Home Rai 1 AdRai sulle nomine: «Così si uccide il servizio pubblico»

AdRai sulle nomine: «Così si uccide il servizio pubblico»

Durissimo comunicato stampa dell’associazione dei dirigenti Rai sulle nomine.

pubblicato 29 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:14


RAI – Rischia di passare quasi inosservato, ma è sicuramente un documento interessante, il comunicato stampa dell’ADRai (l’associazione dei dirigenti Rai – nell’immagine la home page del sito ufficiale) a proposito delle nomine di ieri. Perché è un vero e proprio attacco contro la lottizzazione partitica del servizio pubblico in senso lato e, nello specifico, anche contro le nomine effettuate. Si fa riferimento al passato in cui DC, PSI e PCI “controllavano” i tre canali e si affonda su un presente che non sembra cambiato, anziu, che è peggiorato. Arrivando al ridicolo, dicono i dirigenti.

Senza troppi giri di parole, il comunicato è un vero e proprio attacco frontale al cda della Rai

Un tempo si diceva 1 DC/1 PSI/1PCI/1bravo.

Oggi sembra sia successa la stessa cosa, per ottenerne alcuni bravi si è stati costretti a nomine assurde e inutili.Condirettori che comanderanno, forse, se stessi, con sedi dove non hanno truppe. Passo dopo passo siamo arrivati al ridicolo.

I dirigenti RAI non ci stanno. Così si uccide il servizio pubblico.


Il comunicato prosegue così, puntando il dito contro le nomine che vengono viste come sprechi in un periodo di grave crisi e preannunciando azioni per supportare le rivendicazioni.

L’ADRAI chiederà un incontro al Presidente e ai Consiglieri di Amministrazione per manifestare ancora una volta tutta la contrarietà a questi inutili sprechi, ancora più gravi ed inaccettabili nel momento in cui Dirigenti e personale hanno rinunciato, per senso di responsabilità, al pagamento del premio di produzione e dipendenti che guadagnano poco più di mille euro al mese sono in attesa di promozioni dovute da oltre un anno.

È ora di dire basta, l’ADRAI chiederà a tutti i sindacati e all’USIGRAI di partecipare ad una riunione per prendere una posizione comune sulle questioni fondamentali per la sopravvivenza del servizio pubblico, prima che lo sfascio sia irreversibile.

Rai 1