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A raccontare comincia tu è l’arte della scrittura

Raffaella Carrà e Renato Zero nella prima puntata della nuova stagione di A Raccontare Comincia Tu.

pubblicato 24 Ottobre 2019 aggiornato 9 Novembre 2020 14:45

A raccontare comincia tu” torna con la fragranza dell’empatia di Raffaella Carrà e con la sua genuina professionalità, ma torna anche con qualche piccola variazione nella confezione. La voice over dell’ospite che si prepara all’incontro con Raffaella è una di queste. La confezione è sempre elegante, sempre curatissima e raffinata: in questo non cambia. Se c’è una cosa che questa puntata con Renato Zero ha dimostrato con ancora più forza, anche rispetto alla scorsa edizione, è la cura nella scrittura: si racconta sì Zero, ma oltre piume e paillettes che non a caso vengono messe a ‘cornice’ nella scenografia di questo camerino avvolgente e ricco di dettagli.

Si va dentro i testi, quelli meno noti a chi ha una conoscenza superficiale della sua dscografia e più controversi, che toccano temi importanti e che sono stati cantati in tempi non sospetti, a sottolineare la forza ‘anticipatrice’ di Zero. Dalla pedofilia alla diversità, dalla depressione alla conteporaneità, dall’amarezza allo spaccato sociale: si guarda ‘dentro’ il travestimento e si riesce a toccare con naturalezza e con grande delicatezza tanti punti cruciali della vita, della carriera, della storia di Renato. Si va dal rapporto con i suoi al contatto con la periferia, passando per l’amore per la macchina da cucire, la voglia di esprimersi, il fuoco di esistere. Si arriva anche agli amori, dalla relazione mai finita con Lucy alla relazione con Enrica Bonaccorti, si tocca un nodo scoperto come l’amicizia con Loredana Berté. Si riesce però a portare in tv anche Nonno Renato senza macchiette, senza ironie, senza nessuna concessione al grottesco, senza malinconie, ma con la limpidezza e la trasparenza di una Carrà che ne parla in qualità di vicina di casa al mare. E portare nonno Renato in tv senza far perdere un briciolo del fascino dell’artista non è da tutti.

La prima puntata di questa seconda stagione di A raccontare comincia tu prometteva di raccontare l’artista Zero: ci è riuscito e non dubitavamo. E ha portato sul piccolo schermo anche un’altra cosa: l’arte della scrittura televisiva.

A raccontare comincia tu 2, diretta prima puntata 24 ottobre 2019

  • 21.09

    Pronti al ritorno di Raffa?

  • 21.12

    La voce di Raffa ci porta nel mondo di Renato Zero, raccontandocene l’infanzia.

  • 21.15

    Raffaella Carrà ha mollato l’auto quest’anno e sale su un tram: lei può tutto…

  • 21.16

    Un tram Linea Zero: guida lei. Di sicuro è il miglior mezzo di Roma…

  • 21.17

    Che belli anche i titoli di testa anche quest’anno: la classe.

  • 2117

    Questa volta c’è anche la voce over dell’ospite che si prepara all’intervista di Raffa con le sue ‘intenzioni’ comunicative…

  • 21.19

    Iniziano subito a battibeccare su chi ha iniziato prima a indossare mises stravaganti: per questioni di età, vince Raffa. “Ma anche tu quest’anno entri nella mia decina, sai” rimbecca la Carrà.

  • 21.20

    Si parte da Renatino, come lo chiamava mamma Ada…

  • 21.25

    Il trasferimento da Via Ripetta (in 7 in una casa) alla Montagnola, il padre poliziotto, la trasgressione e un estratto de Il Cielo, di cui si racconta la genesi: l’ha scritta a Ventotene quando aveva 15/16 anni.

  • 21.28

    “La follia è un segno distintivo per quelli che vogliono dare alla società un assetto diverso: Gesù, Leonardo, Michelangelo sono stati i folli… La follia ha infranto la solitudine che mi ha accompagnato da sempre”. Seguire Zero è faticoso anche in un dialogo guidato e registrato.

  • 21.31

    Gli esercizi di canto del papà di Renato col tappo: ma che belli Raffa e Zero che ridono.

  • 21.32

    E le foto restano uno dei momenti più intimi e piacevoli, senza retorica.

  • 21.34

    I coatti della periferia sono stati il suo banco di prova, i suoi primi giudici…. Ma li ha sempre trovati al suo fianco: si è fatto amare e, racconta, se li è sempre trovati accanto, anche nel momento del pericolo, a difesa.

  • 21.36

    Tanta musica, ovviamente, in questo racconto e anche tanti bei montaggi che uniscono più esibizioni di uno stesso pezzo, permettendo così di seguire la varietà e la bellezza delle sue trasformazioni.

  • 21.40

    “A Domenico FIacchini, che mi ha fatto crescere libero”, una dedica di Renato al suo papà poliziotto.

