Sanremo 2016 – Una modesta proposta
Per un Festival di Sanremo nuovo, moderno (il pezzo è da considerarsi un laboratorio di idee, sono ben accetti interventi di qualsiasi natura).
Sanremo 2016 è già argomento di conversazione, visto che si parla di conduttore (Leone vuole Conti, Conti non vorrebbe).
Nel corso dell’intervista con il c.t. della nazionale, Antonio Conte, Conti ha ricordato quella che per lui è un’analogia fra fare Sanremo e fare il c.t.: tutti saprebbero fare l’uno e l’altro, in Italia.
È vero, eh, che ci sono molti commissari tecnici al bar. E che ci sono tantissimi che criticano Sanremo a priori.
Ma visto che noi pensiamo che si possa far bene e che si possa far bene anche senza legarsi per forza a grandi numeri, ecco che abbiamo la nostra modesta proposta (il titolo della medesima è mutuato da un’altra modesta proposta, in altri ambiti, ben più importanti).
Sanremo 2016 – Una modesta proposta
Obiettivi: mettere al centro la musica, ma davvero.
Avvicinare un nuovo pubblico al Festival.
Lavorare seriamente col mondo della musica, trasformare i corollari in programmi, lavorare al risparmio laddove possibile.
Mescolare il classico con il nuovo.
La formula.
Cinque serate.
La prima serata dedicata al mondo del rap/hip hop. Cast: Fedez, J-Ax, Club Dogo, Marracash, Fabri Fibra (per esempio). Due giovani, un grande ospite musicale straniero, un ospite del mondo dello spettacolo (ad esempio: Darcy Oake).
La seconda serata dedicata al mondo dei talent. Cast: da scegliersi con selezione fra i migliori talent della storia in Italia, con programma di selezioni apposito in avvicinamento. Due giovani, un grande ospite musicale straniero, un ospite del mondo dello spettacolo.
La terza serata dedicata ai gruppi indie. Cast: da scegliersi con selezioi nei locali dove ancora si fa musica indipendente. Qualche suggerimento: I Ministri, Il Teatro degli Orrori, i Fast Animals and Slow Kids. Due giovani, un grande ospite musicale straniero.
Quarta serata: i “grandi classici”. Cast: Ramazzotti-Pausini-Tiziano Ferro-Vasco-Ligabue (per esempio). Due giovani, un grande ospite musicale straniero, un ospite del mondo dello spettacolo.
In ogni serata si decreta il vincitore della serata medesima.
In ogni serata, i due giovani propongono una canzone, i partecipanti della categoria di serata invece proporranno un “mini-concerto” da due brani ciascuno.
Quinta serata: la finalissima. Si sfidano i quattro vincitori delle quattro serate a tema per decretare il vincitore finale. Si esibiscono gli otto giovani e si decreta il vincitore dei giovani.
Le serate, per inciso, possono essere più brevi del solito.
Scommettiamo che così si rimette la musica al centro?
Possibili obiezioni:
– Sì ma… e gli ascolti? Soprattutto per la serata indie? Be’, si possono compensare con gli altri, si può inserire un ospite più “forte” nella serata indie.
– I big non parteciperanno. Chi può dirlo? scommettiamo che a fronte di un progetto forte molti big sarebbero felici di far parte del progetto?
– Sì ma è il festival della canzone italiana, se fai cantare due canzoni allora poi diventa una gara fra cantanti. È solo un cavillo linguistico.