Giorgio Gori crede nella scommessa X-Factor
Giorgio Gori crede nella possibilità che X-Factor, il talent-show prodotto dalla sua Magnolia in partenza a Marzo su Raidue, diventi un successo ed un grande fenomeno di costume. Un programma non esattamente originale, ma direttamente mutuato da un format britannico che ha avuto all’estero e nei paesi anglosassoni in particolare, tanti illustri predecessori: “Il tentativo
Giorgio Gori crede nella possibilità che X-Factor, il talent-show prodotto dalla sua Magnolia in partenza a Marzo su Raidue, diventi un successo ed un grande fenomeno di costume. Un programma non esattamente originale, ma direttamente mutuato da un format britannico che ha avuto all’estero e nei paesi anglosassoni in particolare, tanti illustri predecessori: “Il tentativo è di fare un programma ben fatto, che fin dall’inizio dichiari il suo obiettivo: scoprire e lanciare talenti veri nel campo della musica pop”
In Italia il precedente non è esattamente confortante: il flop di Operazione Trionfo è ancora lì a testimoniare che il genere ha qualche debolezza se non viene programmato sulla rete giusta e nella fascia oraria più indicata, ma Gori è decisamente ottimista. Il rifiuto di Simona Ventura, che ha preferito non condurlo lasciandolo al Facchinetti ex-Dj Francesco ed inserendosi nella veste di “Giurata”, lascia intuire che lo stesso ottimismo non sia condiviso dalla vulcanica conduttrice.
In Inghilterra, come in molti altri Paesi, X Factor è diventato un vero e proprio fenomeno di costume, rivoluzionando il mercato televisivo e quello della musica pop. Eppure anche là, fino a che non c’è stato il boom di Pop Idol, bissato da quello di X Factor, da molti anni non si facevano programmi musicali perché si pensava che in tv la musica non funzionasse
Le parole di Gori non fanno una piega, tanto per dare un’idea Leona Lewis, la cantante scoperta dall’X-Factor UK, dopo il grande successo del disco prodotto dalla Sony (il premio che riceve il vincitore di ogni edizione del programma anche nella versione italiana), sarà uno degli ospiti stranieri del Festival di Sanremo 2008.
X-Factor, lo specifica Gori, non è un reality-show perchè non ha dei veri elementi che lo caratterizzino in questo senso:
C’è solo una piccola percentuale di reality: racconteremo i 12 concorrenti e i rapporti tra loro. Ma soprattutto documenteremo la loro vita da “popstar”. Non ci saranno riprese 24 ore su 24. Riprenderemo principalmente le loro attività: le prove, il lavoro in sala di incisione. Non saranno “reclusi” ma potranno uscire, faranno showcase, interviste, piccoli concerti live nei locali. E tutto questo sarà raccontato nella striscia quotidiana dalle 20 alle 20,30, replicata alle 17,20
Sarà vero o è semplicemente un modo per scongiurare i flop che invariabilmente contraddistinguono i reality show della Rai? Bisognerà attendere per scoprirlo.
Infine sulla competizione con Amici di Maria De Filippi, l’unico programma con una formula simile che in Italia ha realmente preso piede? Per Gori non c’è una reale sovrapposizione…
Quella è una grande scuola di spettacolo, già molto affermata, con un calendario di lezioni e persino delle divise, un programma corale in cui ai ragazzi si insegna a ballare, cantare e recitare e dove il ruolo del conduttore è assolutamente centrale. In X-Factor c’è solo il canto e non sarà una scuola: i concorrenti sono già bravi.