Abito da sposa cercasi – Palermo: poca emozione e molta misura, tra tradizione e modernità
Abito da Sposa Cercasi, la versione italiana al via con Enzo Miccio a Palermo: prima puntata live su TvBlog.
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22.12
In prima tv Matrimonio a Prima Vista Italia 6 Mesi dopo. E poi si cercano abiti da sposa con Miccio.
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22.26
Perché dichiarare le 22.15 quando iniziate alle 22.30?
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22.33
“Vuoi tu scegliere questo abito?” è la formula di rito, non il tradizionale “E’ l’abito giusto per te?”.
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22.35
Che meraviglia il commento con la cadenza siciliana…
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22.43
Le zie fanno le contestatrice.
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22.46
“Non mi dice niente e va bene per una ragazza molto magra”: amica? Sorella?
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22.50
Anche per Roberta arriva Miccio: si sposa in una chiesa sconsacrata senza tetto… Santa Maria dello Spasimo?
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22.52
E Miccio anche qui inizia a dare consigli per trovare il suo abito perfetto.
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22.56
Vuoi tu scegliere questo abito per il giorno più bello della tua vita? Eccola la formula completa. E una l’abbiamo risolta.
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23.06
L’amica si commuove: ecco, finalmente. “Se rimaneva con me era meglio” dice rassegnato il padre.
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23.06
Pubblicità.
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23.18
Uhm, niente di eccezionale, ahimé, in questa prima puntata.
Vista la prima, e non solo quella, puntata di Abito da sposa cercasi – Palermo viene da dire che la scelta dell’abito è la cosa meno interessante. Sarà perché l’atelier Barbara non emana quel fascino che esplode nella versione USA, sarà perché le spose sono altrettanto lontane dall’entusiasmo che appartiene alla versione originale che ci ha fatto sognare depositi magnifici e commesse magiche, sarà che è più facile immedesimarsi con storie lontane e fisici eccessivi (per bellezza o grandezza) che con le ‘sposine’ palermitane. Un paradosso forse, visto che chi segue da casa non è una taglia 38 e non ha 23 anni, ma le connazionali lasciano poco spazio al sogno così come al pathos della scelta, che poi è quello che piace e attira nella versione madre. Oltre al fatto che lì ci sono 2/3 spose in 25 minuti.
No, Abito da Sposa Cercasi non va visto come la versione italiana di Say Yes to the Dress, ma come uno spaccato del rapporto spose – abito – tradizione – mamme e anche come campione delle spose di fine anni ’10. Partiamo proprio da questo secondo aspetto: età media alta, dopo fidanzamenti decennali o meno, rapporti che iniziano per lo più nell’indifferenza della parte femminile e che vedono opere di convincimento da parte dei maschi. Un tratto comune anche ai matrimoni alla Sonrisa. E se c’è qualcosa che avvicina i due programmi realizzati dalla B&B film è più che altro nella capacità di usare il tulle come un filtro per raccontare altro. Anche se qui Palermo è solo un’aggiunta al titolo e una testa di Caltagirone sul set: se non fosse per la cadenza dei protagonisti e per qualche inserto in dialetto potremmo essere un po’ ovunque.
Il punto di forza del programma, però, è nella catena spose – abito – tradizione – mamme, con queste ultime che vogliono imporre la propria scelta. “Voglio/non voglio” è l’espressione che si sente usare di più alle madri: esigono parrini, protestano per la quantità di pelle esposta, pensano che i giusti valori della sposa si misurino in base alla profondità delle scollature, perché poi i preti altrimenti si distraggono guardando i decolleté (come del resto si conviene a un uomo di fede, no?). Per cui la logica è che una donna non deve provocare, altrimenti gli altri fanno pensieri ‘tinti’. Perfetto per il Terzo Millennio. E visto l’andazzo politico-sociale degli ultimi mesi, non ci può certo dire che sia dovuto alla mentalità sicula. In questo senso c’è chi spariglia, come il padre che vuole la figlia sexy all’altare, perché lui è masculo e ai masculi piacciono le fimmine provocanti. Anche se sono le proprie figlie. Compensano le nonne, solitamente le più avanti di tutte. In fondo il vero ‘conflitto’ in questa serie non è tra la sposa e l’abito (da trovare e soprattutto scegliere), ma tra madre e figlia. Il resto è un contorno.
