The Tudors: questa sera in anteprima su Mya (Premium Gallery) un tronista d’epoca
Un re di altri tempi che fa più sesso (sia in senso proprio che metaforico) di un tronista dei giorni nostri. Con questa immagine di sicuro effetto i media nostrani (il quotidiano Libero in primis) hanno presentato The Tudors, la nuova serie in costume più “pompata” degli ultimi mesi. Gran parte del merito va al
Un re di altri tempi che fa più sesso (sia in senso proprio che metaforico) di un tronista dei giorni nostri. Con questa immagine di sicuro effetto i media nostrani (il quotidiano Libero in primis) hanno presentato The Tudors, la nuova serie in costume più “pompata” degli ultimi mesi. Gran parte del merito va al suo protagonista, raro esempio di un irresistibile volto cinematografico che si concede già famoso alla serialità: Jonathan Rhys Meyers, nei panni (e soprattutto pure senza i panni) di Enrico VIII, noto monarca inglese dal 22 aprile 1509 sino alla sua morte, avvenuta il 28 gennaio 1547.
In una stagione a tutto osè, tra la promiscuità di Californication e la trasgressione di serie giovanili come Skins e Gossip Girl, The Tudors coniuga ricostruzione storica e appeal telenovelico, suggestioni d’annata e intrigo sempreverde per un prodotto spettacolare, che negli Stati Uniti ha segnato un salto di qualità del più importante canale a pagamento, Showtime. The Tudors è la serie più costosa che quest’ultimo abbia mai prodotto, a partire dai sontuosi costumi che hanno assorbito buona parte dei 38 milioni di dollari di budget. L’audience ha ricompensato le fatiche spese: il triplo della media del canale, di gran lunga superiore ai risultati dei vari telefilm giovanilistici, nonché delle corazzate Dexter e Weeds.
Mentre Showtime lancia la seconda stagione con lo slogan “obsession can change the world” e dal 16 giugno, a Dublino, inizieranno le riprese della terza stagione, anche in Italia è partito il countdown solo “per chi se lo può permettere”. Da questa sera a trasmettere in anteprima nazionale, ogni giovedì, The Tudors è il canale a pagamento Mya, inserito nel pacchetto Premium Gallery.C’è chi parla di tv a due velocità: una cult e l’altra di massa e ci si domanda se la serie avrà la stessa fortuna dalle nostre parti. Mentre si vocifera di un’eventuale messa in onda su Canale 5 come esperimento estivo (va detto, alquanto rischioso), è inevitabile pensare alla scarsa fortuna di Roma, co-produzione Rai e Hbo di cui ancora non siamo riusciti a vedere la seconda stagione su Raidue dopo il flop colossale della prima.
In entrambi i casi, quando si parla di kolossal e riadattamenti romanzati, le polemiche giornalistiche e l’obiezione dei puristi sono dietro l’angolo. Se Rome dovette scontare la censura delle scene più scabrose, ritenute inadatte a una prima serata generalista, questo rischio non dovrebbe presentarsi a The Tudors su Mediaset Premium. Anche qui, però, la critica si divide: i critici snob del New York Times hanno accolto da subito il prodotto come “meraviglioso: i set e i costumi sono magnificenti, la regia luminosa e ricca, la scrittura accattivante e deliziosa”. In seguito, c’è chi ritiene che la serie diventi più discontinua e meno coinvolgente.
Non manca chi reclama maggior precisione nella resa dei dettagli storici, mentre quello che salta all’occhio, inevitabilmente, è l’alto tasso di sesso esplicito trasmesso, con squarci di iperattività coniugale, suggestioni visive da alcova piena di amanti e cortigiane e spazio anche a contenuti omosessuali. Insomma, una visione decisamente eccitante e consigliabile a un pubblico adulto.