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ALLEGRI! TORNA IL GRAN CINEMA DI KATZONE…IN TV

Chi sia Katzone, ogni spettatore affezionato a Fellini lo sa. E’ un personaggio di Fellini nel film “La città delle donne”, anno 1979. L’attore che lo interpretò , Ettore Manni, bell ‘uomo, caratterista e comprimario, morì per un colpo sparato accidentalmente (suicidio?) a casa sua durante le riprese. Nota bene:Fellini fu costretto a cambiare finale

26 Settembre 2007 06:21

federico felliniChi sia Katzone, ogni spettatore affezionato a Fellini lo sa. E’ un personaggio di Fellini nel film “La città delle donne”, anno 1979. L’attore che lo interpretò , Ettore Manni, bell ‘uomo, caratterista e comprimario, morì per un colpo sparato accidentalmente (suicidio?) a casa sua durante le riprese. Nota bene:Fellini fu costretto a cambiare finale del film.
Ieri sera ho rivisto Katzone. Aveva i capelli di Bonolis, gli occhiali di Bonolis, la dizione di Bonolis, il gesticolare di Bonolis. Era proprio Bonolis che aveva accanto il solito maestro Laurenti che beve lavazza in paradiso e parla da scemo di guerra (film di Risi in cui c’è anche Beppe Grillo). Che siano una coppia anche nella vita? Pardon. Ma solo in paradiso.
Katzone nel film felliniano, è un collezionista di tette, piccole, medie e grandi. Un campionario sublime. Roba buona, autentica. Il Katzone di “Ciao Darwin” (ciao,ma quando te ne vai?) ha fatto una pensata delle sue. Ha messo in gara Vergini (e la prova del nove?) e le Rifatte(a colpo di sguardo). Uno spettacolo. Misterioso quello delle Vergini; invece palmare, a portata di palma ,quello delle Rifatte: nella bocca, negli occhi, nella fronte, nel naso, nelle chiappe, non si sa nella gnocca, e soprattutto nelle tette, di cui le portatrici insane mentali portavano con grande e maestoso trionfalismo. Si sa che in Italia il sesso, o il richiamo sessuale va a peso. Mentre in Francia,come insegnano le foto-manifesto di Oliviero Toscani, vanno i tipi anoressici dove non c’è neanche spazio per impiantere un grammo di silicone. Che pena!
Katzone-Bonolis ha fatto di tutto fra Vergini e Rifatte, le ha mandate in Africa da un Tarzan deficiente e da una geniale Cita e le ha fatte sfilare vestite da giorno, da sera, da notte, davanti a due maschiacci ballerini di cui sarebbe stato interessante conoscere il pensiero. A proposito, Franco Ferrarotti, sublime sociologo sempre in attività, qualche tempo addietro-l’ho citato in “Viziati 2”- in una inchiesta di Tv7 ebbe a dire una cosa su cui riflettere. Questa: come mai, si chiedeva il sociologo socio del brivido, i maschi vogliono le tette grosse, la “latteria”, e vogliono anche vedere, contemplare, toccare, usare(?) la posizione B del corpo (quella ,per intenderci, vietata a Miss Italia)? non sarà, continuava il socio, che esiste latente (?) una omosessualità che avanza? Già, dico io: pensiamoci su.
Credo che per evitare scenari futuri gay, Katzone-Bonolis abbia puntato sulla “latteria” sulle tette, anzi sulle maxi, sulle supertette. Alcune delle quali molto simpatiche. Come quelle ad esempio della estetista (?) pesarese che aveva un davanzale ballonzolante che sarebbe servito per reintegrare il vuoto pettorale (non pensate a quello mentale) di alcune delle colleghe Vergini. Signora, mi permette, con quelle tette avrebbe fatto arrossire Fellini e la sua Saraghina (“Otto e mezzo”).
Insomma, quel Katzone di Bonolis (non ti suicidare-televisivamente parlando-per favore) ha in compagnia con il suo Darwin e il maestro di musica ,che non fa più musica drogato com’è di caffè, rilanciato le Maggiorate che tanto avevano contribuito a far rinascere il cinema italiano dopo la seconda guerra mondiale e il neorealismo: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Maria Canale, Silvana Pampanini e così via, palpeggiando, a debita distanza dal grande schermo.
Nel frattempo, grazie non tanto a Darwin quanto ai prodigi della scienza chirurgica, sono nate le SuperSuperMaggiorate con cui la tv, surrogando il vecchio e obsoleto cinema, ci fa capire che non ci sono limiti alla provvidenza.
Ecco il vero senso della vita, caro Bonolis . Paolino che, quando non fa il katzone o non lavora con certa gente di cui non osa pronunciare il nome per rispetto, sarebbe pure simpatico. Se fossi in lui però un colloquio con il socio Ferrarotti lo farei. Per la tv di domani va meglio la “latteria” o la posizione, il fattore B? Ai… posteri l’ardua…scemenza.
ITALO MOSCATI