Torna Gossip Girl, tra pubblicità hot e ripensamenti del web
OMG. Ovvero “Oh my god”. L’acronimo in questione è comparso in numerose città americane per il lancio dei nuovi episodi di “Gossip girl”, da stasera sul network The Cw. Se le cose fossero così semplici, potremmo chiudere la questione qui. Ma non è così.La produzione ha voluto fare le cose in grande o, meglio, col
OMG. Ovvero “Oh my god”. L’acronimo in questione è comparso in numerose città americane per il lancio dei nuovi episodi di “Gossip girl”, da stasera sul network The Cw. Se le cose fossero così semplici, potremmo chiudere la questione qui. Ma non è così.
La produzione ha voluto fare le cose in grande o, meglio, col bollino rosso: così, accanto al poster che ritrae -come vedete nella foto, ma ce n’è un altro con due personaggi diversi – due dei protagonisti del telefilm, cioè Serena (Blake Lively) e Nate (Chace Crawford) in un fatto antecedente l’inizio delle vicende raccontate, ne sono stati realizzati altri che oltre a quelle tre lettere ne hanno un’altra: la F.
Messa tra la M e G, il risultato è un’espressione non proprio pulita, che evitiamo di scrivere per non offendere nessuno, e che assieme agli spot andati in onda in questi giorni -li potete vedere dopo il salto-, sono così espliciti da aver creato qualche polemica. La produzione ha garantito che il poster con l’acronimo di 4 lettere sarà visibile solo in alcune città, scelte in base a criteri (quali?) che ne dovrebbero garantire la sopportazione, mentre per tutti gli altri ci sarà la “versione default”.
Puntare su un aspetto così esplicito del telefilm da una parte segna un rischio e dall’altra rappresenta il cambiamento dei tempi: chissà che il pubblico che non ha mai seguito “Gossip girl” sarà morboso al punto tale da lasciarsi sedurre da degli spot che effettivamente non dicono nulla dello show se non che il tasso di contenuti sessuali è destinato a crescere.
Non posso non pensare a teen-cult come “Beverly Hills” (che ancora oggi fa parlare) o “Dawson’s creek” dove, non tanto la componente scandalistica -più nel secondo che nel primo-, ma soprattutto la volontà di raccontare al meglio i giovani era l’impronta che ne ha determinato il successo.
Detto questo, va segnalato il passo indietro che The Cw ha invece fatto sul web a proposito dello show: non saranno infatti disponibili online i nuovi episodi, come era stato invece annunciato. Una decisione che si mette in contrasto con il target del telefilm, fatto di giovanissimi che passano più tempo davanti al computer che davanti alla tv.
E’ probabile che questa scelta, assieme a quella dei manifesti hot, nasconda la necessità di alzare gli ascolti televisivi, già bassi, e quindi di evitare una chiusura anticipata del nuovo teen-drama, come avvenne al suo predecessore -creati entrambi, guarda caso, dallo stesso autore, Josh Schwartz-, “The O.C.”.