Aldo Dalla Vecchia e una tv da giornalaia: “Platinette l’ha lanciata Target. Al Bivio con Ruggeri c’era Alex Zanardi”
Aldo Dalla Vecchia, storico autore e giornalista tv, ripercorre nel suo ultimo libro Vita da giornalaia la sua carriera da addetto ai lavori
Chi, dei telemaniaci incalliti, non ha mai sognato una Vita da giornalaia, soprattutto nell’era pre-blog? In un’edicola c’era tutto quello che un appassionato di tv poteva trovare (articoli, interviste, anticipazioni, servizi fotografici esclusivi).
Su questo sogno proibito Aldo Dalla Vecchia, navigato autore e giornalista televisivo, ha costruito il suo ultimo libro, raccontando alcuni aneddoti davvero gustosissimi.
Ribaltando i ruoli e diventando per una volta intervistato (dopo aver dato voce a tantissimi personaggi dello spettacolo), Dalla Vecchia ricostruisce la difficoltà di un addetto ai lavori, attraversando i cambiamenti che hanno interessato il tubo catodico e lo hanno visto lavorare ai programmi più innovativi.
Il suo punto di partenza è Target, il programma che ha sconvolto la televisione (non a caso il suo papà era quel geniaccio di Gregorio Paolini, oggi guru de La vita in diretta 2.0):
“Con le inquadrature sghembe di Gaia De Laurentiis in primissimo piano, i servizi dal montaggio serrato, le rubriche fuori dall’ordinamento a partire dal famoso “Ciro Ciro” di Sandra Milano, divenne in poco tempo un programma di successo. Quando telefonavo a qualcuno per chiedergli un’intervista, bastava pronunciare la parola magica Target, e subito tutte le porte si aprivano. Famosi intellettuali, direttori di giornali, personaggi celebri a vario titolo, che ufficialmente disdegnavano il piccolo schermo, nella realtà avrebbero ucciso pur di comprare in trasmissione. La soddisfazione più grande per me sono i due Telegatti vinti con Target”.
Chi l’avrebbe mai detto che quella trasmissione è stata un trampolino di lancio per…
“Platinette, anche se tutti pensano che a scoprirla sia stato Maurizio Costanzo. E’ vero, ma non è del tutto esatto. Prima di Costanzo a far conoscere Platinette c’è stato il sottoscritto (insieme al curatore di Target Claudio Cavalli, da poco scomparso ndr) che l’aveva intervistata, affidandole subito dopo una rubrica di critica televisiva. Forse qualcuno se la ricorda ancora: c’era la Plati in giro per corso Buenos Aires a Milano genere Priscilla, issata su una decappottabile rosa AnniCinquanta che sfrecciava per la città, mentre lei declamava cattiverie assortite sulla settimana televisiva appena passata. Il personaggio e la rubrica piacquero a tal punto che Costanzo dopo poche settimane decise di invitare Platinette al suo show per lanciarla definitivamente” .
Poi Dalla Vecchia racconta di quando ha lavorato al Bivio di Italia1, per cui inizialmente era stato pensato un altro conduttore:
“Enrico Ruggeri fu un azzardo. Il primo nome era stato quello di Alex Zanardi, eravamo andati a trovarlo a casa sua a Padova e ci era piaciuto moltissimo: in più era l’esempio vivente di quello che era il concept della trasmissione, ossia la vita rivoluzionata da un evento improvviso e traumatico; poi però non si era trovato un accordo economico. Quando qualcuno disse: ‘Perché non Enrico Ruggeri?’ all’inizio ci fu un lungo silenzio, perché ci sembrava un’ipotesi assurda. Poi, poco a poco, l’idea che un tentativo con lui andava fatto prese forma, e mise d’accordo tutti. Andammo a trovarlo a un concerto. Fu simpatico e alla mano, non ci volle molto a convincerlo”.
E il programma più brutto a cui Dalla Vecchia ricordi di aver lavorato?
“Shake, me lo dico da solo che era inguardabile. Andava in onda su Rai2, era un magazine con lanci da studio, servizi e rubriche in cui Nina Moric, dentro una cucina coloratissima, azionava un frullatore e si leccava le dita con un’espressione voluttuosa, esclamando: ‘Mmmh… Ottimo questo shake!”. Ricordo che spesso veniva sul set Fabrizio Corona, allora suo marito, e si raccomandava con me: ‘Attenzione ai diti di mia moglie’. Per reazione, una volta, le feci recitare, in latino, un distico delle Egloghe di Virgilio. La pronuncia era un po’ esotica…”.
Questi sono solo alcuni dei gustosi racconti di una Vita tra edicola e piccolo schermo, dalla lettura consigliatissima.