Il 2021 si è rivelato un anno pazzesco per i cosiddetti “altri sport” o ingiustamente chiamati anche sport minori.
Vaste platee di telespettatori, negli ultimi mesi, hanno gustato molteplici imprese sportive riguardanti gli sport che esulano dal calcio, dal record di medaglie dell’Italia Team a Tokyo 2020, con i prestigiosi oro di Marcell Jacobs, campione nei 100 metri piani e nella staffetta 4×100 (insieme a Lorenzo Patta, Eseosa Desalu e Filippo Tortu), alle recentissime imprese degli atleti paralimpici azzurri, dall’ancor più recente trionfo della nazionale azzurra di pallavolo agli Europei 2021 allo splendido percorso di Matteo Berrettini a Wimbledon, battuto solo in finale, da Novak Djokovic.
Aggiungiamo, a questo elenco, anche un successo prettamente televisivo, quello de Il Circolo degli Anelli, programma di approfondimento Rai ai giochi olimpici, condotto da Alessandra De Stefano, divenuto un fenomeno social in brevissimo tempo e quasi una sorta di benchmark per i programmi di approfondimento sportivo che verranno.
La domanda è semplice: riusciranno gli altri sport a capitalizzare questo 2021 ricco di successi, conquistando spazi mediatici anche al di là delle settimane “magiche” che coprono un evento sportivo?
Altri sport in tv: le “parentesi magiche”
La chiamano, appunto, “magia delle Olimpiadi” anche se, a volte, chiamarla leggera ipocrisia non sarebbe così sbagliato…
Perché interessarsi improvvisamente ad una disciplina sportiva che, al di là di quelle due settimane, si è soliti ignorare? È sufficiente un sentimento nazionalistico per giustificare una passione improvvisa per uno sport del quale, magari, non si conoscono neppure le regole?
Se la cosiddetta “magia delle Olimpiadi”, saremmo anche disposti ad assecondarla, una nuova domanda si impone con prepotenza: gli “altri sport” sono in grado di attirare attenzione presso il grande pubblico anche quando non si presentano queste “parentesi magiche”? In breve, l’interesse del grande pubblico, in questi mesi, è stato reale oppure no?
Già una volta terminati i giochi olimpici, ad esempio, le interviste, doverose per carità, ai medagliati, assumono un non so che di già visto. Non c’è più la novità e la sensazione che si avverte è quella di assistere ad un qualcosa già non più al passo con i tempi, arrivando alla considerazione finale, quindi, che tutto inizia e tutto finisce in quei 14 giorni.
Altri sport in tv: la componente extra-sportiva
Quando si parla di altri sport e grande pubblico, poi, se non c’è una componente extra-sportiva ad irrompere, a fare capolino, raramente, si rivela un coinvolgimento reale.
Un esempio lampante è il già citato Marcell Jacobs di cui l’attenzione del grande pubblico era più rivolta verso una sua ipotetica (poi, confermata) partecipazione a Ballando con le Stelle (che viene auspicata di default non appena si presenta un personaggio dal notevole potenziale televisivo, come Sara Simeoni) o alla sua collaborazione con Fedez.
I vittoriosi Europei di pallavolo sono diventati un caso quasi politico dove i tweet di Adinolfi riguardanti Paola Egonu suscitano più interesse rispetto all’impresa sportiva in sé. Eventuali approfondimenti sportivi, al grande pubblico, non sembrano interessare più di tanto.
L’interesse verso gli “altri sport”, quindi, dura il tempo di un trending topic, dove la prerogativa non è tanto godersi l’impresa sportiva e parlarne con credibilità ma parlare di essa in termini entusiastici, fanatici, quasi per moda, per la volontà di esserci e per il desiderio di parlare dell’argomento giusto al momento giusto. A volte anche non capire le regole di uno sport diventa quasi un vanto, visto che solamente essere presente e commentare l’argomento di moda è l’unica cosa che conta. Questo, almeno, è ciò che si nota, vivendo i social.
Passata l’onda, l'”altro sport”, purtroppo, torna ad essere ignorato, a meno che non si presenti una nuova nota extra-sportiva a ridestare improvvisamente l’interesse.
Lo sport più “fortunato”, da questo punto di vista, può essere considerato il tennis, che, tra grandi Slam e Finals, gode di riflettori accesi più volte all’anno. Per le altre discipline, non rimangono altro che le suddette “parentesi magiche”, appunto, gli Europei o i Mondiali.
Anche per quanto riguarda il calcio, in realtà, sui social, estemporanei esperti si scoprono tali e si espongono durante Europei e Mondiali ma il calcio, oggettivamente, gode di una copertura mediatica impareggiabile, se messa a confronto agli altri sport, e perpetua.
Auspicare che gli altri sport godano della stessa copertura mediatica è un’osservazione favolistica ma sperare in un interesse reale verso le discipline minori, e non solo quando in un atleta si nasconde un potenziale personaggio televisivo, forse, è chiedere tanto ma è anche chiedere il giusto.