Rai, il Consiglio dei Ministri approva la riforma. I sindacati: “E’ deludente”
I punti cardine del disegno di legge sulla Rai.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge riguardante la riforma Rai voluta dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
I principali desideri di Renzi riguardanti la nuova tv di Stato si possono riassumere con i seguenti punti: fuori i partiti politici dalla Rai, dentro un amministratore delegato con funzioni di capo azienda e addio al canone.
Dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministro, il ddl Rai andrà in Parlamento: l’auspicio del Premier è che il disegno di legge venga approvato prima di luglio, per evitare il rischio di dover eleggere un nuovo consiglio d’amministrazione con la legge Gasparri, in vigore dal 2004, nota anche come legge “salva Rete 4”.
Se il Parlamento non riuscirà a rispettare i tempi prestabiliti, il governo non rimedierà con nessun decreto legge.
Nonostante i buoni propositi, Roberto Fico, Movimento Cinque Stelle, Presidente della Commissione Vigilanza Rai, ha già aspramente criticato la riforma, smentendo di fatto gli obiettivi di Renzi:
E’ una proposta che occupa definitivamente la Rai. Tutto quello che fino ad ora ha detto sul volerla liberare dai partiti e dall’influenza dei politici, con questo ddl, si infrange definitivamente.
Renzi, entrando nel dettaglio del disegno di legge, ha respinto le accuse:
Nel ddl ci sono alcune piccole modifiche della governance della Rai che offriamo al dibattito parlamentare: nessuno di noi vuole mettere le mani sulla Rai, la tesi contraria cozza con la realtà. È il contrario. Se la maggioranza vuole mettere le mani sulla Rai, basta che stia ferma e si affidi alla legge Gasparri.
Riguardo la figura del capo azienda, il Presidente del Consiglio ha ridimensionato il ruolo della Commissione di Vigilanza:
Nella riforma del governo relativa alla Rai diamo al futuro capo azienda qualche potere e qualche responsabilità in più. Anche la Rai deve essere liberata dal dibattito frustrante tra singole forze politiche. La Commissione parlamentare di vigilanza deve essere mantenuta: ma deve solo vigilare e controllare.
Dal nuovo Consiglio di Amministrazione, si capisce che la Rai, comunque, non sarà affatto libera dalla politica: i 7 membri del CdA, infatti, saranno eletti dal Senato (2), dalla Camera (2), dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (2 incluso l’amministratore delegato) e dai dipendenti (1). Di quest’ultima novità, Renzi è particolarmente entusiasta:
Per la prima volta con la riforma della Rai diamo la possibilità ai dipendenti di indicare uno dei sette membri del cda, che sarà votato dai lavoratori in assemblea. È un modello che mi piace moltissimo ma che per la prima volta si attua nella P.A. in Italia.
Riguardo l’abolizione del canone, infine, una vera proposta è assente:
Abbiamo riflettuto sulla possibilità di eliminare il canone, ma è una cosa molto difficile. Il governo successivamente elaborerà una scelta e poi farà una proposta. Nel ddl sulla Rai approvato oggi infatti c’è una delega a sciogliere questo nodo.
I sindacati Fnsi e Usigrai hanno definito questa riforma “deludente”.
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