Alda D’Eusanio querela Avvenire dopo il caso Max Tresoldi
La conduttrice a novembre scorso a La Vita in diretta definì non vita quella di un disabile in collegamento suscitando le proteste dei famigliari e del quotidiano cattolico. La Rai chiese scusa in seguito
Alda D’Eusanio ha annunciato all’AdnKronos di aver querelato l’Avvenire per l’articolo scritto dal quotidiano dei vescovi il giorno dopo la puntata de La vita in diretta del 4 novembre scorso quando la conduttrice scatenò un clamoroso caso. In quell’occasione la giornalista, ospite di Paola Perego e Franco Di Mare, commentò la vicenda di Max Tresoldi, un ragazzo risvegliatosi dal coma con gravi disabilità, parlando esplicitamente di “non vita”, mentre la madre e lo stesso Max erano in collegamento. Per quelle dichiarazioni rilasciate in diretta la Rai si è scusata e ha ufficialmente preso le distanze dalla giornalista. Che ora, difesa dall’avvocato Andrea Sciarrillo, sceglie di tutelarsi dal punto di vista legale:
Mercoledì scorso ho depositato una querela penale al Tribunale di Milano contro l”Avvenire. In quell’articolo il quotidiano della Cei mi ha descritta come una indegna di pensare oltre che di parlare. Ci ho riflettuto a lungo prima di sporgere querela, perché sono cattolica e mi dispiace avviare un’azione legale contro un organo di stampa cattolico. Ma il loro attacco mi ha ferita molto, e scriverò una lettera alla Cei spiegando il perché ho scelto di fare questa querela, un gesto per me molto doloroso.
Le parole della D’Eusanio nel contenitore di Rai erano state segnalate proprio dall’Avvenire, che aveva fatto scoppiare il caso mediatico costringendo la tv pubblica alle scuse pubbliche. La conduttrice parlando dell’articolo di Avvenire ha aggiunto:
Mi ha attaccato violentemente, dicendo che in 40 anni di lavoro ho fatto solo cose indegne, un curriculum che non mi appartiene. Sono molto colpita e mi rivolgo a Papa Francesco, al quale probabilmente scriverò una lettera. Con il loro attacco loro che si chiamano ‘Avvenire’, mi hanno tolto proprio l’avvenire.
Nel merito del caso, la D’Eusanio ha ripetuto ciò che già aveva detto intervistata dai colleghi di RealityeShow:
Io non ho né insultato, né giudicato, né attaccato nessuno. Ho solo portato la mia testimonianza di persona uscita dal coma, quello per cui ero stata invitata. Ho solo detto che non avrei avuto il coraggio di vivere in quelle condizioni, e ammettere di non avere il coraggio, visto che a volte ci vuole più coraggio a vivere che a morire, non significa giudicare le scelte degli altri. Non ho criticato la scelta di Max Tresoldi, che è felice come lo è la sua mamma. Ho solo detto che io non sarei riuscita ad essere felice in quelle condizioni. Qual è l’insulto?.