Alessandra De Stefano e quella vetta con il traguardo della dignità
La chiave delle dimissioni di Alessandra De Stefano dalla direzione di Rai sport
Spiegare le dimissioni di Alessandra De Stefano è allo stesso tempo molto facile e molto difficile. Lei è stata probabilmente una delle -poche- decisioni prese da Carlo Fuortes senza l’eco di “buoni consigli”. Fuortes ha fatto tutto di testa sua quando un giorno chiamò la De Stefano per fare solo due chiacchiere e lei dopo un breve scambio di parole, rigorosamente con il “lei”, lo saluta, invece di trattenersi e in qualche modo sponsorizzarsi, perchè –ora devo lavorare-. In quel momento a Fuortes si è accesa la lampadina ed è arrivata poi la convocazione per la De Stefano al settimo piano per la nomina a direttrice di Rai sport.
Diciamo che è tutta qui, o forse in gran parte qui, Alessandra De Stefano, che dopo un sacco di chilometri percorsi in Rai, ha capito quale strada l’amministratore delegato di viale Mazzini aveva in mente per lei, una strada verso la vetta più alta, il “Pordoi” della testata sportiva della televisione di Stato, dove avrebbe trovato rogne, molte e soddisfazioni, poche. Lei lo sapeva benissimo, ma non poteva dire di no. Una che arriva alla vetta, dopo essersi sporcata di tanto fango per raggiungerla, non perde comunque il senso della vita, intesa come esperienze formative che una vera salita, su strade impervie e piene di buche, anche rese sdrucciolevoli dal maltempo, ti danno.
Una che è sempre stata abituata a lavorare a testa bassa, cosa vuoi che faccia? Che vada agli aperitivi a succhiare olive nei drink, magari facendo pubbliche relazioni fra giornalisti vanitosi o blogger intenti a raccogliere la dichiarazione sdrucciolevole (come le strade di cui sopra) per poi rilanciarla sui social prima e sui siti poi, o viceversa? No niente di tutto questo. Ecco allora che si mette a lavorare, si sporca le mani, magari pure sbagliando, ma solo chi lavora sbaglia. Sposta dai riflettori chi ha già avuto abbondante modo di farsi bella/bello, in tutti i sensi e fa lavorare chi ha negli occhi la luce viva e giusta di chi vuole raccontare lo sport al servizio del telespettatore (di chi paga il canone, qualcuno direbbe) e che fino a quel momento non aveva avuto la possibilità di farlo.
In una vita come questa i compromessi sono come le gocce che calano da un tetto imperfetto e che finiscono in un catino, li puoi sopportare, ma fino ad un certo punto, poi devi fare i conti con l’acqua che tracima, inevitabilmente. Quando allora qualcuno ti chiede di andare in video (ma un direttore potrà pur decidere chi va in video?) dopo che è a tutti gli effetti ancora in forza in Rai e con la “complicità” di sentenze di giudici del lavoro che in qualche modo obbligano i tuoi superiori a chiederti altri compromessi, allora ti accorgi che il catino è pieno e decidi di rimetterti gli scarponi e tornare da dove sei venuta. “Il coraggio è la più alta delle qualità umane perché ne garantisce tutte le altre” diceva il buon Winston Churchill, un aforisma a cui lei è molto legata.
Alessandra De Stefano dunque ha deciso di lasciare la direzione di Rai sport, non per fare un piacere ai suoi detrattori, ma per farlo a se stessa, davanti allo specchio del mattino. Sicuramente chi verrà dopo di lei farà meglio e il saggio Franzelli forse ridarà il video a chi lo vuole a tutti i costi, ma quel che è stato per la De Stefano è una fantastica scalata, con quella vetta su cui ha tagliato serenamente e a testa alta un traguardo, quello della dignità.