Adrian chiude con uno show natalizio, un velo di tristezza, zero polemiche e un finale apocalittico: nel bene e nel male, è stato un evento
L’ultima puntata di Adrian.
La travagliatissima esperienza televisiva di Adrian, che ha accompagnato il telespettatore, praticamente, per tutto il 2019, si è chiusa questa sera, giovedì 5 dicembre 2019, con l’ultima puntata dello show Adrian Live – Questa è la storia… (già Aspettando Adrian…) e con l’atto finale del discusso (ma anche dello snobbato) cartone animato sul quale il Molleggiato avrebbe voluto che si riversassero tutte le attenzioni ma che, purtroppo per lui, non si è rivelato così.
L’esperienza di Adrian si è chiusa senza (ulteriori) polemiche: ciò che Adriano Celentano aveva da dire al proprio pubblico, l’ha proferito durante la prima puntata del secondo ciclo di Adrian, andata in onda cinque settimane fa. Il Molleggiato non ha rincarato la dose e, accettando il recente Tapiro D’Oro di Striscia la Notizia con sportività e autoironia, praticamente ha messo un punto sulla spinosa questione Auditel e sul mancato rinvigorimento degli ascolti dopo la cura ricostituente di questi 8 mesi.
L’ultima puntata di Adrian Live – Questa è la storia… si è chiusa, sostanzialmente, con uno show natalizio, nel segno della profonda fede di Adriano Celentano che è stata anche uno dei leit-motiv di queste cinque serate: Celentano ha regalato al pubblico la propria versione di Tu scendi dalle stelle e un’esibizione ne Il forestiero, canzone tratta dall’omonimo album “natalizio” di Celentano pubblicato nel 1970, ispirata dall’incontro di Gesù con la samaritana. L’esibizione si è conclusa con un reprise di Tu scendi dalle stelle, con Celentano, unitosi al coro, che ha salutato il pubblico con la mano alzata, nell’ultimo fotogramma dello show, avente lui come protagonista, che non ha mancato di provocare anche un velo di tristezza e di malinconia.
Poco prima, Adriano Celentano aveva praticamente nominato Marco Mengoni come proprio erede artistico, augurandogli un programma televisivo tutto suo e un futuro radioso anche come attore, in pratica, tutto quello che ha avuto lui in carriera.
E la nona e ultima puntata del cartone animato Adrian, risultato sempre indigesto nonostante gli “spiegoni” del bravissimo Alessio Boni, sicuramente, è quella che resterà maggiormente impressa nella memoria per il finale apocalittico denso di visioni ideologiche, che ha ricordato un’altra avventura professionale controversa di Celentano, il film Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì, e per il messaggio che il Molleggiato ha voluto diffondere con questa sua opera maestosa e sicuramente velleitaria: un giorno, la bellezza, con l’aiuto di Dio che avrà come portavoce la Donna, si ribellerà alle aberrazioni dell’uomo (politici e “palazzinari” in primis), inneggiando alla decrescita soprattutto con questo passo: “Il futuro è destinato a morire se non si porta dietro anche il passato…”.
Tutto questo tra un Bella Ciao, oggetto di recente polemica politica, donne giganti in intimo che distruggono grattacieli passeggiando tra il Duomo di Milano e la Basilica di San Pietro e Adrian che diventa l’allegoria di Dio, uno e trino, “che non invecchierà mai”.
L’uscita fuori luogo, che non poteva mancare e che farà ovviamente discutere, è racchiusa nel seguente dialogo:
– Io abitavo al terzo piano, quello che stanno distruggendo!
– Quindi ora lei rimarrà senza casa?
– Certo! Non è meraviglioso!?
Nel bene e nel male, Adrian è stato un evento, un unicum nella storia della tv italiana, un modo anche originale per uscire di scena, nonostante i mancati botti Auditel.
Lunga vita a Celentano, ovviamente, sperando che quel “Not the end” finale sia una promessa.