Intervista esclusiva a Lorenzo Flaherty, cap. Venturi dei RIS
In occasione delle ultime puntate della quarta stagione di R.I.S., abbiamo intervistato in esclusiva Lorenzo Flaherty, il celeberrimo capitano Venturi del nucleo investigativo creato da Pietro Valsecchi e Taodue per la regia prima di Alexis Sweet e poi di Pier Belloni.1. Partiamo dalle noti dolenti: questa edizione di R.I.S. non ha riscontrato i grandi numeri
In occasione delle ultime puntate della quarta stagione di R.I.S., abbiamo intervistato in esclusiva Lorenzo Flaherty, il celeberrimo capitano Venturi del nucleo investigativo creato da Pietro Valsecchi e Taodue per la regia prima di Alexis Sweet e poi di Pier Belloni.
1. Partiamo dalle noti dolenti: questa edizione di R.I.S. non ha riscontrato i grandi numeri dei favori del pubblico. Secondo te a cosa è dovuto?
“Innanzitutto non mi fascerei la testa, ci sono stagioni che vanno bene, altre che vanno meno bene. Continuo a ritenere RIS la serie che ha innovato il modo di girare lunga serialità in Italia. La cosa importante è che abbiamo uno zoccolo duro forte che ha retto anche contro Sanremo. Certo non abbiamo fatto gli ascolti degli anni passati ma noi abbiamo anche battuto i record della lunga serialità di Canale 5, credo sia normale, tutti subiscono un calo prima o poi. Noi nella prima stagione abbiamo fatto anche più dei celebri Cesaroni. Quest’anno abbiamo avuto un problema di collocazione, forse il giovedì non era il giorno più adatto, forse alcuni programmi in casa non hanno aiutato. Sicuramente sarebbe stato meglio lasciarlo al martedì.”
2. Sei partito da Distretto di Polizia, poi sei andato ad Incantesimo e infine a R.I.S. Quali sono le differenze tra queste produzioni?
“Tra R.I.S. e Distretto la differenza non è enorme poichè appartengono allo stesso produttore e alla stessa struttura. Se vogliamo anche il genere è più d’azione per entrambi, anche se poi R.I.S. ha tutta la dinamica dell’immagine tecnico-scientifica; Incantesimo era diverso, era totale finzione, il sogno che apparteneva alla realtà della clinica Life dove venivano rappresentati tutti i personaggi che ci giravano intorno. Era un melò a livello sentimentale forte.”
3. Dopo Incantesimo però sei tornato ai R.I.S. Questo perchè preferivi il genere o per incomprensioni con il cast?
“Devo dire che prediligo il prodotto alla Distretto o RIS, l’azione la preferisco. Interpretare un ruolo in Incantesimo è stata una bella esperienza comunque anche perchè all’epoca aveva un suo tipo di pubblico molto forte che si differenziava da quello delle serie d’azione. Per me è positivo aver abbracciato anche quella tipologia. A lungo andare certo diventava tutto ripetitivo e il bisogno che ho sentito io era di tornare più nella verità“.
4. Come hai trovato l’esperienza di Incantesimo 5 dunque, avvenuta dopo gli anni di successo a Distretto?
“C’è un piccolo segreto che ci tengo a raccontare. Quanto entrai in Incantesimo fui visto come un nemico poichè noi con Distretto lo avevamo battuto quindi c’erano registi e attori che mi guardavano come Flaherty che veniva da Distretto in terra nemica. Erano curiosi per la scelta fatta dalla produzione all’inizio, ma poi mi sono trovato benissimo con tutti, persone in gamba, preparate e con una grande professionalità alle spalle.”
5. Ma perchè, visto il successo, lasciasti Distretto?
“All’epoca non mi piaceva essere legato a lungo ad un lavoro televisivo perchè immaginavo che poi il pubblico si sarebbe identificato solo con quel personaggio per tutta la vita. In realtà questo si potrebbe dire anche di RIS, però mi piace di più come genere, mi affascina ancora questo mondo della scientifica. Lasciai Distretto per fare un’esperienza diversa, andai in Rai per fare Incantesimo 5 che fu trasmesso su Raiuno in prime time con buoni risultati d’ascolto. Nessun rimpianto, è stata un’esperienza positiva“.
