Pechino Express, Venditti jr alla Izzo: “Radical chic, hai distrutto questo Paese”. L’India ammazza il salotto buono Tognizzo
Vorrei recensire Pechino Express partendo dal momento che ho trovato più azzeccato di tutti. Più dei bambini sorridenti per l’arrivo del baraccone televisivo, che sfoggiano primi piano da pubblicità progresso a costo zero. Più della pur ottima confezione del prodotto, dal montaggio curatissimo e dalla fotografia eccellente in grado di rivaleggiare con le tecniche Hd
Vorrei recensire Pechino Express partendo dal momento che ho trovato più azzeccato di tutti. Più dei bambini sorridenti per l’arrivo del baraccone televisivo, che sfoggiano primi piano da pubblicità progresso a costo zero. Più della pur ottima confezione del prodotto, dal montaggio curatissimo e dalla fotografia eccellente in grado di rivaleggiare con le tecniche Hd più all’avanguardia.
C’è stata una ribellione epica del figlio d’arte contro una madre, forse, più viziata di lui. Mentre la Izzo reclamava di pernottare in un ostello con l’aria condizionata Venditti Jr. è andato su tutte le furie:
“Sei una radical chic che ha distrutto questo paese. Non voglio essere eliminato e rimpiangere tutta la vita di non aver dormito in una casa indiana. Che ci sei venuta a fare qui? E’ come quando andavi in barca con Ricky e poi dormivi da sola in albergo”.
A questo punto la madre ha invitato il figlio a non intromettersi nella SUA vita. Figlio che poco dopo l’ha sfottuta dicendo: “Avranno trovato il tuo nome su google. Tu sei un’Italian Star”.
Questa è la vera novità, non l’India in televisione. Vip che escono dalle ipocrisie dei salotti tv e, immergendosi in una civiltà diversa da quella della Roma-Milano bene, tirano fuori il peggio degli stereotipi dell’italiano medio in viaggio.
Pechino Express: i momenti trash-cult
Ci sono le veline che chiedono di essere aiutate sfoggiando un terribile inglese (Help we è già di culto sul web). E poi c’è Costantino Della Gherardesca, che mostra un’irresistibile ipocondria dopo aver contratto la scabbia, immergendosi mezzo nudo in una tinozza.
Forse l’Isola era diventato un ambiente troppo stretto e prevedibile per raccontare il lato inedito dei vip, che qui possono immergersi in luoghi reali e non da reality, entrare a contatto con la gente del posto. Un’idea balenata per prima, va detto, a quelli della Talpa, che avrebbero voluto valorizzarla nel mai partito La Tribù.
In tutto questo Emanuele Filiberto è meno fastidioso del solito, ma poteva non esserci. Come risulta inutile l’80% del cast, specialmente dopo l’eliminazione dei surreali fratelli Armando e Alarico. Quelli che, una volta appreso di essere ultimi in classifica, hanno dichiarato: “Siamo ultimi, dobbiamo meritarcelo”.
Alla fine, anche a televoto spento, hanno la meglio personaggi di plastica come Andres Gil e Anastasia Kuzmina, il che fa pensare a un pilotaggio persino più facile per una produzione precotta.
Detto questo Pechino Express è come un treno deragliato che mi ha travolto dall’inizio alla fine. Visto l’interesse su Twitter di molti addetti ai lavori, ora bisogna capire se è questo il futuro del reality o se RaiDue ha ancora bisogno delle telecronache dell’Isola.
All’Auditel di domani l’ardua sentenza, ma prima di leggere i dati vi lascerei con un’altra perla rivolta da Francesco Venditti alla mamma:
“Fammi stare tre minuti da solo nella tristezza”.
Per me merita di avere successo solo per questo. D’altronde, a noi telespettatori della generalista il formato Discovery non ci garba se non è condito da una giusta dose di b-movies. E a Pechino Express tutti gli ingredienti, dal più rassicurante a quello più destabilizzante, sembrano miscelati con grande furberia.
Pechino Express: i momenti trash-cult