Abc in crisi: l’emittente televisiva americana costretta a “svendere” gli spot durante la diretta degli Oscar
Si dice che gli estremi di una crisi economica – o di un’eventuale ripresa – si scorgano prima di tutto dalla superficie dei fatti televisivi, in particolare dalla soglia dei contratti pubblicitari. Se ciò è vero, allora siamo nei guai, perché l’allarme arriva dall’America, la terra fertile per antonomasia. La cerimonia degli Oscar, infatti, che
Si dice che gli estremi di una crisi economica – o di un’eventuale ripresa – si scorgano prima di tutto dalla superficie dei fatti televisivi, in particolare dalla soglia dei contratti pubblicitari. Se ciò è vero, allora siamo nei guai, perché l’allarme arriva dall’America, la terra fertile per antonomasia. La cerimonia degli Oscar, infatti, che partirà nella notte di domenica 22 (per l’Italia) porterà nelle casse dell’Abc, l’emittente televisiva che trasmette ogni anno la diretta dell’evento, meno soldi rispetto al 2008.
Questo è dovuto al costo degli spot pubblicitari, drasticamente calato rispetto a dodici mesi fa: la cifra che lo show del Kodak Theatre racimolerà si aggirerà intorno ai 68 milioni di dollari, vale a a dire il 16% in meno del 2008. Addirittura marchi storici, che sono sempre stati in pole position quando si trattava di acquistare spazi strategici, si sono oggi fatti da parte: stiamo parlando di American Express, MasterCard e McDonald’s, senza contare la General Motors, il colosso dell’industria dell’auto costretto di recente a chiedere finanziamenti pubblici per evitare la bancarotta. Mica cotica.
Qualche numero. Secondo il Los Angeles Times, 30 secondi di pubblicità durante la diretta televisiva costano tra gli 1,4 e gli 1,7 milioni di dollari. Un anno fa ce ne volevano 2.