7vite confida almeno nella seconda (serie)? Lo chiediamo a Michela Andreozzi
Illudersi di averne sette come i gatti è una parola, ma se ce ne fossero almeno due… E’ l’ambizioso auspicio di 7vite, all’indomani di una nota Rai che fa ben sperare sul seguito della sitcom. Stando ad un recente comunicato dell’Adnkronos, la serie in onda nell’access prime time di Raidue, dal 20 settembre alle 19.55,
Illudersi di averne sette come i gatti è una parola, ma se ce ne fossero almeno due… E’ l’ambizioso auspicio di 7vite, all’indomani di una nota Rai che fa ben sperare sul seguito della sitcom.
Stando ad un recente comunicato dell’Adnkronos, la serie in onda nell’access prime time di Raidue, dal 20 settembre alle 19.55, sta ricevendo sempre più ampi consensi da parte del pubblico. In un mese di programmazione, ha praticamente raddoppiato l’audience, attestandosi intorno a 1.500.000 telespettatori con il 6% di share, con punte di oltre 1.700.000 e l’8%. L’aspetto ritenuto più interessante dal punto di vista dell’ascolto è il valore molto alto (7.49 nella puntata del 6 novembre) del cosiddetto target commerciale (dai 25 ai 44 anni).
Stiamo parlando, infatti, di una delle fasce d’età più contese nel mercato televisivo dell’Auditel, a quanto pare non sempre raggiunta dagli obiettivi di rete (come emerso da un’analisi appena pubblicata dal nostro Hit).
E’ stato riscontrato, inoltre, un buon successo del prodotto in termini di risonanza mediatica e interesse delle web-community, per l’innovatività del linguaggio e i risvolti giovanili dei temi trattati.
A 7 vite va dato atto di far staccare la spina dall’ipocrisia dei rapporti quotidiani e dal frastuono dei media, riportando lo spettatore ad una dimensione esistenziale fatta di piccole cose, di aspirazioni semplici e di belle persone seppure un po’ fuori di testa.
I personaggi sono tutti a loro modo interessanti e in grado di fidelizzare il pubblico, ma ce n’è uno che è decisamente a una spanna sopra tutti. Il motivo per cui valga la pena guardare questa serie ha un nome: Michela Andreozzi.
Pur non rinnegando la bravura dell’emergente Luca Seta, nei panni del trentenne mai cresciuto per i postumi del coma, il peso del caso umano e la minimizzazione del suo dramma di vita stride con le pretese frizzanti di 7 vite, decisamente più riuscite quando in scena c’è la fisioterapista Carlotta.
Chi di voi si è trovato, non dico sette ma almeno una volta nella vita, a farsi fare l’elettrostimolatore in un centro ortopedico? Ecco, se vi siete imbattuti in una signorina un po’ sopra le righe e con tanta veracità da vendere, è di sicuro la copia sputata di Carlotta.
E’ per questo che Tvblog si è messo in contatto con la brava attrice che la interpreta, riportando a galla il suo passato neanche troppo remoto in un irresistibile duo comico (dal quiz Bigodini a Quelli che lo smoking passando per la radio). Le Gretel e le Gretel vi ricordano qualcosa? Per capire che fine hanno fatto e saperne di più sulla carriera di ieri e di oggi di Michela Andreozzi, cliccate su continua per leggere la nostra intervista. Si parla anche dei loro “cloni”, Katia e Valeria…
Dopo le titubanze iniziali, pare che 7vite abbia iniziato finalmente a decollare. Come state vivendo voi attori e addetti ai lavori questo repentino exploit in corso d’opera?
Ne sono felice. Il cast, la produzione tutta, e i referenti di Rai Fiction, noi tutti insomma (un gruppo di lavoro straordinario) abbiamo sempre fortemente creduto nel progetto, consci del fatto che un prodotto così nuovo avrebbe avuto bisogno di tempo per avere presa… Un diesel diciamo. Mi sembra una risposta coerente con l’impegno e la cura che ci abbiamo messo.
