Fare (volutamente) confusione
Nell’ultima puntata di Report, andata in onda domenica scorsa su Raitre e ora disponibile anche su Raiclick in streaming gratuito, si è parlato di libertà d’informazione, o meglio, di servizio pubblico televisivo confrontando quello americano a quello italiano. Il confronto era quindi fra la Pbs[…]
Nell’ultima puntata di Report, andata in onda domenica scorsa su Raitre e ora disponibile anche su Raiclick in streaming gratuito, si è parlato di libertà d’informazione, o meglio, di servizio pubblico televisivo confrontando quello americano a quello italiano.
Il confronto era quindi fra la Pbs (Public Broadcasting Service) e la Rai.
In Usa un network di tv locali, private a dispetto del nome stesso, ma no-profit e sostenuto dalle sovvenzioni di varie aziende, fondazioni e dal contributo volontario e libero dei cittadini si occupa di “di trasmettere quel tipo di programmi che la tv commerciale non fornisce…per esempio programmi di informazione culturale che non hanno un vasto pubblico e quindi non sono commercialmente interessanti, come documentari, commedie, opere, programmi per la minoranza, e per bambini “.
In due parole: di fare servizio pubblico.
I programmi d’informazione della Pbs sono di grande qualità, per fare un esempio illustre la puntata del programma d’informazione “Wide Angle” del 21 agosto 2003 dal titolo “Citizen Berlusconi” è stata esportata e trasmessa nelle tv di diversi paesi in giro per il mondo. In Italia il “punto di vista degli americani su Berlusconi e sui suoi processi” non è mai andato in onda. L’altra sera i fortunati telespettatori di Report ne hanno visto qualche brevissimo spezzone. Nel nostro paese l’unico modo per vederlo integralmente è comprarne il dvd, uscito in edicola con Internazionale, o affidarsi al p2p.
La Rai invece, tv controllata dallo stato e finanziata dai cittadini grazie ad un prelievo fiscale obbligatorio, sembra aver perso totalmente di vista la sua missione di servizio pubblico, sempre più fraintesa e tramutatasi in una sorta entertainment service al costante inseguimento, ovunque stia andando, della tv commerciale.
Proprio due sere fa, fuggendo da Porta a Porta che, per l’appunto, approfondiva tutti i temi scottanti della nuova edizione dell’Isola dei Famosi sono capitato su Matrix di Mentana.
Tema la libertà di stampa e di satira, il conflitto d’interessi, il programma di Celentano e l’ultimo intervento del presidente del consiglio contro la tv rea, secondo lui, di attaccarlo continuamente.
“Contrapposti” (virgolette d’obbligo) in studio Petruccioli e Confalonieri accompagnati da un paio di comici, Vergassola e Bertolino, fra i nuovi “cattivi” del presidente del consiglio, Antonio Scurati in collegamento esterno e Buttafuoco, editorialista de Il Foglio.
Di fronte a tutto questo enorme guazzabuglio sono risuonate nella mia testa le parole del Prof. Sartori pronunciate proprio a Report domenica scorsa (riporto un brano tratto dalla trascrizione della puntata):
Autrice – Però, questa cosa di contrapporre uno di destra, uno di sinistra, o comunque liberal, c’è anche ogni tanto in Italia.
Sartori – No. In Italia facciamo delle confusioni. Questi sono dei “programmoni” nei quali non si capisce niente, di baccano, di rumore.
Autrice – Un Talk Show, dice?
Sartori – Certo. Sono Talk Show. Non si fanno così!
Ipse Dixit.