Alessandro Siani a Sanremo 2023 e il monologo-riflessione tra social e realtà
Alessandro Siani a Sanremo 2023: l’attore sul palco dell’Ariston per parlare di come la tecnologia sia diventata una trappola facile.
Alessandro Siani è stato una delle presenze comiche della terza serata del Festival di Sanremo 2023. In un orario particolarmente coraggioso (per non dire estremo, l’1:55 del mattino) ha sfidato la platea dell’Ariston, il pubblico ancora alla visione (e anche un po’ se stesso visto i continui rimandi all’orario tardo in apertura di sketch) portando un monologo ritratto della società di oggi. Ormai cotto e stracotto, il social è stato raccontato in mille sfaccettature nei suoi mille pregi e difetti, ciò che Siani vuole mettere in evidenza nella sua visione è una riflessione tra serio e faceto a proposito di una tecnologia subdola e un virtuale ipnotico, pronti a mettere sempre più all’angolo la realtà.
L’attore lo chiama “Il festival del selfie” e motiva “Qui si fanno fotografie ovunque: c’è gente che fa foto con i barman dei Cugini di Campagna, ho visto uno che si è fatto la foto con quello che ha fotografato Mengoni”
Tanti selfie, forse troppi: “Noi usiamo troppo il telefono, anche quando andiamo al ristorante facciamo la foto. Invece di mangiare, la prima cosa che fai è fotografare il piatto. Una sogliola mi chiese “mi puoi fare un’altra fotografia, sono venuta con gli occhi chiusi“.
Il controverso rapporto con le piattaforme e le serie tv può provocare dei cortocircuiti “pericolosi”: “Con il telefono vediamo i film, è bello vedere il film al cinema, anche a casa vedere un film è complicato. A casa c’è la persona che ami che si allontana per il bagno, è difficile scegliere la piattaforma, poi le categorie, poi i film, i film più visti, quelli che arrivano. Quando torna lei chiede “che hai messo?”. Io le amo le serie tv, ma non posso vedere 4 stagioni per capire chi è l’assassino. Io dopo 200 puntate ho capito chi è l’assassino, ma non mi ricordo chi è il morto. Me la devo rivedere di nuovo“.
Lo smartphone sempre in mano, i social che risucchiano dal reale, la ricerca del selfie perfetto, ma in tutto questo dove sta la felicità?
“Non è stare isolati in una stanza, la felicità nasce dal movimento, non dall’inerzia. La felicità è dietro l’angolo, l’amore un percorso ad ostacoli. Questa cosa che stiamo sempre con il cellulare in mano ci ha creato un meccanismo particolare. Noi ci stiamo trasformando. L’uso dei tablet ci sta cambiando. Di questo passo nel 4000 diventeremo Malgioglio“.
E conclude raccontando un episodio in cui un ragazzo si trovava in crisi non avendo amici, pur avendo “molti like”: “io mi sono emozionato leggendo questo articolo. Ho spento il telefono e si è accesa la vita, è stato un caso che non prendeva più, non andava whatsapp e siamo impazziti tutti. Un ragazzo stava in una piazza disse “chiamate un poliziotto, venitemi a prendere, ho paura“. Disse il poliziotto “ma dove ti trovi?” e lui rispose “Nella realtà“. Come in un paradosso, dove chi è – suo malgrado – assuefatto di virtuale si ritrova intrappolato in una dimensione che, invece, dovrebbe essere la normalità.
Il pubblico apprezza, lo applaude e lui, prima di congedarsi, ricorda la popolazione dell’Isola di Ischia, colpita lo scorso novembre da una violenta alluvione.