6. Quanta preparazione c’è per entrare a far parte di una serie impegnativa come RIS?
“Tanta. Quando mi hanno proposto RIS, ho pensato che sia io sia gli altri attori della produzione avremmo dovuto fare una preparazione a Parma tra i veri RIS. Così contattammo il comandante Garofano attraverso Valsecchi e trovammo una disponibilità incredibile da parte loro, ci fece capire tante cose che non avremmo potuto interpretare lavorando sulla nostra fantasia. La situazione bisognava viverla attraverso lo spazio RIS vero. Ricordo che ci fu una simulazione della scena del crimine da parte di Garofano e della sua squadra e noi dovemmo ripetere la stessa cosa nel pomeriggio. Questa esperienza fu molta importante, soprattutto vedere il rapporto che lui aveva con i propri collaboratori. Quando iniziammo a girare, ci risultò tutto più familiare. Lavorare in RIS ha significato per me leggere tantissimo su tutto ciò che riguardava strumenti e procedure sulle indagini scientifiche, quasi una preparazione all’americana“.
7. E tra l’altro tra pochissimo girerai la quinta stagione nonostante tutto…
“Sì, inizieremo a girare il 31 marzo“.
8. Come è stato interpretare lo spezzone di Matrix andato in onda due puntate fa?
“Credo che sia stato un grande momento di fiction-verità. Ne parlai con Valsecchi quando si verificò l’esigenza di andare in una trasmissione televisiva per annunciare le dimissioni di Venturi. Io gli dissi che non sarebbe stato il caso di ricreare una trasmissione quando una ce l’avevamo ed era Matrix con Mentana. Ci siamo divertiti tantissimo a farlo, Mentana è stato straordinario, sembrava una puntata vera del programma. Siamo andati praticamente a braccio, Enrico aveva solo il tema della serata con le dimissioni di Venturi e il criminologo Montesecchi interpretato da Valsecchi. Montesecchi è stata un’idea di Mentana tra l’altro…“
9. Come è stato interpretare un fatto così tragico come quello della Strage di Erba?
“Per me è stato davvero forte. Ci siamo avvicinati tantissimo alla realtà, pur cambiando qualcosa. Abbiamo preso spunto dal massacro di Erba ed è stata la prima volta che una sceneggiatura mi ha toccato, specie nella scena dell’interrogatorio che si rifà tantissimo alla verità. In quel momento mi sono venuti i brividi, è stata la prima volta che sia rimasto colpito da un episodio così forte benchè fosse scritto. Abbiamo girato la scorsa estate quando i protagonisti apparivano nelle varie trasmissioni di approfondimento, come nel caso di Azouz Marzouk“.
10. Visto che spesso segui la sceneggiatura di RIS, ti piacerebbe dirigere un episodio della fiction?
“E’ troppo complicato, ci vogliono registi bravi e veloci, tecnicamente molto preparati. Il grande merito di RIS è per i registi perchè ha uno stile innovativo rispetto alla consueta fiction italiana. Questo rende il lavoro del regista molto impegnativo. Per me è sufficiente così, siamo alla fine impegnati otto mesi che con la preparazione arrivano a nove“.
11. Da sceneggiatore o quasi, hai preferito la storia del serial killer o quella dell’Uomo delle Bombe?
“Nella prima e seconda stagione abbiamo avuto questo personaggio importante, interpretato da Leonardo che aveva una maschera straordinariamente vincente. Poi era una figura affascinante poichè sfidava Venturi in maniera calma e diabolica alla Joker. Dopo due anni, dovevamo per forza cambiare e quest’anno abbiamo puntato sull’idea del serial killer. A me sono piaciute entrambi le sceneggiature, anche se devo dire che il personaggio che mi ha affascinato da telespettatore è stato l’Uomo delle bombe perchè era un personaggio forte, più americano che italiano. Non parlava però era presente in maniera forte e coinvolgente. Un vero cattivo che dava filo da torcere a Venturi“.
