L’onore e il rispetto-Parte terza, tra i cattivi che reggono la storia e Garko che sta al gioco

Le storie dei cattivi, si sa, stimolano maggiormente la mente degli scrittori. Un personaggio malvagio ha più sfumature, possibilità di evoluzione, riserva maggiori colpi di scena di un “buono”. Lo sa bene Teodosio Losito che, con “L’onore e il rispetto-Parte terza”, affida proprio ai personaggi più controversi il massimo della sua creatività.

Inutile soffermarsi sulle pecche che la fiction presenta: il teleromanzo è ormai un genere con delle sue precise caratteristiche, che piaccia o non piaccia. E Losito lo sa bene: è andato oltre le critiche che gli sono state fatte e che sicuramente gli verranno fatte anche per queste puntate.

Pazienza, quindi, se il cast non sarà ai livelli di pathos e tensione che la storia richiede (si salva solo Giuliana De Sio), pazienza se la sceneggiatura si sofferma, come abbiamo detto, più sui personaggi negativi che su quelli positivi, alternando così a scene intense altre banali e fotografate. Pazienza per tutti i difetti che “L’onore e il rispetto” può avere: tanto c’è Gabriel Garko che manda avanti la baracca.

L’onore e il rispetto-Parte terza


Icona del teleromanzo, attore che ci crede fino al punto di autoproclamarsi al pari di un divo degli anni Cinquanta, Garko è ormai funzionale alla fiction tanto come lo può essere quando diventa ospite di Maria De Filippi. Le donne lo acclamano, applaudono, sperano che lo si veda a petto nudo. E lui, che invece potrebbe darsi ad altri ruoli (anche comici, perchè no?) sta al gioco.

Si è creato un piccolo universo con “L’onore e il rispetto”, in cui ogni dettaglio viene soppesato con la misura dell’eccesso, ogni personaggio diventa icona non richiesta e le storie si tingono di un pathos sì necessario, ma sfruttato male.

L onore e il rispetto-Parte terza