Adriano Celentano, da Rockpolitik a Rockeconomy. E l’anticasta sbarca su Mediaset
Il Molleggiato polemizzava con Berlusconi, ora arriva su Canale5, con Fitoussi, Rizzo e Stella. I paradossi dell’Italia telepolitica.
Tanto tempo fa, Adriano Celentano era addirittura l’idolo di una certa sinistra radical chic, e se ti permettevi di dire che quel che diceva era il nulla qualunquista ti beccavi insulti e mancava poco che ti dessero del fascista: come minimo, ti pescavi un “berlusconiano” o, su TvBlog, ti davano del “mediasettaro”, che era l’equivalente, da queste parti.
Ora, però, Celentano va su Canale5 e si porta appresso anche gli anticasta Rizzo e Stella (gli autori de La Casta, appunto), il che, spero che ne converrete, è un paradosso, e un’economista che è stato intervistato da Servizio Pubblico, per dire, e che ha idee decisamente interessanti a proposito della crisi (trattasi di Jean Paul Fitoussi). Il che sembra un altro paradosso, e trovo che lasci quella spiacevole sensazione che alla fine, tutto sommato, siano tutti d’accordo nel loro mondo separato dalla realtà e che le battaglie nel pollaio, fra poracci che non riescono a usare altri strumenti dialettici che darsi addosso l’un l’altro le lascino ai poracci, appunto (dopo averle mostrate in abbondanza in tv per dare il buon esempio, ma la tv, si sa, è show, e sono show anche le telerisse).
Ieri, a Domenica Live, quando hanno mostrato “tutte le polemiche di Celentano” (sic) si sono dimenticati proprio quella che vedete nel video, a Rockpolitik, quando, insieme a Roberto Benigni, metteva in scena una riedizione della lettera a Savonarola. Rivolta, però, a Silvio Berlusconi.
Adesso i tempi sono cambiati.
E così gli anticasta, che prima hanno fatto il giro dei vari servizi pubblici e di La7 – per molti il vero servizio pubblico – finiscono a Mediaset.
Ci finisce anche Celentano, per la prima volta in assoluto, all’Arena di Verona.
Chissà se questo riposizionamento, questo rimescolamento di carte, farà riflettere quelli che si fanno abbagliare dalle icone. Potrebbe essere una bella occasione per rispolverare un po’ di pensiero critico e per scoprire che, no, nelle esternazioni del molleggiato non c’è niente di rivoluzionario.
Colpisce anche l’evoluzione del titolo, quella sì figlia dei nostri tempi. All’epoca di Rockpolitik si pensava (o si fingeva di pensare? Forse ci siamo illusi tutti) che la politica fosse al centro della scena (in realtà, probabilmente, al centro della scena c’era il gossip).
Adesso, invece, l’economia ha soppiantato la politica. E non ci resta, ancora una volta, che l’indignazione di pancia. Su Canale5, però. Segno di una serie di clamorosi rimescolamenti, nemmeno troppo clamorosi. Precorsi da Alfano, ieri, al Tg5, dal punto di vista politico. Si sa, i riposizionamenti politici, in Italia, passano sempre dalla televisione, da un ventennio a questa parte.