Da tempo la televisione italiana – dal Festival di Sanremo ai programmi ‘giovani’ come Le Iene – ha abdicato, ossia ha scelto il monologo come stratagemma narrativo per – da una parte – portare alla ribalta, delegando spesso ad autori terzi, tematiche sociali delicate, divisive, discusse e – dall’altra parte – per produrre una quantità di contenuti facilmente spendibili sui social (un monologo in un attimo si può convertire in una pillola video potenzialmente virale), terreno fertilissimo per alimentare più o meno all’infinito dinamiche televisive. Una scelta – quella del monologo, simbolo assoluto della comunicazione unilaterale – che talvolta spinge il piccolo schermo in qualche strada apparentemente senza uscita.
Lunedì sera in chiusura del Concertone del Primo Maggio Ambra, a sorpresa, si è rammaricata per il fatto che l’intervento del professor Rovelli – andato in scena quasi due ore prima davanti ad una piazza distratta e stanchissima – non avesse potuto avere un contradditorio, in particolare per il riferimento critico al ministro Crosetto (mai citato esplicitamente dal fisico): “Qua non c’è censura, l’avrete capito: quando invitiamo i nostri ospiti lasciamo loro la libertà di esprimere la loro opinione, perché è importante (…) Dispiace che, non essendo un dibattito politico, nel caso del professor Rovelli, quando si attacca una persona precisa, ci dovrebbe essere un contraddittorio. Diamo a tutti la possibilità di parlare, però – ha chiosato Ambra – anche a tutti quella di rispondere e questa risposta è mancata. È un’opinione del professor Rovelli e se avessimo potuto avremmo avuto un contraddittorio. Non lo sapevamo e non è successo (…) Era doveroso dirlo“.
Il fisico Rovelli, chiamato a parlare – con un monologo! – di spese militari e guerra sul palco del Concertone in Piazza San Giovanni Laterano a Roma, aveva detto: “Lo sapete che in Italia il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, la Leonardo. È stato presidente della Federazione dei costruttori di Armi. Il ministero della Difesa deve servirci per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte“.
La sottomissione della tv alla forma del monologo – per sua natura ad una sola voce! – assomiglia ad una resa al mondo dei social, dove i monologhi (talvolta anche soliloqui) sono il pezzo forte di influencer, personaggi in vista e politici. Sempre più abituati a scegliersi le domande più comode (ignorando le altre), gli interlocutori (per esempio bloccando utenti e limitando o eliminando la possibilità dei commenti) e i tempi di risposta (eclissandosi e riapparendo alla bisogna), e sempre più allergici a confronti in tempo reale nel merito delle cose.
L’unica consolazione è che il caso Rovelli – proseguito nella giornata odierna con la replica del ministro e con la controreplica del fisico – ha riempito la casella ‘polemica al Concertone’ che, salvo la gaffe sui tifosi della Lazio per la quale Ambra si è scusata – stava clamorosamente rimanendo vuota dopo ore di diretta televisiva.