, più
Maionchi e Platinette ad Amici 10
Era in canna ieri, il commento ad Amici 10, ma poi alcuni eventi hanno dirottato l’attenzione del sottoscritto, e così ne parliamo questa mattina.
Dunque, sostanzialmente ad Amici accade quel che ci si poteva aspettare: il meccanismo dell’eliminazione cambia – clamorosamente? No, ovviamente, direi – e acquista, tutto sommato, più senso: i televotanti votano la squadra vincitrice, i vincitori nominano, i perdenti si esibiscono, la commissione decide. Poi, se passano tutti il primo vaglio, la commissione ne butta fuori uno. Funziona, mi pare. Quel che ancora non funziona è il concorrente della squadra vincitrice che si esibisce anche quando tutta l’attenzione è concentrata sul concorrente a rischio eliminazione. E infatti, il “senso” dell’esibizione doppia in questa fase viene spiegato più volte, con una ridondanza che ha dell’assurdo: da Maria a voce, per iscritto sul ledwall, con un crawl. E va be’, è una cosa da mettere a posto.
Per il resto, poche esibizioni nella prima parte del programma, e, globalmente, tanto, tantissimo talk. Tante discussioni. Tanti RVM con studenti contro. Live con docenti contro. Con argomentazioni stucchevoli e rivalità personali e spunti di discussione spesso ai limiti del tedio. Insomma, la componente talk che peggiora, dilaga, si ingigantisce e annoia mortalmente.
Però. C’è un però. Il però è rappresentato dal duo Maionchi-Platinette, che quando possono riemergere dal magma della monotonia degli scontri in studio o registrati, si rivelano una perfetta accoppiata da talent che spezza la monotonia imperante. E non hanno nemmeno bisogno di scritte che spieghino le loro battute.
La Maionchi con le sue sferzate e parolacce, Platinette con quel moralismo malizioso. La coppia può essere dura e tranchant, consolatoria e comprensiva, comica e divertente. Quando la palla passa a loro – troppo tardi – la sensazione è che Maria De Filippi rischi di perdere un po’ il controllo dello schema precostituito. Ma non è un male. Anzi. Funzionano. Danno una sveglia a un mortorio imperante. In un siparietto con una concorrente (Diana) le due “vecchie zie” che parlano anche di menopausa riescono addirittura a tirarle fuori quella voce che non c’era.
Sono fuori dalle dinamiche; ma soprattutto, non si prendono troppo sul serio. Ecco perché funzionano. E, davvero, a parte rarissime perle fra le esibizioni – alla fine uno degli RVM-scontro funziona e fa esibire Francesca in un modo che è, se non altro, rock; poi c’è la solita Giulia – tutto il resto è noia. E allora, spazio a Platinette-Maionchi, e gli altri, che ci credono così tanto, in panca per un turno.
Un po’ di ironia – e di autoironia – non ha mai ucciso nessuno. Nemmeno in un talent. Qualcuno potrà obiettare che c’è il rischio che diventi un altro programma. Rischio? Dopo dieci anni, sarebbe una benedizione.