Home Serie Tv Il Bosco, gli autori Mizio Curcio ed Andrea Nobile a Blogo: “E’ un prototipo, il thriller ed il mistery sono poco frequentati sulla tv generalista”

Il Bosco, gli autori Mizio Curcio ed Andrea Nobile a Blogo: “E’ un prototipo, il thriller ed il mistery sono poco frequentati sulla tv generalista”

In occasione della partenza de Il Bosco su Canale 5, Blogo ha intervistato gli autori Mizio Curcio ed Andrea Nobile, che ci hanno raccontato chi sono i personaggi della fiction ed hanno parlato anche de Il tredicesimo apostolo

pubblicato 20 Febbraio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 18:19

Parte oggi, alle 21:10 su Canale 5, Il Bosco, nuova fiction in quattro puntate che racconta il tentativo della protagonista Nina Ferrari (Giulia Michelini) di scoprire la verità sulla scomparsa della madre, tornando nella sua cittadina d’origine e scoprendo che dietro la sparizione della donna c’è molto più di quanto si aspettasse.

Un thriller con elementi mistery, come ci hanno detto Mizio Curcio ed Andrea Nobile, autori della serie tv con Leonardo d’Agostini. I due ci hanno anche parlato di come i tre attori protagonisti della serie hanno contribuito nel rendere al meglio i propri personaggi, e ci hanno anche spiegato cosa dobbiamo aspettarci dai protagonisti della fiction.

Inoltre, essendo Curcio e Nobile anche autori de Il tredicesimo apostolo, abbiamo chiesto loro i motivo del calo di ascolti della seconda stagione, e se ci sono novità su una possibile terza stagione della serie tv che ha portato il paranormale nella fiction italiana.

Come definireste Il Bosco, che sembra avere diversi elementi appartenenti a differenti generi?

“E’ un thriller dalle venature mystery. Nina, la protagonista, mette a rischio la sua vita pur di riuscire a scoprire cosa sta succedendo alle sue studentesse e cosa è successo venti anni prima a sua madre. Il problema è che la verità si mescola ai ricordi e ai traumi vissuti da lei e dalle sue ragazze ed è sempre più difficile distinguere cosa è reale da cosa è solo il frutto di allucinazioni… Rispetto agli altri elementi di cui tu parli, è facile individuare anche la presenza del genere crime, legata all’indagine della Polizia e al ritorno di un personaggio che ha scontato venti anni di carcere per un delitto che forse non ha commesso; e inoltre, una tormentata storia d’amore che molto spesso non aiuterà Nina a proseguire nella sua ricerca.”

L’ispirazione sembra quella dei thriller di ultima generazione, dove ci sono sia la parte del giallo ma anche quella mistery: ci sono titoli di serie tv italiane o straniere che vi hanno dato consigli su come scrivere la sceneggiatura?

“In realtà, non c’è un modello preciso di riferimento, ma il tentativo di costruire la storia secondo il genere. Ci piace ricordare come le sceneggiature abbiano anche ispirato la messa in scena di Eros Puglielli.”

I protagonisti della fiction sono tre: Nina Ferrari (Giulia Michelini), Alex Corso (Claudio Gioè) e Damiani (Andrea Sartoretti). Ci spiegate brevemente chi sono e cosa dobbiamo aspettarci da loro?

“Nina è una giovane professoressa di psicologia, tornata nella sua città natale dopo venti anni. Ha accettato l’incarico soprattutto per affrontare una volta e per tutte il trauma che ha segnato la sua esistenza: l’abbandono di sua madre quando era piccola. Alex è appena uscito dal carcere dopo aver scontato la pena per l’omicidio della sua fidanzata, venti anni prima. Damiani invece è un ispettore di Polizia che si prende a cuore le sorti di Nina, aiutandola nella sua ricerca e proteggendola dalle minacciose azioni di Alex che sembra interessato a fermare il percorso di scoperte di Nina.”

Cosa hanno portato gli attori a questi tre personaggi rispetto a quello che avevate pensato?

“Molto. E’ proprio il triangolo che si instaura tra loro a sostenere emotivamente l’intera storia. In questa direzione si sono concentrati maggiormente i loro approfondimenti che ci hanno portato a caricare ancora di più questo aspetto della storia e la tensione che si crea tra i tre personaggi. E’ stata una fortuna lavorare ancora, dopo ‘Il Tredicesimo Apostolo’ e ‘Squadra Antimafia’, con quelli che riteniamo essere i migliori attori della televisione italiana.”

Il Bosco è composto da quattro episodi: un formato insolito per la Taodue, che di solito realizza fiction più lunghe o film-tv. A cosa si deve questa scelta, a motivi di budget o all’esigenza di non allungare troppo la trama?

“E’ un formato nato insieme all’ideazione della serie. Ci troviamo di fronte ad un thriller, in cui la storia è unica e si sviluppa nell’arco delle quattro serate, con tensione e colpi di scena. Prevedere un arco narrativo più lungo avrebbe indebolito questo stile e questa struttura di racconto.”

Fiction come queste rischiano di ripetere idee già viste in altre serie tv: da cosa si differenzia la vostra fiction rispetto alle altre?

” ‘Il Bosco’ è più un prototipo, almeno nel panorama seriale italiano, che una variazione rispetto ad altre serie. In realtà, sono proprio i generi thriller e mistery ad essere poco frequentati sulla tv generalista. Il che potrebbe anche essere un rischio ma porta con sé un valore di originalità.”

Voi siete stati anche gli autori de Il tredicesimo apostolo, la cui secondo stagione non ha avuto in termini di ascolto lo stesso successo dalla prima. Secondo voi, a cosa si deve questo calo?

“A diversi fattori. Aldilà della crisi generale degli ascolti e della lunga pausa tra la prima e la seconda stagione, è indubbio che la serie sia cambiata, privilegiando contenuti e atmosfere più cupe e più inquietanti, talvolta a scapito della costruzione dei personaggi e dell’intreccio. Ed è stata una scelta che non ha pagato. Ancora una volta si è dimostrata la debolezza italiana della serialità rispetto ad altre realtà internazionali: pensare che si debba necessariamente cambiare per inseguire il pubblico, magari spingendo oltre stili e contenuti, quando invece si corre solo il rischio di snaturare una serie che aveva intercettato il gusto e i favori dell’audience. Va anche detto però che paradossalmente il gradimento del pubblico è stato persino maggiore nella seconda stagione rispetto alla prima: abbiamo perso molto in ampiezza ma il pubblico che ci è rimasto fedele ha apprezzato maggiormente la seconda stagione, sicuramente più rivolta ad una fascia giovanile rispetto a quella familiare.”

Mi avevate parlato di una trilogia de Il tredicesimo apostolo: ci sarà la terza stagione, avete ricevuto notizie dalla Taodue e da Mediaset?

“Come abbiamo detto in passato, il progetto c’è… se partirà o meno non dipende certo da noi!”