Roma Fiction Fest – Visti per voi – Il bene e il male – R.I.S. 5 – Chirurgia d’urgenza
Giornata di presentazioni ufficiali per la lunga serialità all’italiana, quella di oggi al Roma Fiction Fest. Non avendo il dono dell’ubiquità ci si concentra sul terzetto proposto in Sala 5 del Multisala Adriano.Si comincia con Il bene e il male. Il promo è accattivante, la serie appare ben girata e strutturata. L’impressione globale è di
Giornata di presentazioni ufficiali per la lunga serialità all’italiana, quella di oggi al Roma Fiction Fest. Non avendo il dono dell’ubiquità ci si concentra sul terzetto proposto in Sala 5 del Multisala Adriano.
Si comincia con Il bene e il male. Il promo è accattivante, la serie appare ben girata e strutturata. L’impressione globale è di una serie che sta provando a fare qualcosa di diverso, sicuramente di diverso rispetto al pubblico di RaiUno cui è dedicata (messa in onda prevista a gennaio 2009). Una scommessa, come sottolineano un convincente Gianmarco Tognazzi e una Bianca Guaccero evidentemente molto coinvolta nel progetto, per una produzione che tenta di seguire la strada maestra tracciata dai fratelli maggiori americani, con producer molto presenti sul set e story editor ringraziati a scena aperta dal duo di attori protagonisti. Ci si augura che le aspettative siano confermate con la messa in onda.
Non altrettanto positiva l’impressione delle due produzioni made in Valsecchi che seguono: R.I.S. 5, la cui linea orizzontale appare reggersi sulla fantomatica setta degli eletti. Siamo alle solite, nessun elemento di novità – se non per quanto riguarda il cast – un buon Dighero – anche come intrattenitore per il pubblico in sala – e tutto il resto che rientra nel panorama del già visto. Incluso il fatto che non si capisce per quale motivo R.I.S. dovrebbe scimmiottare 24. Incluso il fatto che non è girato né scritto né recitato come C.S.I. Ma questo si sapeva. Il cast fa il suo, partecipa alla presentazione come chi si trova per il quinto anno a fare un prodotto che sì, insomma, tutto sommato diverte ma si trascina.
Dolenti note, almeno a giudicare dal promo proiettato oggi, anche per il medical prossimo venturo: Chirurgia d’urgenza. Se in R.I.S. c’era una forte sensazione di dejavù, qui siamo al clone del clone del clone, con tutto il repertorio dell’italianità: schiaffi e insulti, medici eroi e emozioni più descritte che provate, per una regia senza infamia e senza lode, un compitino che nulla ha a che vedere con i grandi modelli di Grey’s Anatomy e Dr. House.