  • 21.42

    A 13 anni già faceva spettacolini nei cinema e nei teatri… E anche da grande fece teatro.

  • 21.45

    Si ricordano gli anni del Piper: Raffa non ricorda Renato lì. Lui era ‘piccolino’ e ancora non poteva andare la sera…

  • 21.46

    Al PIper Renato incontra poi Arbore e Boncompagni, che ne vengono conquistati. Boncompagni scrisse una canzone per lui, “parecchio brutta” dice Raffaella. Che bellezza… Pubblicità.

  • 21.51

    Si torna in camerino per raccontare di quella volta che Zero, ballerino, aprì il concerto di Jimi Hendrix.

  • 21.53

    Renato, Loredana e Mimì: inizia il racconto di una grande amicizia e di una carriera inseguita col sangue agli occhi.

  • 21.53

    Renato Zero e Loredana Bertè insieme in tv negli anni ’70.

  • 21.57

    Piazza Navona negli anni ’70 era frequentata da Zeffirelli, Pasolini e da una generazione di artisti, da Zero a Pino Daniele… “Questa collegialità s’è persa: manca la piazza, manca la frequentazione attiva…” dice Zero.

  • 21.59

    “Io volevo esistere: volevo avere una mia dimensione, una identità, un messaggio” dice Zero.

  • 22.00

    La visita per il militare la fece con un tanga floreale: “Volevo farmi conoscere anche dal generale del corpo d’armata…”

  • 22.09

    “Non capire gli altri e non essere capito”: questa è la principale paura di Renato.

  • 22.10

    La prima canzone che fece Renato Zero in tv? Depresso.

  • 22.12

    Raffaella legge il testo di una canzone sulla pedofilia, quando ancora non se ne parlava… “Qualcuno mi renda l’anima”.

  • 22.16

    Il momento Bertè è durato davvero poco. Una citazione e poco più.

  • 22.17

    Il grande amore artistico di Renato Zero è Mina… La Carrà lo dice con un po’ di misurata ‘offesa’. “Ho sempre adorato Mina” ed è anche l’unica che ha imitato nella sua carriera. “La sorella de Mina eri proprio” dice la Carrà con un pizzico di accento romanesco.

  • 22.20

    Un viaggio nella musica, ma soprattutto nei testi, nei messaggi del repertorio di Zero. Come ‘Onda Gay’. “La diversità è disarmante ancora oggi: non solo essere gay, ma anche essere fisicamente diverso”.

  • 22.22

    Parliamo di libertà per noi: e si parla di quello che hanno fatto insieme, come Fantastico 3. Vi dice niente “Viva la Rai”?

  • 22.25

    E si va nel 1988 con il Raffaella Carrà Show. Canale 5. Su Rai 3. Amen.

  • 22.25

    E poi Carràmba, nel 2008. Con tanto di sorprese.

  • 22.27

    E ad Amore nel 2006.

  • 22.31

    Periodo difficile con due dischi ‘sperimentali’ in un periodo difficile per la discografia…

  • 22.32

    Poi arriva la svolta nel 1991 a Sanremo con Spalle al muro. Che pezzone, di Mariella Nava.

  • 22.35

    “Ci proviamo a stare sempre sull’onda, con umiltà, passione ma soprattutto coerenza” dice Zero che tra poco parte in tour.

  • 22.36

    E per il finale si va in tram in giro per Roma… “Io sono come nonna Renata che ti portava dai parenti in tram e tu sei Renatino…”. “Mi sei venuta a prendere con una Ferrari su rotaia?”. Beh, adoro l’idea.

  • 22.38

    Zero racconta di un incidente con D’Agostino anni prima.

  • 22.39

    Si parla delle nipoti, Ada e Virginia, e della sua piscina ‘strana’, con la parte bassa più lunga delle altre perché lui non sa nuotare…

  • 22.41

    L’intervista continua e si torna all’infanzia, ai ricordi di bambino. “HO iniziato a divertirmi quando ho incontrato la macchina da cucire”: che bellezza.

  • 22.43

    Spazio anche per le sue esperienze nei musical, tipo Hair.

  • 22.45

    Pubblicità.

  • 22.49

    Si rientra e si è ancora in giro in tram… Mai fatte follie per amore? “L’ho sempre totalizzato…”. Non entra nel dettaglio. “Se hai la benedizione dagli altri riesci a mantenerlo un rapporto…”.

  • 22.52

    Uno dei grandi amori, Lucy, che è ancora vicino a lui: un affetto che non è mai finito. “La passione è come lo yogurt, ha una scadenza…”.

  • 22.53

    E si ricorda una relazione con Enrica Bonaccorti…

  • 22.55

    Una foto, un giudizio: “La Vanoni una sorellona fantastica; Anna Magnani, una visione; Patty Pravo, una grande amicizia”.

