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Alta Infedeltà, la banalità delle corna si fa soap su Real Time

Recensione in anteprima della nuova serie di Real Time che ha fatto discutere con la sua campagna stampa.

pubblicato 16 Marzo 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 17:20

Alta Infedeltà debutta stasera, lunedì 16 marzo 2015, alle 20.40 su Real Time, ma siamo già pronti a recensire la prima puntata che ruota intorno ad Alessandro, Francesca e a un personal trainer, Andrea, con cui la signora si rifà delle poche attenzioni che il marito, impegnato nella gestione di un ristorante, le dedica.

Il più classico dei triangoli, quindi, raccontato da attori, rigorosamente attori, che interpretano ruoli ‘scritti’ da veri adulteri, ‘cornuti’ e amanti. Uno ‘scripted reality’ – come viene presentato da Real Time – firmato dalla Stand By Me (in 20 puntate) che almeno in questi primi 24′ racconta storie talmente comuni da essere banali.

Alta Infedeltà | Trama Prima puntata | La storia di Alessandro, Francesca e Andrea

La vicenda in breve: l’amore tra Alessandro e Francesca nasce tra un caffè e un cappuccino (con anello di fidanzamento) nel bar di lui, scelto da lei per preparare la tesi di laurea (situazione molto ‘europea’). Dopo due anni felici di matrimonio, nel 2011 lui trasforma il bar in un ristorante. La ristrutturazione lo assorbe, lei si sente trascurata e in competizione con le colleghe della rivista di moda per la quale lavora.

Va così in palestra dove si lascia sedurre da Andrea, l’istruttore farfallone. Tre mesi di relazione da cui nasce anche un articolo di copertina con lui in bella vista, il marito che sospetta per una dedica maliziosa del PT su una copia del giornale trovata in casa, la gelosia che ristuzzica il desiderio di lei (che torna a far sesso col marito), il tarlo che porta Alessandro a diventa ‘indagatore dell’incubo’ spacciandosi per cliente ed estorcendo all’istruttore (fesso) dettagli sulle sue conquiste.

Alta Infedeltà - Prima puntata

Quindi un cellulare lasciato incustodito, le foto del tradimento che diventano cartoline da appendere in palestra, con conseguente ‘sputtanamento’ del Personal Trainer a tutta la clientela femminile che aveva usufruito dei suoi servigi extra. Il marito ha la sua vendetta, il personal trainer la sua condanna, la moglie la sua espiazione con la perdita di capra e cavoli. C’è anche l’appendice che ci spiega come è andata a finire: lei sta con uno stagista 25enne, il marito frequenta un’altra donna, l’amante ha cambiato città.

Alta Infedeltà | Racconto e confezione

Alta Infedeltà - Prima puntata

Lo schema di questa prima puntata segue il modello ‘lui’ distratto, ‘lei’ annoiata, ‘l’altro’ farfallone. Un grande classico. Lo schema punta alla beatificazione del povero marito che pensa solo al lavoro, alla condanna del palestrato senza cervello che pensa solo a sedurre le clienti e al pentimento della fedifraga pronta a scaricare la colpa sull’incosciente partner occasionale dalla bocca larga. E i feuilleton è servito.

La storia di debutto, quindi, affronta il tradimento secondo la più classica dinamica ‘causale’ della tipica storia di ‘sesso senza amore’. Anche lo sviluppo è dei più canonici: il cornuto non fa un esame di coscienza, l’amante è semplicemente funzionale allo svolgimento della trama, la donna non rivendica la gioia della ginnastica extra-coniugale. Il taglio, insomma, è proprio da ‘Famiglia cristiana’, tipico delle storie riportate da chi si vergogna di quel che ha fatto. Credibile, se ci si mette nella prospettiva di assistere alla ricostruzione di una storia vera, ma banale considerato che si tratta di una ‘vicenda’ (ri)scritta per essere verosimile.

Alta-Infedelta_20

La contestualizzazione di tempo e luogo (Roma, tra il gennaio e l’aprile 2011) serve a restituire da sensazione di veridicità, nonostante l’azione si muova su un doppio registro fiction: gli attori che interpretano i ruoli dei protagonisti vengono a loro volta interpretati da attori che mettono in scena la ricostruzione, come nelle più classiche delle docu-fiction. E non si può neanche dubitare che i narratori siano attori: una dizione così è difficile tra trovare persino nelle serie tv italiane.

Difficile non percepire la scrittura del soggetto, che cerca di dare una conseguenza logica a situazioni che nella vita quotidiana sono talmente comuni da non avere nessun appeal narrativo: penso alla costruzione della ‘causa scatenante’, ovvero la ristrutturazione del ristorante come motivo di allontanamento del marito, alla motivazione così circostanziata che porta Francesca in palestra (il lavoro nella rivista di moda), l’escamotage ‘fashion’ del servizio di copertina per innescare il sospetto. In fondo la noia della routine matrimoniale, la decisione autogratificante di andare in palestra o il tipico cellulare incustodito darebbero poco materiale per metter su una sceneggiatura.

Alta Infedeltà - Prima puntata

Il plot però accomuna milioni di storie di tradimento, anche se trattate, in questo caso, in maniera del tutto superficiale, senza nessun tipo di approfondimento emotivo e sentimentale. Non casuale, in questo senso, la scelta di un amante ‘fessacchiotto’ e ‘presuntuoso’, che si crede un latin lover, tutto muscoli e niente cervello. Un amante così aiuta la prospettiva del tradimento per colpa e non per dolo. Questa prima coppia non ha figli, altro dettaglio da non trascurare. Non c’è amore, il che rende tutto più semplice. Ma ci sono altre 19 puntate: mi auguro che le altre storie di Alta Infedeltà siano più ‘coraggiose’ e confido nella penna della Stand by Me per qualcosa di meno scontato.

Alta Infedeltà | Una soap ‘da vita vissuta’

Alta Infedeltà - Prima puntata

Manca la bilancia e siamo a Forum: il principio del giudizio del pubblico è insito del racconto. La morale della favola è espressa dal ‘come è finita’ che chiude la puntata. Lei si conferma una ‘ninfomane’ che alla fine conquista anche il ragazzo più giovane (ed evito commenti sulla scelta dell’outfit ‘didascalico’), il marito è rimasto ‘scottato’ dall’esperienza dell’amore tradito tanto da non volersi più impegnare, l’amante ha cambiato città e ha smesso di farsi i selfie after-sex (ma non si farsi le clienti, ovviamente).

Perché guardare Alta Infedeltà, insomma? Per lo stesso motivo per cui si guarda una soap: immedesimarsi nei personaggi e/o per sentirsi migliori di loro, per criticare e giudicare, per spiare le vite degli altri (e non a caso il logo del programma è proprio il classico ‘buco della serratura).

Alta Infedeltà - Prima puntata

Sul finale mi permetto di segnalare un paio di ‘errori di sceneggiatura’: mi stupisce che la moglie non abbia messo Andrea sul chi va là, magari mostrandogli una foto del marito dopo averlo visto una volta in palestra a seguito della dedica incriminata; mi perplime anche il finale, con l’esposizione delle foto di tutte le amanti del PT in bella vista, che avrebbe coinvolto mezzo quartiere. Insomma, nell’economia del racconto mi stona, ma del resto per far scivolare un racconto in fondo uguale a tanti altri una qualche forzatura serve anche. E in quanto soap bisognerà sospendere l’incredulità…

Io però confido nelle prossime puntate: finora la cosa più ‘innovativa’ è stata la campagna stampa #EnzoeLucia sul Corriere della Sera. E ho detto tutto.

Alta Infedeltà – Prima puntata

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