Enrico Mentana: “Se Mediaset acquista La7 me ne vado” (E Santoro, Travaglio e Lerner?)
Il direttore del TgLa7 annuncia che se Mediaset acquistasse La7 lascerebbe il canale. Ma frena dicendo che si tratta soltanto di una trattativa di disturbo.
E’ notizia di ieri che fra le società interessate all’acquisto di La 7 e della sua infrastruttura trasmissiva ci sia anche Mediaset. La clamorosa indiscrezione al momento non è stata smenita dal gruppo di Cologno Monzese. C’è però un personaggio fondamentale per il canale di Telecom Italia che ha preso subito posizione in merito. Enrico Mentana tramite il suo account twitter ha fatto sapere che se la manifestazione d’interesse si concretizzasse in una vera e propria acquisizione da parte di Mediaset sarebbe pronto a lasciare la rete. Ecco cosa ha scritto il direttore del TgLa7:
Mediaset compraLa7? Solo un’offerta di disturbo.Ma quando cambia l’editore è inutile gridare al lupo.Fosse Mediaset lascerei: ne bis in idem
Mediaset compraLa7? Solo un’offerta di disturbo.Ma quando cambia l’editore è inutile gridare al lupo.Fosse Mediaset lascerei: ne bis in idem
— enrico mentana (@ementana) Settembre 15, 2012
Secondo il giornalista, che è stato fondatore del Tg5 e che per Mediaset ha lavorato ben 18 anni, l’offerta che il Biscione sarebbe intenzionato ad avanzare è soltanto tattica.
Immaginiamo che molti tra i nostri lettori si staranno ponendo un’altra domanda: cosa farebbe Michele Santoro (con la sua squadra, Marco Travaglio e Vauro compresi) se la famiglia Berlusconi divenisse proprietaria di La7, attualmente nelle mani di Telecom Italia? E il quesito probabilmente si potrebbe riferire anche ad altri giornalisti che negli anni non hanno mai avuto timore di assumere posizioni antiberlusconiane. Qualche nome? Lilli Gruber, Corrado Formigli e Gad Lerner.
Proprio il conduttore de L’Infedele in merito ha scritto poche ore fa sul proprio blog; senza però prendere troppo sul serio la situazione:
Dubito assai che possa avere un seguito la manifestazione d’interesse di Mediaset per l’acquisto di La7. Sarebbe una lesione clamorosa del già scarso pluralismo dell’offerta televisiva generalista in Italia; ma, prima ancora, per quel che ne capisco, costituirebbe un’infrazione evidente alla normativa antitrust vigente. Insomma, tenderei ad escludere che Berlusconi venga ad accomodarsi nel nostro “postribolo televisivo”. Evitiamo psicodrammi: “Le mani di Berlusconi su La7″, ovvero il titolone odierno de “L’Unità”, è davvero eccessivo, nella sua premura. Piuttosto non facciamo di ogni erba un fascio: fra gli altri investitori e manager che manifestano interesse per La7 vi sono ottimi professionisti come Urbano Cairo, Claudio Sposito, Marco Bassetti, che in passato hanno lavorato nell’orbita Mediaset, ma non per questo vanno etichettati come prestanome berlusconiani. Altrimenti dovremmo liquidare come tali anche Mentana e Santoro solo perchè hanno lavorato su quelle reti.