Quelli che il calcio, chiude l’edizione che ha fatto centro
E’ da anni che ci si illudeva di svecchiare Quelli che il calcio: finalmente la scommessa è stata vinta. Si è chiusa con l’ultima puntata, di cui vi proponiamo qualche esauriente fotogramma, un’edizione che potremmo definire a buon diritto di successo, per la capacità di coniugare ascolti e appeal, aspettative e obiettivi raggiunti. Nella sfegatata
E’ da anni che ci si illudeva di svecchiare Quelli che il calcio: finalmente la scommessa è stata vinta. Si è chiusa con l’ultima puntata, di cui vi proponiamo qualche esauriente fotogramma, un’edizione che potremmo definire a buon diritto di successo, per la capacità di coniugare ascolti e appeal, aspettative e obiettivi raggiunti. Nella sfegatata telecronaca della finale di campionato, si è racchiuso il senso di una formula mantenutasi finalmente coerente dall’inizio alla fine, proponendo una domenica pomeriggio a misura di giovani e di intrattenimento ben fatto.
Si parte con la valorizzazione dell’ospite musicale, in questo caso una irresistibile Loredana Bertè in coppia con l’ormai plagiata Spagna. La loro discussa Musica e Parole apre un interessante confronto sulla discografia, ampliato nel blocco dedicato a X Factor a cui partecipa la stessa cantante. L’oggetto del dibattito risulta interessante oltre che promozionale fine a se stesso, visto che vede la Bertè rispettare la Ventura in quanto “compratrice di dischi ideale”. Per stemperare le rivalità con Morgan, che da alcune dichiarazioni ingigantite dalla stampa avrebbe sminuito il ruolo di SuperSimo nel programma, la Bertè si è mostrata molto benevola con la conduttrice, riconoscendo l’importanza di un suo giudizio meno esperto e più di pancia, come quello del pubblico di massa.
Tra un momento e l’altro, si insinua la voce-parodia di Lucignolo (alias Albertino), anch’essa militante sin dalla prima puntata in qualità di azzeccato fil rouge del contenitore. Inizialmente sembrava sopperire alla mancanza del contraltare di Gene Gnocchi, ma col passare delle settimane non ce ne ha fatto più rimpiangere la mancanza. La forza del Quelli che appena concluso, infatti, è stata quella di ridimensionare l’intero concept unicamente alla luce di uno woman show, valutando tutti i limiti e i valori aggiunti che questo comporta.
Quelli che il calcio 2007-2008 ultima puntata
Non era sicuramente facile riprendere le fila di un marchio fin troppo svalutato, dopo la cessione dei diritti calcistici. A ciò si è aggiunta la difficoltà di barcamenarsi con gli umori di Simona Ventura, primadonna tv che fa di una grande personalità la propria croce e delizia ed è sempre nell’occhio del ciclone scandalistico. Eppure, anche lei si è rimboccata le maniche, dimostrando di investire su Quelli che professionalmente e non di trattarlo come riempitivo contrattuale.
Il merito della sua rinascita e di quella della trasmissione, che ha dato finalmente un senso alla “e” in coda al titolo, va al nuovo staff autoriale, che ha dimostrato come tutto si possa migliorare se ci sono le idee. Già il nostro Share si era stupito, segnalando all’indomani della conferenza stampa una lista di autori troppo nutrita e prestigiosa per un programma della domenica pomeriggio: si va dalla stessa Simona Ventura a Furio Andreotti, Paolo Beldì (storico regista dalla prima puntata), Massimiliano Bruno, Riccardo Cassini, Michele De Pirro, Fabio Di Iorio, Ennio Meloni, Max Novaresi, Alessio Tagliento e Cesare Vodani.
Quelli che il calcio, quest’anno, non si è andato trascinando in attesa che il tempo passasse, ma ha creato degli appuntamenti fissi di grande godibilità, dalla brillante parodia di Chi l’ha visto? alle esilaranti lezioni di tv di Gianni Samoiedo (Dj Angelo) passando per un susseguirsi cadenzato di ospiti coinvolti nei più ammicanti siparietti. Molto lavoro d’archivio e una grande memoria televisiva ha fatto sì che menti fervide come Max Novaresi (sempre sia lodato, da Bigodini alla sua rubrica dei Flop su RaiSat) rispolverassero questo o quell’aneddoto, stuzzicando i telemaniaci più sagaci.
Abbiamo visto dileggiata anzitempo la doccia di Scommettiamo che?, celebrato Il Pranzo è servito (nonostante le minacce di chi ne detiene i diritti), riesumato persino il fallimentare Colpo di Genio, con una grande prova di autoironia della conduttrice sin dalla prima puntata. Qualche idea si è persa per strada, come le tavolate di vecchi colleghi inaugurate dalla reunion di 90° Minuto o appunto l’amarcord dei flop televisivi, ma sono di più quelle che sono sopravvissute con pazienza e convinzione.
Guardando Quelli che quest’anno, si è avuta la sensazione di affezionarsi a qualcosa e di ritrovare la Ventura delle origini, simpatica senza pretese e spassosa come poche. Non importa se due giorni dopo monta la polemica sui giornali o il successivo cambio di look accresce la sua dose di egocentrismo.
Quando arriva la domenica pomeriggio, è come se Simona ci invitasse nel salotto di casa sua, trasformando la stessa Isola dei Famosi in un’esperienza parallela più che centrale. E, soprattutto, le va dato atto di dare sempre ampio spazio e credito ai suoi ospiti, mettendosi da parte pur di riconoscere la sua gratitudine (vedi a Magalli che l’ha lanciata o a Lippi con cui ha condotto Mai dire Gol).
L’auspicio per l’anno venturo è che si possa ripartire da qui, per una prossima edizione ancora più innovativa ma insieme devota ai talenti che ne garantiscono un futuro, a partire dalla sempre più brava Lucia Ocone e il delizioso Riccardo Rossi. Forse qualche volto stanco della comitiva potrebbe prendersi un anno sabbatico, vedi il ripetitivo Max Giusti o lo zelante Marco Mazzocchi. Complessivamente, una cosa va riconosciuta senza alcuna esitazione: l’intera squadra di Quelli che il calcio, quest’anno, ha fatto centro.