Alessandro Gassmann: “Prima di fare questa serie, ho rivisto L’Attimo Fuggente” (Video)
Alessandro Gassmann a TvBlog: “L’idea di parlare di scuola, in un periodo in cui ha sofferto molto a causa del COVID, mi ha convinto”.
A partire da stasera, giovedì 11 novembre 2021, Alessandro Gassmann vestirà i panni di Dante Balestra in Un Professore, nuova serie di Rai 1, diretta da Alessandro D’Alatri e co-scritta dallo sceneggiatore Sandro Petraglia.
Dante Balestra è un professore di filosofia, che ama il suo lavoro e i suoi studenti, per i quali, in passato, si è anche messo nei guai con la giustizia. Tornato ad insegnare a Roma dopo anni di assenza, Dante applicherà il pensiero dei grandi filosofi del passato ai problemi dei suoi studenti, aiutandoli a ragionare con la loro testa. Dante si affezionerà particolarmente a Manuel, considerato la “pecora nera” della classe, ma, al contempo, ha un rapporto difficile con il figlio Simone.
Alessandro Gassmann ha interpretato un professore per la prima volta nella sua carriera e ne ha parlato, in prima persona, a noi di TvBlog, svelandoci anche i professori celebri del piccolo e del grande schermo ai quali si è ispirato maggiormente per affrontare questo ruolo. A Gassmann, infine, considerato anche il suo attivismo sui social, abbiamo chiesto un’opinione riguardante la gestione della scuola in questo anno e mezzo pandemico.
Alessandro Gassmann: le dichiarazioni
Cosa ha pensato quando è arrivata la proposta di interpretare un professore?
È la prima volta che interpreto un professore e mi ha stupito molto perché io ho avuto una carriera scolastica pessima, per usare un eufemismo, e, quindi, che chiedessero proprio ad una “capra” come me di interpretare uno di quelli che sono stati i miei acerrimi nemici da ragazzo mi ha stupito… Però mi è piaciuta tantissimo la grandissima scrittura di Sandro Petraglia e sapere che avrebbe diretto Alessandro D’Alatri mi ha immediatamente convinto che era il caso di farlo, che era il caso di parlare di scuola e di rapporti tra professori, genitori e ragazzi, in un momento dove i ragazzi e la scuola, in particolare, stanno soffrendo in maniera molto forte l’impatto del COVID e le regole che, giustamente, ci sono imposte.
In passato, lei ha parlato spesso della sua giovinezza un po’ “movimentata”. Quel periodo della sua vita, le è servito da ispirazione per questa serie?
In realtà no. In questa storia, ci sono tutti i tipi di studenti rappresentati, ci sono anche quelli che somigliano a quello che un po’ ero io a scuola, l’ultimo della classe, quello che, a scuola, non ci andava, la pecora nera, in qualche maniera… Quindi mi piaceva vederla anche dall’altro lato. Peraltro Dante Balestra, il personaggio che interpreto, è un professore di filosofia che io non ho avuto e che mi sarebbe piaciuto avere. Probabilmente se avessi incontrato nel mio percorso scolastico un professore come lui, anche la qualità dei miei studi sarebbe stata superiore.
Il professore è una figura storica sia al cinema che in tv. A quale personaggio del passato si è maggiormente ispirato?
Sicuramente, se uno vede la nostra serie, viene da pensare ad un capolavoro del cinema che è L’Attimo Fuggente, che è un film che ho rivisto prima di fare questa serie, film del quale siamo lontanissimi cugini, ma questa serie è la storia, appunto, di un professore anomalo che più che insegnare e giudicare gli allievi, li aiuta a ragionare e ad appassionarsi a quella che è una materia complessa e una scienza complessa come la filosofia. Quindi, credo che quello sia il film che mi è maggiormente piaciuto e che, dal quale, ho tratto sicuramente, ma molto modestamente, ispirazione.
Lei è molto attivo sui social per quanto riguarda il rispetto delle regole anti-COVID-19. Per quanto concerne la gestione della scuola, in questo anno e mezzo di pandemia, si poteva fare meglio o è stato fatto il possibile?
Questo non lo so dire. Sicuramente, io non avrei saputo fare meglio perché non sarei stato in grado di farlo. Ci siamo trovati davanti ad una tragedia, ricordiamo i morti, i camion a Bergamo, chi ha governato il paese in quei mesi e chi poi ha continuato a farlo, con l’arrivo di Draghi, si è trovato in mano veramente una tragedia, seconda soltanto alla Seconda Guerra Mondiale. Questi sono i numeri che abbiamo vissuto. Non so dire se la gestione della scuola è stata perfetta, probabilmente no, ma sarebbe potuto andare molto peggio.