Il tuo personaggio in 7vite ha riscosso pareri molto positivi. Come sei riuscita a trovare la chiave giusta per interpretarlo e farlo arrivare al pubblico?
E’ stato impegnativo. Venivo da 3 anni di La Squadra, con un personaggio ironico ma tosto, reale, mentre Carlotta, col suo carico di problemi e frustrazioni da casalinga disperata, rischiava di diventare troppo acida o uno stereotipo. Il mio tentativo è stato quello di tirarne fuori il lato tenero. E di volerle bene io stessa per prima. Ho seguito molto da vicino le indicazioni dei registi e dei nostri produttori che condividevano la scelta della mia direzione e mi hanno seguita come si dovrebbe sempre fare. E’ stata una costruzione di gruppo.
Oltre a un’attrice, sei anche una blogger rampante che segue costantemente la presa del suo prodotto online. Cosa pensi possa offrire la rete a chi fa il tuo mestiere? Ritieni sia più un riscontro costruttivo o un tribunale inclemente?
Nel mio caso c’è molto affetto, non mi è mai capitato niente di sgradevole. Direi riscontro, qualche volta anche troppo clemente. E’ comunque un geniale spazio di comunicazione. Io stessa da fan ho la soddisfazione di contattare i miei beniamini, come i Negramaro, Piovani.
Toglimi una curiosità del tutto personale. Detto fra noi, Katia e Valeria hanno copiato o no le Gretel o le Gretel? Ti ripropongo la domanda. Trovi che le lanciatissime Katia e Valeria si siano ispirate a un modello a caso di cui hai fatto parte?
Beh. Se vogliamo considerare che io e la Zanni abbiamo fatto coppia comica dal ’96 al 2002 c’è quantomeno una consecutio temporum no? Penso che all’epoca noi, ma anche il Duo di picche, le nostre colleghe del Nord (Debora e Ussi), abbiamo sfondato il muro del pregiudizio inventandoci un duo femminile e facendolo funzionare. Katia e Valeria sono più agguerrite forse, più rampanti, stanno su tematiche di attualità popolare. Noi volevamo solo trovare una via di espressione che prima non esisteva.
Ti va di raccontarci come mai le Gretel e le Gretel si sono sciolte? Tra l’altro, oltre che amiche, siete anche cugine… Quindi, è difficile pensare a una separazione irreversibile…
Diciamo ogni due mesi che dobbiamo tornare a fare qualcosa ma siamo sempre molto indaffarate. Semplicemente, tra matrimoni e bambini (suoi), interessi strettamente teatrali e la mia voglia di recitare in senso stretto, più una certa fatica nel fare la vita del cabaret… la rimpatriata non s’ha da fare.
Cosa ti manca di più di quel periodo, e soprattutto, che ricordi ti ha lasciato Bigodini, trasmissione tuttora evocata su internet?
Non rimpiango nulla, ma solo perchè sono fatta in un certo modo. Sono felice delle esperienze che ho vissuto ma non mi guardo mai indietro.
Attrice, comica… e persino storica corista (oltre che redattrice) di Non è la Rai. Una continua risorsa. Toglici una curiosità relativa a una tua traccia nel web. Che significa: ‘Nel ’94 ha doppiato Ilaria Galassi nella telepromozione Canta tu’. Esistevano anche i doppiaggi nelle televendite a Non è la Rai? E ti divertivi di più a doppiare le canzoni di Nicole Grimaudo o a scrivere i testi di Ambra?
Tante cose? Se è per questo sono anche regista.. Comunque non ricordo minimamente la telepromozione, ma se c’erano erano doppiate sicuro. E all’epoca ero così giovane che mi piaceva fare qualsiasi cosa.. Poi si diventa selettivi. Adesso non lo farei mai. Chiamerei un autore bravissimo a scrivermi i testi, e le canzoni me le canterei da me.