Home Notizie Addio a Gianluca Vialli. Le sue partecipazioni televisive e il racconto della malattia su Netflix: “Ho paura di morire”

Addio a Gianluca Vialli. Le sue partecipazioni televisive e il racconto della malattia su Netflix: “Ho paura di morire”

Addio a Gianluca Vialli. Il calciatore, morto il 6 gennaio 2023, aveva raccontato la battaglia contro il tumore a Cattelan su Netflix.

6 Gennaio 2023 10:29

Ha fatto sognare per decenni i tifosi del calcio, non soltanto per le sue imprese tra la Sampdoria e la Juventus, ma anche e soprattutto per i momenti di pura emozione che ci ha regalato con la nazionale italiana. Dai Mondiali in Messico nel 1986 a Italia 1990, passando per gli Europei del 1988, Gianluca Vialli è stato una presenza costante anche per chi non ha mai seguito da vicino il calcio, coi suoi modi eleganti, una repulsione per gli scandali non sempre diffusa tra i calciatori, soprattutto in tempi più recenti. E la triste notizia arrivata oggi, 6 gennaio 2023, a pochi giorni dall’annuncio dello stesso Vialli di doversi prendere del tempo lontano da tutto per potersi concentrare su questa battaglia, ha lasciato tutti col cuore spezzato.

Al di là delle sue imprese sportive, Vialli è stato a tutti gli effetti anche un volto rassicurante, pacato ed educato per il pubblico televisivo, fin da quando, nella stagione 1989-1990, è stato tra gli opinionisti del programma Settimana Gol su Italia 1. Nel corso degli anni, complice il ritiro dall’attività agonistica, i contatti di Vialli col mondo della tv sono aumentati: dopo esser diventato consulente per Sky Sport nel 2002, Vialli ha condotto il docu-reality Squadre da incubo su TV8, facendosi affiancare in quell’esperienza dall’ex collega Lorenzo Amoruso.

Gianluca Vialli

La malattia di Gianluca Vialli e il suo racconto della sua battaglia

Sempre restio a parlare di qualcosa che non fosse legato alla sua area di competenza, il mondo del calcio e dello sport più in generale, Vialli è sempre rimasto una figura un po’ misteriosa. Nel corso degli anni Vialli ha concesso poco o nulla della sua vita privata e forse anche per questo è riuscito ad entrare nel cuore delle persone. Qualcosa in più era emerso dopo il suo secondo libro, Goals, e il racconto della battaglia che dal 2017 stava affrontando contro il tumore al pancreas.

Anche chi è sempre rimasto lontano dal mondo del calcio non è riuscito a non commuoversi di fronte all’immagine dell’abbraccio tra Roberto Mancini e Vialli dopo la vittoria dell’Italia agli Europei di Calcio del 2020: era l’11 luglio 2021, subito dopo il trionfo italiano ai rigori contro l’Inghilterra. I due, da sempre amici fraterni, si sono stretti in un abbraccio celebrativo carico di significato anche alla luce dell’annuncio della battaglia che Vialli stava già affrontando da qualche anno.

L’intervista a cuore aperto per Alessandro Cattelan su Netflix

Memorabile è stata la sua partecipazione, in tempi recenti, al programma di Alessandro Cattelan su Netflix, Una semplice domanda. Gianluca Vialli si è unito a Cattelan nel suo viaggio alla ricerca della felicità raccontando la sua storia in modo onesto e diretto e il suo rapporto con la malattia, da lui definita “un nuovo compagno di viaggio“.

Se per esempio muori all’improvviso di notte, tante cose rimangono incompiute. Oggi so che ho il dovere di di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò. Quindi ti dà questa opportunità di scrivere le lettere, di sistemare assolutamente le cose“: così si era espresso Vialli, in tutta onestà, nel rispondere alle delicate domande di Cattelan. Un’intervista a cuore aperto in cui Vialli aveva spiegato la sua decisione di non perdere più tempo:

Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico: ho paura di morire.

Nel parlare del suo rapporto con la malattia, Vialli aveva raccontato di aver imparato a dare il giusto peso anche alle piccole cose:

La malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in la rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un’opportunità. Non ti dico che arrivo fino a essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia. L’ho detto più volte. Se mi mettessi a fare la battaglia col cancro ne uscirei distrutto. Lo considero una fase della mia vita, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi e mi dica “Ok, ti ho temprato. Ti ho permesso di fare un percorso, adesso sei pronto”.