Parliamone. La Bianchetti sale sul carro di Pechino (o Sempione?) Express e lancia un plebiscito diretto alla sua tv
La conduttrice del pomeriggio di RaiDue indice un sondaggio sul bisogno di nuova tv, quando il pubblico la rifiuta a gran voce.
La faccia tosta di una conduttrice come Lorena Bianchetti è impagabile. E’ riuscita a chiudere la puntata di oggi di Parliamone in famiglia dando, come se la riguardasse meno di un cambio di sesso, l’esito del sondaggio del giorno:
“Volete o meno un’altra televisione? Hanno risposto di sì ben il 99% dei telespettatori. Quindi volete una modernizzata su tutto. Questo è il messaggio per la tv e per tutti gli addetti ai lavori, rinnovatevi. Il messaggio è diretto e chiaro. Comunque l’appuntamento ovviamente è a domani per parlarne in famiglia”.
Insomma, voi dite tutto quello che volete ma, anche se fa il 4% con contenuti asfittici e che hanno ampiamente superato la data di scadenza sconsigliata, lei da lì non si schioda.
Il paradosso è doppio se, a dare lo spunto a Lorena per sentirsi migliore, è stato parlare di Pechino Express. Perché, ora che l’Isola è diventata brutta e cattiva e nessuno può più sperare di risguazzarci, bisogna far credere al pubblico e ai dirigenti che Pechino sia nutrimento per orsoline.
Passi che a farlo sia Victoria Cabello con quella geniale idea di Sempione Express, che l’ha fatta rimontare sulla concorrenza ed è diventato uno spin-off aziendalista perfetto per Quelli che.
Ma nel daytime di RaiDue quelle stesse facce che, sino a un anno fa, fatturavano discettando di Luxuria e cocchi, difendendone il lato spensierato, oggi salgono sul carro di Pechino Express. Un esperimento che fa ascolti appena decenti e, per questo, guardarlo fa quasi pop-chic da Real Time.
Parliamone di Pechino. Ed è Sempione Express mania
Però è la nuova frontiera della televisione. Talmente nuova che Lory del Santo e Maria Teresa Ruta, entrambe ex naufraghe, si sono identificate in Simona Izzo e la seconda avrebbe voluto partecipare lei all’adventure show, con il suo futuro marito o i suoi figli.
Per fortuna meno miope è lo scrittore e giornalista Mariano Sabatini, che ha il buonsenso di smussare l’ipocrisia collettiva:
“Non è nuova tv, è nuova per la Rai. Le dinamiche son quelle, è un reality. Lo si vede dal ridicolo dei personaggi e dal provincialismo che dimostrano… Loro sono in India, ma potrebbero essere a Ladispoli”.
Altrettanto calibrato anche il giornalista Massimo Maffei:
“Entriamo a gamba tesa nella vita delle persone in un’intimità che non avremmo dovuto superare. Evitiamo allora di teorizzare che c’è un nuovo modo di fare televisione”.
Insomma, le belle riprese dell’India sono solo un alibi per autorizzare a fare quello che si faceva prima e per rendere Pechino un reality accettabile in tempi di austerity?