Alessandro Giuli e i “nuovi” opinionisti di destra nei talk show
Alessandro Giuli e i “nuovi” opinionisti di destra che vanno via come il pane nei talk show di tutte le reti. Ecco chi sono
“La cosa divertente è che per anni c’è stata una parte, che poi era la vostra….“, “No, io non sto qui a rappresentare un partito, rappresento delle idee“. Così Alessandro Giuli ieri sera nel corso della puntata di Otto e mezzo ha risposto a Michela Murgia, che lo voleva inquadrare come una sorta di portavoce della parte politica attualmente al governo. Una difesa/obiezione del giornalista di Libero (secondo Dagospia sarebbe stato “in corsa per il ruolo di portavoce istituzionale di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi” – la sorella Antonella èinvece la portavoce del neo ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato di Meloni), che è stata immediatamente sottoscritta da Lilli Gruber che da padrona di casa ha precisato che nel suo programma non ci sono parti e fazioni, bensì un confronto libero di idee.
Al netto delle dichiarazioni pubbliche, è evidente che i meccanismi televisivi, anche alle porte del 2023, continuino a prevedere la necessità di apparecchiare un dibattito tra rappresentanti di posizioni diverse, possibilmente opposte. D’altronde, per analizzare i primi provvedimenti del governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni e in particolare la cosiddetta norma anti rave è necessario – se l’obiettivo è confezionare un prodotto televisivo di appeal anche lato Auditel – affidarsi ad un osservatore ‘pro’ e ad uno ‘contro’. Tipo Giuli e Murgia (ieri Otto e mezzo ha fatto registrare il 7.2% di share, con oltre un milione e mezzo di telespettatori, nonostante su Canale 5 alle 21.00 sia stata trasmessa la partita di Champions League dell’Inter).
https://www.tvblog.it/post/1655944/dimartedi-quasi-rissa-tra-calenda-e-giuli-video-stretta-di-mano
Non a caso Giuli, e quelli della sua ‘parte’, negli ultimi tempi stanno facendo gli straordinari in tv. Ieri l’ex conduttore dei flop Seconda Linea e Anni 20 (Rai2) non era soltanto a Otto e mezzo, ma pure a DiMartedì, in onda sempre su La7 subito dopo il talk della Gruber. E lì è stato interpellato praticamente sugli stessi temi d’attualità politica già affrontati – con efficacia – nel programma dell’access prime time.
Francesco Borgonovo de La Verità, altro opinionista considerato in quota centrodestra, domani sera sarà su La7 a Piazzapulita (che lo ha strappato al diretto competitor Dritto e Rovescio), ma ieri era a Cartabianca su Rai3, dove ha presenziato anche il direttore di Libero Pietro Senaldi, altro profilo di tendenza in questo periodo.
Vanno via come il pane – ma nel loro caso si può facilmente tornare indietro nel tempo, agli anni d’oro del berlusconismo/antiberlusconismo – anche il direttore di Libero Alessandro Sallusti e di Panorama e de La Verità Maurizio Belpietro, che infatti continuano a frequentare con grande assiduità i talk show di prime time (e non solo). Nel daytime altre ‘firme di centrodestra’ spendibili in tv sono il direttore del Tempo Davide Vecchi, e quello de Il Giornale Augusto Minzolini.