Domenica Live, il processo di canonizzazione di Antonio Razzi e i danni della finta satira
Il senatore di Forza Italia, intervistato da Barbara D’Urso.
Oggi pomeriggio, durante la puntata odierna di Domenica Live, il contenitore domenicale di Canale 5 condotto da Barbara D’Urso, è intervenuto Antonio Razzi, senatore della Repubblica in forza a Forza Italia.
Ci siamo, ormai, resi conto da tempo immemore che Razzi non è più un semplice politico ma uno showman a tutto tondo. Il “merito” di questa laurea conseguita nello show-biz è da attribuire a personaggi come Maurizio Crozza, Fiorello, Paolo Bonolis e non solo.
Il comico genovese, soprattutto, è colui che, più di tutti, ha elevato Razzi a personaggio comico, parodiando il famoso video tramesso dal programma Gli Intoccabili fino all’eccesso.
Il principale danno della finta satira di programmi come Crozza nel paese delle meraviglie è proprio questo: Crozza rende simpatico Razzi con uno sketch privo di qualsivoglia intento satirico, lo sdogana involontariamente come showman e monda la sua anima dai “peccati” politici, ripulendo, di fatto, la sua immagine pubblica.
Razzi, quindi, diventa il protagonista di uno scherzo insulso andato in onda durante l’ultima edizione di Scherzi a Parte e il giorno dopo viene esaltato a Mattino Cinque neanche fosse l’ultimo eroe nazionale.
L’ennesima conseguenza della pseudosatira si è consumata oggi.
Non è una sorpresa che un programma al servizio del popolo come Domenica Live abbia invitato un personaggio popolare come Antonio Razzi, dandolo in pasto ad una quantità smisurata di applausi.
Quello a cui abbiamo assistito, però, è stato un vero e proprio processo di canonizzazione dai contenuti terribilmente melliflui: un servizio in cui il senatore Razzi, parlando dei suoi genitori, inizia a commuoversi e a parlare con la voce rotta dall’emozione; Razzi che mostra la foto di sua moglie che porta sempre con sé; la moglie di Razzi che entra in studio; la scenetta da Casa Vianello con protagonisti ovviamente Razzi e sua moglie; l’entrata in scena dei figli di Razzi che si complimentano con il padre; la semi-carrambata con il videomessaggio del fratello dal Venezuela che Razzi non vede da 23 anni.
Barbara D’Urso ha anche ironizzato sulla sciocca pratica di votare personaggi popolari durante l’elezione del Presidente della Repubblica. La conduttrice ha preso un voto durante una delle tornate e ha visto in Razzi il probabile grande elettore che ha scritto il suo nome:
Sei stato tu!
L’umanizzazione si è completata con la seguente dichiarazione autocompiancente di Razzi:
Io scendo dai piani alti per stare in mezzo alla gente perché io sono al servizio della gente.
Applauso scrosciante.
Ci pensiamo noi a ricordarvi chi è davvero Antonio Razzi (da Wikipedia e Wikiquote):
« […] Andavamo e dicevamo “Presidente, siamo noi due, quanto ci molla? […] Qui, ce ne date un milione?” E io e lui, con un milione ci facevamo una campagna elettorale, facevamo un partito nuovo. […] Perché per noi due il governo s’è salvato. Che 314 a 311. Se io e Scilipoti andavamo di là per un voto cadeva, cadeva Berlusconi. […] Io avevo già deciso da un mese prima [di votare la fiducia, ndr]. […] Io non avevo la pensione ancora. Dieci giorni mi mancavano. E per dieci giorni mi inculavano. Perché se si votava dal 28 come era in programma, il 28 di marzo, io per dieci giorni non pigliavo la pensione. […] »
Continuiate ad applaudire.