12. Come ti sei trovato nella fiction Io ti assolvo della Janus dove hai interpretato un poliziotto che si rivelava un serial killer?
“E’ stata una sorpresa, mi piaceva il finale dove alla fine si scopriva che il commissario in realtà era l’assassino. Per me è stata una bellissima esperienza anche perchè ho lavorato con persone che conosco da anni: con la Janus avevo già interpretato ruoli in alcune produzioni come per esempio Angelo Nero“.
13. A proposito di Angelo Nero, che ricordi hai di questa fiction con attori come Hanna Schigulla e Ben Gazzara?
“Straordinari. Ben è un attore eccellente, quando sei sul set lo guardi e ti rendi conto che hai a che fare con una storia di professionalità, di lavoro e di grande esperienza. Lavorare con lui e con Hanna è stato piacevolissimo. Sono contento di essere stato in tanti set dove c’erano attori internazionali di esperienza che oltretutto diventano dei punti di riferimento importanti per la tua carriera.”
14. Tra l’altro so che hai appena finito di girare Il mistero del Lago, un tv-movie che andrà in autunno…
“E’ un prodotto thriller-mistery di cui mi è piaciuta molto la sceneggiatura. Sono curioso di sapere come andrà. E’ ambientato in una casa dove risiede il mio personaggio con due bambini che appartenevano al suo primo padrone morto. C’era un impegno di curare questi bambini prima che costui morisse e verrà assunto un insegnante un po’ particolare. Ci saranno apparizioni, fantasmi e mistero. E’ preso dal racconto dell’autore di Giro di Vite, come nel caso di The Others con Nicole Kidman“.
15. Recentemente sia Claudia Pandolfi, sia Giorgio Tirabassi hanno rinnegato Distretto. Tu che idea hai a tal proposito?
“Quello che posso dire di Distretto è solo bene, non ci tornerei perchè ora lavoro a RIS che mi impegna tantissimo. Distretto mi ha fatto conoscere al pubblico soprattutto maschile, oltre che femminile, è stata una bella esperienza, un lavoro che ha cambiato il linguaggio della fiction in Italia. Lavorare con Giorgio, Ricky, Simone per me è stato bello, si era creato un grande gruppo durante le riprese e fuori dal set. Credo che questi discorsi siano stati male interpretati visto che entrambi hanno lavorato bene con Valsecchi e continuano a lavorarci tutt’ora. E’ anche vero che un attore deve sempre guardare avanti“.
16. Cosa ci puoi anticipare della quinta stagione dal punto di vista del cast e della storia?
“Ci saranno dei cambiamenti, chi entra e chi esce. Non diciamo chi uscirà ma posso anticipare che entreranno due nuovi personaggi femminili che stanno scegliendo proprio in questo periodo. Non posso fare nomi. Mi piacerebbe se potessero tornare nomi come Stefano Pesce e Filippo Nigro che hanno dato tantissimo a questa serie. Purtroppo non sarà possibile. Per quanto riguarda la storia ci sarà un bel filo conduttore che riguarda il seriale. Non ci sarà però nè uomo delle bombe nè serial killer“.
17. Per concludere, ci dai un indizio sul serial killer?
“Non posso dire chi è però posso rivelare che si tratta di una persona particolare perchè bravissima a camuffarsi. Risulterà per questo un personaggio tutto sommato piacevole e ne verrà rivelata l’identità nella nona puntata in onda giovedì prossimo“.
Ti ringrazio tanto della tua disponibilità e cortesia, lo dico anche da appassionato e telespettatore di RIS. In bocca al lupo per la tua futura attività professionale.
“Volevo ringraziare tutti quelli che mi seguono e mi raccomando a tutti… RIS!”
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