Usa la testa! Un numero zero che fa ben sperare
A voler sempre trovare il pelo nei numeri zero si finisce per non accontentarsi mai. Per questo, tra le belle speranze della prossima stagione tv, ci mettiamo a buon diritto Usa la testa!, un game show che mischia efficacemente la competizione del quiz e la leggerezza del varietà. Mentre il programma va ancora in onda
A voler sempre trovare il pelo nei numeri zero si finisce per non accontentarsi mai. Per questo, tra le belle speranze della prossima stagione tv, ci mettiamo a buon diritto Usa la testa!, un game show che mischia efficacemente la competizione del quiz e la leggerezza del varietà. Mentre il programma va ancora in onda (è ovviamente registrato) ci lanciamo in qualche valutazione a caldo.
La prima mezz’ora è scivolata leggera, con un’ottima gestione dell’alternanza di registri diversi. Caterina Balivo appare decisamente più a suo agio alla conduzione di format (in questo caso il francese The Ultimate Mind Quiz), riuscendo a leggere la scaletta senza doversi impelagare in siparietti a braccio. La formula è talmente “agonistica” di suo da poter essere affidata a un Facchinetti qualsiasi, pronto a incitare al tifo e scaldare gli astanti. In questo caso, probabilmente, la differenza la fa solo il suo “balconcino” in bella vista.
Ma la vera intuizione di Usa la testa! sta nel trovare sempre un pretesto per non farti cambiare canale. Con la scusa della scritta in sovrimpressione che invita a prestare attenzione, il telespettatore si sente coinvolto e incuriosito dal meccanismo. E’ l’essenza della fruizione catodica di nuova generazione: non più show-polpettoni, ma mosaici interattivi alla You-Tube con contenuti di vario genere. Persino un’esibizione di Bobby Solo, che farebbe scappare chiunque, diventa funzionale alla gara e merita la medesima concentrazione di un quiz di logica.
Ancora una volta c’è un po’ di tutto, una zuppa mista di ingredienti di successo: le squadre di Amici, in questo caso curiosamente distribuite in fasce anagrafiche, una miriade di concorrenti in studio – ben 200 – capitanati da 4 vip come ai tempi di Passaparola e, soprattutto, quel pizzico di cultura generale e filmati di repertorio che fa tanto Fratelli di Test (e più in generale Mamma Rai).
Per non parlare della giuria, ormai immancabile in qualsiasi competizione televisiva. In questo caso ritroviamo un imperante Alessandro Cecchi Paone, che fino a pochi minuti prima era con le Veline, e un aziendalista come Mario Tozzi (desideroso di riscatto dal flop di Colpo di genio?). E si intravede anche un’ottica un po’ più scientifica, con l’esperto che motiva la validità logica dei singoli quesiti e la loro funzione di “palestra della mente”.
Non manca proprio nulla a Usa la Testa!, che si sposa perfettamente con il target familiare-rassicurante di Raiuno, ma con un pizzico di verve in più assicurato dalla brillantezza del format. C’è La sigletta-tormentone “Il tuo cervello non pesa un chilo”, ci sono le coreografie di qualità di Bill Goodson e la simpatia è assicurata con ospiti come Marina Ripa di Meana e Giancarlo Magalli. La prima, come sempre, è una garanzia quando si tratta di sfottò e goliardia, mentre il secondo non abbandona neanche un istante il suo sarcasmo.
Tra l’accanita determinazione dei “nipotini” presidiati da Federico Russo dei Cesaroni e qualche domanda sciocca alla “Box Game” la trasmissione si merita quantomeno una sufficienza, con una seconda chance in garanzia che l’aspetti al varco. E un Carlo Conti che, ahinoi, saprebbe valorizzarla al meglio.