  • 22.58

    Momento Checco Zalone che definisce “il riscatto del sud”. Vabbè, forse finirlo 10 minuti prima… Ci pensa il Colosseo di notte a ridare un po’ di magia. Ci ha cantato la prima volta grazie a Bocelli: “Pensa, un toscano mi ha fatto entrare ‘a casa mia’.

  • 23.00

    Fellini un benefattore per Zero: gli faceva fare molti film tra i 17 e i 20 anni, con le pose di notte, che valevano di più. Lodi a Jovanotti,

  • 23.03

    Un momento del concerto di Raffaella in Emilia Romagna nel 2012 dopo il terremoto.

  • 23.03

    E ancora su David Bowie e sul glam… Ma cosa pensano le nipotine dei travestimenti del nonno? “Sono affascinate” dicono. Ecco gli amori di Zero e l’idea di Nonno Renato sono tra gli spunti migliori. Così come la caoacità di andare oltre alle piume e alle paillettes, recuperando testi d’avanguardia e portando la sua scrittura nell’epoca e oggi.

  • 23.08

    Altro personaggio, Venditti.

  • 23.09

    E si torna a Loredana: “Loredana… eh, Loredana. Le auguro tutto il meglio. Ha lavorato tanto e merita tutto il successo che ha. Il suo segreto? Fregarsene delle convenzioni, del bigottismo, lei è rimasta sempre Loredana

  • 23.10

    Si raccontano due aneddoti buffi…

  • 23.12

    E si parla di Fonopoli, del suo progetto utopistico che non è mai andato in porto… “E’ morto perché è morta la famiglia, l’idea di famiglia che un tempo era propria del teatro…”.

  • 23.14

    E i saluti guardano al futuro: “Viviamo in un’epoca di grandi potenzialità”. Nessuna chiusura ai ‘tempi che furono’. Chiosa con voce fuori campo di Raffaella Carrà, che stava bene anche in apertura. La colonna sonora è Dancing Queen. “Non ho mai trovato nessuno, da Marco Travaglio a Orietta Berti, che mi abbia detto che non gli piace Zero”.

  • 23.16

    E la prossima settimana Raffaella Carrà incontra Loretta Goggi.

A raccontare comincia tu, anticipazioni 24 ottobre 2019

Quattro nuove puntate, quattro nuovi incontri tra ricordi e storia della tv per Raffaella Carrà che torna questa sera, giovedì 24 ottobre, alle 21.20 su Rai 3 con A Raccontare Comincia Tu, tra i programmi rivelazione della scorsa stagione.

Siamo al secondo ciclo di appuntamenti che hanno visto il ritorno della Carrà alla tv in veste di autrice e intervistatrice e che lo scorso anno ha regalato alcune chicche, come le interviste al maestro Riccardo Muti (una scoperta), a Sophia Loren (un incontro tra regine) o quella a Paolo Sorrentino (una conquista). E quest’anno il menu non è da meno: si parte con Renato Zero, grande amico di Raffaella e simbolo di una pagina di storia dello spettacolo e del costume italiano che ha visto anche la Carrà tra le sue protagoniste: si continua con Luciana Littizzetto e Vittorio Sgarbi, anche se la puntata più attesa, dopo il debutto, di questa nuova stagione è la seconda, che vedrà insieme Raffaella e Loretta Goggi. Un momento di tv da restituire agli annali.

Lo stesso racconto procede grazie al contributo del patrimonio conservato nelle Teche Rai: il viaggio nelle storie individuali e collettive di ospiti, conduttori e pubblico si sviluppa tra estratti, spezzoni e ricordi di quanto vissuto e trasmesso dalla tv.

A Raccontare Comincia Tu, anticipazioni prima puntata: Renato Zero

Un’intervista nel camerino ideale di Renato Zero ‘Il Folle’, come recita il titolo del suo nuovo tour, tra poltroncine bianche dal pelo lungo e grandi manifesti di Zero nelle sue trasformazioni più iconiche. Tra piume e paillettes, a sorseggiare caffè e a esorcizzare il tempo, l’infinito tempo di una (anzi due) carriere indimenticabili.

A raccontare comincia tu, il format

Ispirato al format spagnolo Mi Casa Es La Tuya, A Raccontare Comincia Tu è prodotto da Rai3 in collaborazione con Ballandi Arts. E’ programma di Raffaella Carrà, Sergio Iapino e Giovanni Benincasa, scritto da Raffaella Carrà, Giovanni Benincasa, Salvo Guercio e Caterina Manganella, con la regia di Sergio Iapino e Luca Granato e la direzione artistica Sergio Iapino.

A raccontare comincia tu, second screen

Non proprio agevole l’hashtag della trasmissione, che non si concede diminutivi e acronimi: per commentare sui social bisogna usare #araccontarecominciatu.