In questo senso, la forza tv di Enzo Miccio ne esce indebolita, quasi ‘mortificata’, anche se nel ruolo di direttore creativo di questo atelier palermitano si adegua perfettamente alla parola d’ordine ovvero “tradizione”: dà consigli che sembrano cadere nel vuoto, sembra essere più entusiasta delle spose al momento della scelta. Anzi, le spose sembrano essere più convinte dalla sua presenza che dall’abito: per la serie, ora dico sì ora ma poi ne cerchiamo un altro, eh.
Per quanto riguarda il cast, la consulente Federica spicca per personalità, a fronte di una Cinzia più sottotraccia e a una proprietaria che non graffia. Confezione sempre impeccabile, anche se si odono effetti sonori e basi care al Castello, colonna sonora usata a corredo che non rinuncia a qualche controcanto ironico (anche se il momento della prova è delicatissimo, per chiunque). Mediamente qui il gioco ironico è ‘più sobrio’, anche con le grucce dorate e i divani a tema: la scelta dell’abito è una cosa seria. Fin troppo. Poca emozione per le nozze, emozioni sottotraccia: qualcosa è sopito in questo racconto. Forse si sente troppo il giudizio altrui, quello del pubblico a casa. E in un programma come questo fa da silenziatore…
Abito da sposa cercasi Palermo, diretta prima puntata
Abito da sposa cercasi Palermo, anticipazioni prima puntata
Da oggi Randy Fenoli ha ufficialmente un pericoloso competitor: trattasi di Enzo Miccio, incaricato di ricoprire il ruolo di consulente e direttore creativo nella versione italiana di Abito da Sposa Cercasi, al via questa sera, martedì 5 novembre, su Real Time (DTT, 31) a partire dalle 22.15. Come nel format USA, ormai una istituzione nel genere wedding, Abito da Sposa Cercasi si svolge in un unico atelier. Mettete però da parte l’haute couture cui guardano altri programmi ‘branded’ e dimenticatevi anche la Manhattan di Kleinfeld: con Miccio si va nella preziosa Palermo, con le sue cattedrali barocche e il suo gusto per i dettagli.
La versione italiana di Say Yes to the Dress, infatti, si svolge tutta nell’Atelier Barbàra, a Palermo: la proprietaria Piera e le due consulenti Federica e Cinzia sono le depositarie dell’esperienza e degli inventari degli abiti a disposizione, pronte a consigliare le clienti nella scelta del loro abito più importante.
In ogni puntata tre future spose arrivano all’atelier accompagnate da parenti, testimoni di nozze, damigelle e amiche, talvolta anche con i fidanzati. Maggiore è il gruppo di supporto, maggiori in genere sono le difficoltà cui bisogna far fronte. A questo si aggiungono le richieste particolari, le crisi d’ansia, la richiesta di miracoli, i conflitti familiari. In questa formazione già consolidata si aggiunge Enzo Miccio in veste di nuovo direttore creativo cui viene affidato il compito di coordinare e supervisionare i vari reparti dell’Atelier (accoglienza, esposizione, vendita, comunicazione, sartoria), ma soprattutto offrire la propria esperienza e consulenza alle spose in difficoltà. Il tutto senza dimenticare il tocco squisitamente siciliano, tra tradizioni, riti e credenze che diventano a loro modo un ingrediente del racconto: del resto la produzione è quella della B&B Film, che firma e realizza anche Il Castello delle Cerimonie.
Abito da sposa cercasi Palermo, come seguirlo in tv e in live streaming
Il programma è realizzato da B&B Film per Discovery Italia e consta di 10 episodi da 60′ tutti già disponibili in esclusiva su DPlay Plus, il servizio pay di DPlus, dal 5 novembre.