Servizio Pubblico su La7, l’insensato reality show sul leader lo vince il ministro Giarda
La prima puntata della nuova stagione del talk condotto da Michele Santoro. Ecco cosa è successo.
Tre lunghissime ore di diretta. La prima volta di Santoro su La7 con Servizio Pubblico è iniziata con il marchio di casa. Dopo il racconto della sua visita ad Arcore (una sorta di outing) fatto nell’anteprima dal conduttore, Luca Bertazzoni ha inseguito per strada i parlamentari condannati (e/o indagati) ribadendo ancora una volta quanto i nostri politici siano lontani dalla vita reale. Niente di nuovo, insomma, il solito Santoro populista, direbbero i suoi detrattori, il solito Santoro che mette spalle al muro senza paura i politici, direbbero i suo estimatori. In studio però il programma ha preso una piega diversa.
Ne è venuta fuori una puntata a tratti – soprattutto nella prima parte – noiosa. E’ stato necessario l’intervento di Luisella Costamagna per accendere il dibattito con i politici presenti in studio. C’è voluta una giornalista che invitasse Renzi a dire qualcosa di sinistra e che ricordasse a Fini che negli ultimi 20 anni Berlusconi non era certamente solo al governo, per rianimare una discussione che stava lentamente scivolando verso il già detto e il già sentito, con un Santoro particolarmente ispirato dalle idee di Paul Krugman.
Poi Travaglio è salito in cattedra (in senso fisico) mettendo in scena un editoriale che, pur efficace, è parso leggermente al di sotto delle aspettative.
Alla fine la cacciata dei politici dallo studio è parsa una simpatica trovata per potersi gustare in solitaria, quasi come fosse un film erotico da terza serata, l’intervista a Ruby, che resta comunque uno scoop.
Il momento più spettacolare è arrivato però con l’imbarazzante servizio realizzato da Giulia Innocenzi. Dopo aver provato a ottenere invano dichiarazioni da Monti e dal ministro Profumo, la santorina è riuscita a carpire quelle dei colleghi ministri Giarda (per i Rapporti con il Parlamento) e Balduzzi (della Salute). Ne sono venuti fuori minuti di televisione da incorniciare, con i due esponenti del governo vagamente imbambolati davanti ad una bella ragazza ed un affare che pareva tanto una telecamera (per inciso, da stasera ci appelliamo a chiunque affinché il ministro Giarda diventi ospite fisso nei talk; un talento puro, come dimostrò già mesi fa in Parlamento).
La delusione maggiore riguarda comunque l’iniziativa di Liquid Feedback, che pareva poter rappresentare la vera novità non solo di Servizio Pubblico, ma anche del genere del talk show, negli ultimi tempi sempre più legato alla piazza (che stasera peraltro non c’era). Il risultato invece è stato un insensato reality show sui leader politici dalle regole confuse dal quale per il momento è stato eliminato Alfano (imprevedibile, eh?!). Effetto paradossale: l’interazione con i telespettatori è stata retrocessa al televoto. Una bestemmia, pensando ai presupposti dell’iniziativa gestita dalla Innocenzi.