Addio a Mino Damato, icona del giornalismo verace in Tv
Confesso che sapere della morte di Mino Damato mi lascia particolarmente scossa. Sono cresciuta con i suoi programmi televisivi, con la sua voglia di rompere gli schemi, con la sua televisione che era verace, passionale eppur altamente professionale. Si è spento il 16 luglio ma la notizia è stata diffusa solo oggi. Damato nasce a
Confesso che sapere della morte di Mino Damato mi lascia particolarmente scossa. Sono cresciuta con i suoi programmi televisivi, con la sua voglia di rompere gli schemi, con la sua televisione che era verace, passionale eppur altamente professionale. Si è spento il 16 luglio ma la notizia è stata diffusa solo oggi.
Damato nasce a Napoli 72 anni fa. E nel 1968 entra in Rai come giornalista. Il suo spirito di avventura e di conoscenza lo porta immediatamente a diventare inviato di guerra. Conosce e racconta gli scenari terribili di quegli anni: Vietnam, Cambogia e fu anche inviato speciale in Afghanistan dal 1979 al 1983 dove riuscì a realizzare per la prima volta nella storia del giornalismo moderno e televisivo una diretta via satellite dalle trincee.
Damato è un innovatore, dirompente, coraggioso, ricco di sentimento. Conosce i meccanismi della Tv e riesce dunque a coniugare l’esigenza di fare programmi con il rispetto della sua deontologia professionale. Nascono così trasmissioni che entrano nella storia della Tv: Tam Tam, una raccolta di 50 reportage giornalistici; Avventura, Racconta la tua storia; con Un Viaggio tra le stelle, negli anni ’70 inaugurò la stagione televisivi dedicata alla divulgazione scientifica; è del 1983, invece Rai Italia sera con una fantastica Enrica Bonaccorti, che ebbe vita per 220 puntate e fu una delle prime trasmissioni di soft news in diretta della Rai; Mino però esplose, televisivamente parlando, con l’edizione 1985-86 di Domenica In, quella della famosa passeggiata sui carboni ardenti (dopo il salto il video) che divenne poi il pretesto del tormentone di Beppe Grillo della passeggiata sulla pizza. Compagni di quella splendida edizione il Trio Soenghi, Marchesini,Lopez, Elisabetta Gardini e Gina Lollobrigida; seguì Alla ricerca dell’Arca, per tre stagioni, che portò su RaiTre ancora una volta la scienza in formato famiglia.
Si aprirono poi le collaborazioni con TMC , Rete4 e il ritorno in Rai, sempre con programmi validi e curatissimi in ogni dettaglio, che mostravano al pubblico il volto umano e professionale di Damato. Le esperienze di vita lo portarono a seguire molto da vicino le vicende di bambini sfortunati. Ricordo ancora la sua adozione di una splendida bambina rumena malata di Aids sottratta alla triste vita dell’orfanotrofio in uno Stato che era appena uscito dal Regime Ceau?escu. Purtroppo la piccola non sopravvisse alla terribile malattia e doppio merito va riconosciuto a Damato per aver portato informazione e conoscenza al grande pubblico italiano, senza ipocrite enfasi, del dramma AIDS. In quegli anni di questa infezione si conosceva ben poco e sopratutto la si legava esclusivamente solo a determinati stili di vita sessuale, escludendo perciò dalla possibilità di contagio gli etero e i bambini. La bravura di Damato fu quella di sdoganare un argomento così difficile, in orari e palinsesti familiari, legato a doppia mandata alla italica morale in fatto di sesso.
Era così Mino Damato, generoso fino all’estremo ma anche pragmatico. Sue le tante iniziative a favore dell’infanzia: la nascita della Onlus Bambini in emergenza e del gruppo di acquisto di latte in polvere LatteMiele. Infine, dal 2000 il suo impegno in politica perima con Alleanza Nazionale e poi con Forza Italia, fino alla creazione di una Lista in sostegno di Rutelli.
La passeggiata sui carboni ardenti, Mino Damato Domenica In 1985-86
[Foto | Mino Damato]