I Cesaroni 5, una lunga barzelletta (ed il finale si sa già)
I Cesaroni 5 è una serie di gag e scene da teen drama lontano dal vero mondo adolescenziale. Che fine ha fatto l’originalità delle prime stagioni?
Ricordate quando “I Cesaroni” venivano descritti come una vera novità seriale italiana, che cercava di rompere gli schemi delle solite fiction nostrane e faceva discutere sulle famiglie allargate? Se non ve lo ricordate, è perchè quel momento è durato poco. Allontanandosi dalle linee del format originale spagnolo, si è ottenuto un collage di gag scontate che portano avanti la storia con stanchezza.
La quinta stagione della serie tv di Canale 5 è lontana non solo dagli ascolti record della prima stagione (anche se, bisogna ammetterlo, i cinque milioni della scorsa settimana non sono da buttare via), ma anche da quella voglia di raccontare qualcosa che potesse sembra originale per il telespettatore italiano.
“I Cesaroni” hanno alzato bandiera bianca, e di fronte a tredici prime serate (più tre speciali) da coprire, hanno rinunciato ad elaborare una trama orizzontale veramente distintiva, ed hanno optato per una serie di episodio basati soprattutto su delle gag da barzelletta, che coinvolgono il cast adulto della serie, alle prese una volta con dei presunti biker pericolosi, un’altra con degli improbabili alieni e col diluvio universale.
I Cesaroni 5
Cose che andrebbero bene per una sit-com del pomeriggio, e che invece qui diventano gli argomenti principali della puntata, sprecando così un’occasione che avrebbe potuto rilanciare la fiction come prodotto provocatorio non solo nell’uso di un linguaggio scurrile quando serve ridere.
Non fa una bella figura neanche la parte acchiappa giovani, con un cast di ragazzi già noti al pubblico e new entry i cui personaggi, più che diventare portavoce di storie vicine al mondo adolescenziale, sono destinate a diventare idoli dei poster dei magazine e basta, protagonisti di un teen drama italico che di giovane non ha molto oltre ai protagonisti.
“I Cesaroni 5” si rivelano un’operazione commerciale che vuole accontentare non i telespettatori, ma i dirigenti di rete: ancora una volta, qualcosa che poteva servire a scuotere il pubblico è servito a ricordargli che da noi è molto difficile essere originali. Ed il finale, purtroppo, sa di già sentito.